La scuola primaria perde 23mila aulunni. Aumentano le richieste di tempo pieno
Il dossier del Miur sugli iscritti al primo anno, dove aumentano le richieste del tempo pieno. Il classico continua a crescere, in crisi i professionali
Ilaria Venturi
Il calo degli alunni, dovuto all'anagrafe, è noto. Annunciato ormai da alcuni anni dagli statistici, risaputo nel mondo della scuola che teme le conseguenze di un taglio alle cattedre. Una conferma arriva dai dati sulle nuove iscrizioni alle classi prime del prossimo anno: circa 23mila bambini, pari al -4,6%, in meno alla primaria mentre il ciclo di scuola secondaria perde altri 20mila studenti. In totale la riduzione di iscritti al primo anno rispetto al 2018/2019 è del 2,75%.
È il dossier diffuso dal Miur a raccontare quante "matricole" si siederanno tra i banchi il prossimo settembre. Sono state oltre 1,5 milioni (esattamente 1.553.278) le iscrizioni al nuovo anno scolastico alle prime classi di ogni ordine di scuola. Circa un milione le domande presentate nel primo ciclo (473.294 alla scuola primaria e 537.330 alle medie) e 542.654 le domande ai percorsi di istruzione e formazione di secondo grado.
"Già da qualche anno si assiste a un calo nel numero dei nuovi ingressi più marcato nel caso della scuola primaria. Tale andamento segue quanto si riscontra nei dati Istat sulla popolazione residente, che vede il numero dei 6enni calare del 4,4% negli ultimi tre anni" si legge nel report.
Ma se nella scuola primaria cala il numero di bambini cresce la richiesta del tempo pieno a 40 ore settimanali. Circa il 42% delle domande si orienta per questo tipo di scuola e quasi in tutte le regioni si evidenzia una maggior propensione a lasciare i propri figli a scuola con un orario prolungato. Lazio e Piemonte sono le regioni dove la richiesta è maggiore (rispettivamente 59,6% e 58,5% delle domande inoltrate), mentre Campania e Liguria quelle dove si registra un maggior incremento.
Fonte Miur
Alle medie la domanda delle famiglie si indirizza sull’orario di 30 ore settimanali (87%); solo il 2,6% opta per il tempo pieno. In questo caso le variazioni a livello territoriale sono più contenute; Molise e Puglia sono le regioni dove il tempo ordinario viene scelto per il 95% degli studenti.
Le iscrizioni in prima superiore
Il percorso liceale continua ad essere quello preferito con il 54,6% di iscritti. Nulla di nuovo sotto il sole: è dal 2014-15 che i licei vengono scelti da più di un ragazzo su due. Negli ultimi tre anni la scelta del liceo scientifico e del liceo classico sono quelle che risultano in costante ascesa: se un ragazzo su quattro sceglie lo scientifico, l'opzione delle Scienze Applicate, con l'8,2% di iscritti, è quella che registra il maggior incremento (+0,6% rispetto al 2017/2018); per il liceo classico la quota dei nuovi ingressi sale al 6,7%, due anni prima er al 6,3%.
Fonte Miur
La preferenza per le materie dell’area scientifica si riflette anche nella crescita delle iscrizioni agli istituti tecnici che, nel prossimo anno scolastico, raggiungono il 31%; in particolare gli indirizzi del settore “Tecnologico”, con il 19,7% di iscritti, sono quelli che ottengono il maggiore interesse. Se si guarda agli indirizzi, si registra il decremento di 0,2 punti percentuali per il settore “Economico” (dovuto essenzialmente al calo dell’indirizzo Turismo); mentre il settore Tecnologico registra un aumento complessivo dello 0,3% determinato soprattutto dal crescente interesse per “Informatica e Telecomunicazioni” (+0,4%).
Fonte Miur
È crisi invece nei professionali che arrivano al 14% di nuovi iscritti (erano 18,6% nel 2015-16). In generale - si legge nel rapporto - "l’istruzione professionale è quella che, negli ultimi anni, ha perduto sensibilmente la propria attrattività registrando un costante calo di iscrizioni". Di tale andamento risente anche l’indirizzo di Enogastronomia che, nonostante sia il preferito, perde lo 0,2% mentre tiene ancora la scelta dei Servizi Commerciali e di Manutenzione e assistenza tecnica.
Più iscritti al tecnico nel Nord Est
Le regioni del Centro hanno più iscritti nei licei (61%), mentre nel Nord-Est, dove alta è la richiesta di personale specializzato, i ragazzi si orientano verso i percorsi ad indirizzo tecnico (38,1%). In particolare il Veneto, il Friuli e l’Emilia Romagna - fa notare il Miur - sono le regioni dove le opportunità professionali messe in campo con l’Industria 4.0 accrescono l’interesse per gli studi tecnico/professionali; gli indirizzi del settore Tecnologico sono, infatti, quelli di maggior richiamo. Di contro il Lazio, con il 67,8% di iscritti, è "la regione dove la presenza di un solido settore terziario e di una diffusa rete universitaria crea maggiori opportunità per chi si appresta a frequentare un liceo".
Il vicino Abruzzo risulta tra le regioni con forte vocazione liceale. Le regioni del Mezzogiorno si confermano, poi, "terreno fertile per gli studi classici e in particolare la Calabria che raccoglie il 10% di iscrizioni".