La scuola si ferma contro il governo
Domani la protesta dei docenti promossa dalla Cgil che contesta le politiche dell'esecutivo e i tagli all'istruzione. Incroceranno le braccia anche universitari e ricercatori. Intanto le altre sigle sindacali proclameranno lo sciopero dopo il mancato accordo sugli scatti di anzianità del personale scolastico
ROMA - Domani si ferma la scuola. E anche gli studenti scenderanno in piazza. Stavolta con la Cgil scuola (Flc) che ha indetto una giornata di protesta, con sciopero e corteo a Roma, contro le politiche del governo Monti e i tagli all'istruzione. Oltre alla scuola, si fermeranno anche l'università e la ricerca. Saranno sessanta le città italiane coinvolte e gli studenti italiani sono invitati a fianco del sindacato: "Crediamo e vogliamo che le proteste siano pacifiche, la non violenza dovrà essere un tratto dei nostri cortei", ha detto Mimmo Pantaleo, segretario della Flc, chiedendo che gli sfondamenti anti-polizia visti nelle marce del 5 ottobre "siano evitati".
La Cgil è convinta che con la spending review 2, prossima all'approvazione in consiglio dei ministri, arriveranno altri 200 milioni di tagli. Nonostante le assicurazioni del ministro Francesco Profumo, gli scatti d'anzianità restano congelati e i docenti vedranno elevare il loro orario di lavoro a reddito invariato. Pantaleo ha attaccato il ministro: "Le sue politiche vogliono trasformare la scuola in un'azienda e questa è l'anticamera della privatizzazione".
Il ritrovo dei lavoratori, per Roma e le province del Lazio, è a piazza dell'Esquilino alle 9. Il corteo confluirà in piazza Santi apostoli con quello degli studenti, che partirà allo stesso orario da piazza della Repubblica. Ci saranno strade chiuse, circolazione deviata e possibili limitazioni delle linee
autobus interessate dal percorso, oltre che di 110 open e archeobus.
Intanto questa mattina a Roma, il Movimento studentesco nazionale ha fatto sentire ancora la sua voce. Alcuni ragazzi, indossando una maschera raffigurante il presidente del Consiglio, hanno distribuito davanti alle scuole finte bollette e 'carte di debito'. "Utilizziamo un modo goliardico - spiega in una nota Gianfranco Manco, presidente del Movimento a livello nazionale - per raccontare la nostra voglia di buona politica, che non sembra coincidere con le politiche di questo governo".
Intanto è da registrare il mancato accordo sugli scatti di anzianità del personale della scuola. Il tentativo di conciliazione svoltosi oggi al ministero in merito alla questione delle progressioni stipendiali è fallito. Il governo "continua a eludere una trattativa indispensabile per dare risposta alle attese dei lavoratori" dicono i segretari generali di Cisl scuola, Uil scuola, Snals Confsal e Gilda Fgu che hanno deciso di proclamare lo sciopero della categoria riservandosi di fissare lunedì la data.