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La scuola riparte con il caos dei bidelli

Tante parole, qualche promessa, molte buone intenzioni. Il futuro della scuola è pieno di speranze, il presente è pieno di problemi

03/09/2013
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Il Messaggero



 
L’ANALISI
ROMA Tante parole, qualche promessa, molte buone intenzioni. Il futuro della scuola è pieno di speranze, il presente è pieno di problemi. Il nuovo anno scolastico - comincia Bolzano, il 5 settembre - si porta quelli del passato, con qualcosa in più. Le nuove assunzioni in ruolo, 11.268 in tutto, sono un “esercito” troppo piccolo per i sindacati. Anche quest’anno si dovrà fare un massiccio ricorso ai precari-supplenti, soprattutto nel sostegno, e così addio continuità didattica. Gli edifici sono vecchi e malandati, uno su tre ha bisogno di interventi urgenti. Sono arrivati 450 milioni di euro dal decreto “Del fare”, ma è solo una boccata d’ossigeno. I tagli e gli accorpamenti costringono molti presidi a dirigere più di un istituto, raddoppiando con l’impegno anche le responsabilità. Tante famiglie sono costrette a soccorrere le scuole che non hanno neanche i soldi per comprare la carta per le fotocopie, e quella igienica nei bagni. Si sta preparando un provvedimento sulla scuola, ma sarà il ministero dell’Economia che dirà fino a che punto si può aprire il rubinetto della spesa. C’è poi il caos dei concorsi, e il caos dei ricorsi con le assunzioni bloccate, come per i dirigenti in Lombardia. Le assunzioni del personale Ata (oltre 3.700) sono sospese quest’anno in attesa di una soluzione al nodo dei docenti divenuti inidonei all’insegnamento che una norma della spending review voleva far transitare tra gli ausiliari. Eppure, la scuola è un mondo che coinvolge circa venti milioni di italiani: gli studenti (otto milioni), le loro famiglie, gli insegnanti (700mila, con 8mila presidi). Un percorso in salita, ma l’entusiasmo e la buona volontà di insegnanti e dirigenti fa sperare che una discesa arriverà.
 

Alessia Camplone
 


Pochi i fondi si chiede aiuto alle famiglie
 
 
Non solo la spesa per i libri e per la cancelleria. Ad alleggerire le tasche dei genitori anche i “contributi volontari” richiesti molto spesso dalle scuole per la carta delle fotocopie, o quella igienica nei bagni (le “spese di funzionamento”). La carenza delle risorse è uno dei problemi con cui in questi ultimi anni devono fare i conti i dirigenti scolastici costretti molto spesso a chiedere un aiuto a mamma e papà per far andare avanti i propri istituti. I soldi che arrivano dal Ministero e dagli Enti locali sono troppo pochi per far fronte alle spese per l’acquisto della cancelleria o del materiale di pulizia, le spese telefoniche e quelle per l’acquisto di libri e riviste, le spese per la manutenzione dei laboratori e delle loro attrezzature. Insufficienti per pagare anche le supplenze brevi (quelle supplenze che vengono date per coprire le assenze dei docenti di pochi giorni). Il 9 settembre il Consiglio dei ministri varerà un decreto ad hoc per la scuola. I presidi sperano che porti qualche risorsa in più per poter far cassa.

I  precari cercano stabilità
 
 
A Roma, ieri pomeriggio, hanno occupato i locali dell’Ufficio scolastico per chiedere una assunzione in ruolo. E’ solo l’ultima delle proteste. I precari della scuola da anni chiedono di essere stabilizzati. Accanto a loro i sindacati. Ogni anno sono circa 100mila i docenti e gli ausiliari che col primo settembre entrano nelle aule e fino alla chiusura della scuola assicurano le lezioni agli alunni. Un esercito. Tra loro gli insegnanti di sostegno che il ministro Carrozza sta cercando di stabilizzare con un piano di 27mila assunzioni per garantire continuità. Ma intanto per i precari potrebbe arrivare una stabilizzazione di massa. La Corte Costituzionale ha deciso il rinvio alla Corte di giustizia europea per l’assunzione di diverse decine di migliaia di supplenti con almeno tre anni di servizio alle spalle. A ricorrere ai giudici l’Anief, il piccolo sindacato guidato da Marcello Pacifico. Dal ministero dell’Istruzione si sta vagliando un piano triennale di assunzioni, dal 2014 al 2014 per l’immissione in ruolo di 44mila docenti e Ata.

Aule vecchie ed edifici poco sicuri

Un’emergenza nazionale. L’ultima fotografia sull’edilizia scolastica l’ha fatta il Censis un anno fa. Una scuola su tre non possiede un impianto antincendio. Una su due non ha la scala di sicurezza. Il Cpi, il Certificato di prevenzione incendi, è obbligatorio per tutti gli istituti con oltre cento studenti, ma solo il 17,7% ne è fornito. Degli oltre 36mila edifici scolastici esaminati dal Censis, solo un quarto è stato costruito negli ultimi 30 anni. La maggioranza delle scuole è stata costruita prima del 1974, anno della legge antisismica. E l’esame anti terremoto lo supera solo l’8,22% degli edifici censiti, secondo un’altra indagine di Legambiente. Per l’ultimo rapporto sulla sicurezza delle scuole di Cittadinanzattiva ci sono lesioni strutturali in una scuola su 10, muffe e infiltrazioni in una su 4, distacchi di intonaco in una su 5. L’edilizia scolastica è una delle priorità nell’agenda ministro Maria Chiara Carrozza che nel dl “del Fare” è riuscita ad avere 450 milioni di euro, per i prossimi tre anni.
 

Solo la metà delle classi ha internet

Rimandata di anno in anno la svolta dei libri digitali, il costo per i testi tradizionali è aumentato mediamente di circa il 5 per cento, secondo le previsioni dell’associazione dei consumatori, il Codacons, arrivando anche a 500 euro per ogni ragazzo.
Contro il caro-libri, furoreggia il mercato dell’usato. Fanno i conti, cercando di risparmiare, i genitori. Ma anche docenti e dirigenti che cercano di mettersi al passo con il resto degli altri Paesi europei dove le scuole hi tech sono il 37% contro il 6 per cento italiano. Per i libri digitali occorrono anche aule attrezzate.
In Italia solo poco più di una classe su due è connessa ad internet (in Gran Bretagna l’80%). C’è un solo pc per ogni 15 alunni alle elementari, uno ogni 11 alle medie e uno ogni 8 alle superiori. Solo un’aula su 7 è provvista di Lim, le lavagne interattive multimediali, e solo un insegnante du 10 sa usare le tecnologie necessarie per la scuola 2.0. In tutta Italia le scuole 2.0 sono 14 su più di 9.000 istituti.

               


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