La scuola nelle primarie del PD
di Osvaldo Roman
La scuola non è stata molto presente nelle primarie del Pd. I confronti televisivi, anche in virtù delle loro formule di comunicazione assai telegrafiche, non consentivano la prospettazione di analisi e di programmi sia pure in forma concentrata. Nei programmi cartacei Bersani si è rifatto all’ elaborazione prodotta in questi anni dal PD che è abbastanza nota. Renzi no!. Nel suo programma si è limitato a prospettare idee abbastanza generiche sulla meritocrazia e sulla valutazione senza nessuna denuncia dei danni prodotti dal centro destra e senza indicare alcuna misura per loro superamento e per la necessaria ricostruzione.
Nel confronto televisivo di mercoledì tale modulo si è ripresentato con qualche novità.
Bersani ha riassunto le sue proposte con la previsione per la prossima legislatura di una fase costituente per la scuola che, riconoscendone la centralità, metta finalmente e definitivamente da parte la politica dei tagli e degli interventi tampone.
Renzi, come in altri settori, si è limitato a ricercare le passate responsabilità, vere o presunte, dei governi di centrosinistra. Per la scuola ha tentato un aggancio con la platea dei precari in un modo assai singolare. Con la denuncia della riforma di Luigi Berlinguer riguardante le modalità di formazione e di abilitazione universitarie (SISS) da lui realizzate. Come se la creazione del precariato non fosse invece dipesa dal blocco dei concorsi e dalla politica dei tagli degli organici realizzati dai ministri Moratti, Tremonti e Gelmini. Ignorate così le devastazioni della Gemini, che peraltro lo hanno lasciato indifferente anche a loro manifestarsi, Renzi si è così potuto agganciare alla polemica contro il concorsone. Ovviamente non ha potuto riferire , e non solo per la brevità imposta dal format, qual’ è la sua posizione in materia. Conosciamo quella dei suoi principali collaboratori che quando l’hanno espressa nelle sedi ufficiali e pubbliche del Pd sono rimasti sempre in minoranza. È quella della chiamata diretta.
Quindi se Renzi critica il concorsone di Profumo lo fa , ma non lo dice,con le posizioni di Bertagna che sostiene la chiamata diretta di Formigoni e dell’Aprea