La scuola durerà un anno di meno Maturità già a 17 anni. Sì a capitali privati per rifare gli istituti
Entro gennaio il disegno di legge di riforma di Profumo. Primi sì del Pd, no di Cgil e Cisl
DI ALESSANDRA RICCIARDI Le voci si erano fatte insistenti da qualche giorno, tanto che il provvedimento era atteso già per oggi consiglio dei ministri. Non un intervento dì gestione ordinaria, ma una riforma vera che incide sui finanziamenti agli istituti e sulle supplenze. E soprattutto sulla durata della scuola: un anno in meno, tutti all'esame di maturità non più dopo 13 anni tra i banchi (se fila tutto liscio e non ci sono bocciature), ma 12. Come del resto già avviene in tanti paesi europei, dalla Francia alla Germania, dove la scuola dura meno eppure i profitti dei ragazzi, come testimoniano ricerche nazionali e internazionali, sono di gran lunga preferibili a quelli italiani. La riforma in un disegno di legge con interventi di riordino del sistema di istruzione che è atteso entro fine gennaio a Palazzo Chigi. Accorciare la durata del percorso scolastico di un anno è materia assai spinosa, sulla quale inutilmente si sono esercitati già due ministri, Luigi Berlinguer, centrosinistra, e Letizia Moratti, centrodestra. Perché significa ridisegnare programmi e organizzazione. E ha il prevedibile effetto di tagliare anche il fabbisogno di docenti, dirigenti, bidelli e amministrativi: sono dai 60 ai 70 mila i lavoratori che , secondo fonti ufficiose, rischierebbero di essere di troppo con un anno in meno di scuola. La tanto contestata riforma Gelmini, stilata nelle manovre di contenimento dei conti pubblici degli ultimi tre anni dall'ex ministro dell'economia, Giulio Tremonti, di posti di organico ne ha tagliati 100 mila. Ieri, alla vigilia del consiglio dei ministri, sono arrivati i no della FlcCgil («si faccia attenzione, si rischiano ulteriori tagli, bisognerebbe evitare di annunciare ogni giorno cambiamenti senza una verifica sulle possibilità reali di raggiungere risultati concreti, così si crea molta confusione e incertezza») e della Cisl scuola (»Su temi come i percorsi di studio non si può improvvisare, né ripescare proposte che già hanno mostrato tutti i loro limiti»). Mentre dal Pd sono giunti, per bocca della responsabile scuola Francesca Puglisi, i primi timidi sì. La materia è incandescente e nello stesso Pd non tutti sono dello stesso avviso. Al ministero ieri si è deciso per un rinvio: il disegno di legge arriverà a fine gennaio. Una decina di giorni di tempo in più per trovare la quadra. Il ministro dell'istruzione, Francesco Profumo, vuole evitare di andare in parlamento con un provvedimento ambizioso ma affondabile. E così ieri sera da viale Trastevere giungevano messaggi distensivi: non esistono al momento provvedimenti definiti, era il tam tam che liquidava come mera ipotesi di lavoro i contenuti dell'articolato in circolazione. Berlinguer aveva indicato nella scuola primaria quella da mettere a dieta: tra elementari e medie non più otto anni ma sette. La Moratti invece andare a incidere sulle superiori. I due modelli comportano comunque un diverso modello di approccio al mondo del lavoro, all'università e agli istituti professionalizzanti. C'è poi lo spettro dei tagli al personale che alcuni, come il Pd, vorrebbero recuperare in termini di maggior tempo pieno e corsi di recupero contro i ritardi e la dispersione scolastica. Nella proposta di riforma, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, anche un intervento sugli organici dei docenti che diventerebbero funzionali, garantendo così alle scuole o reti di scuole una stabilità triennale del personale a cui attingere anche per le supplenze, senza più il balletto dei precari e di contratti di breve durata. Apertura inoltre a finanziamenti privati per l'edilizia scolastica sul modello del project financing.