La scuola prova a ripartire tra dubbi e proteste "Ora vacciniamo i docenti"
Riparte quindi con molte difficoltà la scuola dopo le vacanze di Natale. E proprio senza le certezze che vorrebbero gli studenti
flavia amabile
Roma
Vogliono certezze gli studenti delle superiori scesi in piazza ieri per protestare contro un rientro a scuola ancora a distanza per la gran par te di loro. Ieri anche la Lombardia ha annunciato che le superiori non rientreranno in presenza fino al 24 gennaio. Sulla scuola «non possiamo permetterci un'altra falsa partenza, con un apri e chiudi che non fa bene né a studenti né ai dati sanitari», ha spiegato il presidente della Lombardia, Attilio Fontana per giustificare l'inversione di rotta nonostante un mese fa la regione con molto orgoglio avesse annunciato per prima il rientro in presenza il 7 gennaio. E non è detto che non ci siano ulteriori rinvii nelle prossime ore. Arriveranno oggi i dati di monitoraggio sui contagi della cabina di regia, che potrebbero spingere altri governatori a una maggiore cautela. In Sicilia il Cts della regione ha chiesto un rinvio.
Riparte quindi con molte difficoltà la scuola dopo le vacanze di Natale. E proprio senza le certezze che vorrebbero gli studenti. Ieri sono scesi in piazza in una giornata che ha visto in protesta anche sindacati e genitori. Il Comitato Priorità alla scuola ha organizzato sit-in in 19 città, davanti agli istituti e davanti al ministero dell'Istruzione. Chiede lo screening sanitario completo della comunità scolastica (docenti, Ata, studenti) e l'inserimento del personale scolastico nelle categorie ad alto rischio nella fase 1 dell'agenda vaccinale, proposta avanzata nei giorni scorsi anche dal leader di Italia Viva Matteo Renzi, che ha suggerito di vaccinare tutti i docenti di medie e superiori (oltre 400mila persone) con il lotto di vaccini in arrivo nei prossimi giorni e poi riaprire le scuole.
Sulle superiori il Comitato Priorità alla Scuola chiede che il ritorno in presenza favorisca l'accoglienza e il recupero scolastico degli studenti «fortemente penalizzati dal punto di vista didattico e psicologico a causa della Didattica a distanza».
Davanti a Montecitorio invece ieri c'erano i sindacati della scuola del Lazio e del Coordinamento dei Presidenti dei Consigli di Istituto, per rivendicare condizioni di maggior sicurezza. E una via per proteggere dai focolai l'anno scolastico può essere il vaccino per il Covid, secondo alcune Regioni che hanno sollecitato il Governo a inserire docenti e studenti almeno nella fase 2 della campagna, rivolta invece agli over 80 da febbraio. Lo hanno fatto il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, e lo hanno fatto anche dalle Marche. Si tratta di una fascia che sfiora le 800mila persone se si vogliono contare tutti i soggetti che frequentano le scuole. I docenti di medie e superiori sono oltre 400mila, e si arriva a 735mila prendendo in considerazione la scuola dell'infanzia, le elementari e il personale Ata.
Il tema sta facendo discutere. Anche secondo l'epidemiologo e assessore alla Sanità della Regione Puglia, Pierluigi Lopalco, «vaccinarli in estate avrà poco senso, visto che i risultati si avrebbero nell'anno scolastico 2021-22 quando, si spera, le ondate pandemiche saranno solo un brutto ricordo».
Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di Medicina Molecolare dell'università di Padova, chiede cautela. «Si riaprono di nuovo le scuole al buio. Credo sia inaccettabile che dopo quattro mesi dall'implementazione delle misure di contenimento ancora non abbiamo dati per capire se hanno funzionato o meno». —