La scuola a regola d'arte
Rivoluzione nell’insegnamento: a otto anni dalla riforma Gelmini, Storia dell’Arte torna a essere obbligatoria in tutti gli istituti
ISTRUZIONE
Tornare a scoprire la differenza che c'è tra due sculture, come la Pietà e Apollo e Dafne, entrambe in marmo, ma profondamente diverse giacché scolpite da Michelangelo e Bernini. Comprendere quanto sia importante, per la salvaguardia dell'ambiente, la raccolta differenziata. L'istruzione che cambia, nella scuola dell'obbligo, passa da qui. Da una rivoluzione nell'insegnamento che rispolvera materie cancellate, come la Storia dell'arte, e pone sui banchi dei ragazzi nuovi programmi, a partire dall'Educazione ambientale. Il governo Renzi sta portando avanti la riforma del settore attraverso il piano elaborato dal ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, che, salvo complicazioni, dovrebbe trasformarsi in decreto entro la fine di febbraio.
E se è vero che il capitolo centrale riguarda l'ingente piano di assunzioni di docenti precari, una parte importante la gioca anche la didattica. Dall'introduzione dell'Economia nei licei all'educazione musicale, dall'implementazione delle lingue straniere, in primis dell'inglese, all'informatica applicata al coding. Ancora: c'è pure chi invoca, dopo gli attentati di Parigi, l'introduzione di un'ora settimanale per lo studio delle religioni e non soltanto di quella cattolica. Tuttavia, su quest'ultimo argomento, non c'è ancora una proposta ufficiale.
Il primo asset lo lancia il dicastero retto da Gian Luca Galletti. Introdurre nelle scuole l'Educazione ambientale. Un faldone di 150 pagine, articolato in dieci capitoli, elaborato negli ultimi mesi dal sottosegretario Barbara Degani, che punta a introdurre la disciplina tra le materie scolastiche a partire già dalle materne. Più di 8mila gli studenti da coinvolgere nel prossimo anno scolastico.
UN MONDO SOSTENIBILE
L'obiettivo è nobile, certo. Far conoscere ai bambini e agli studenti come riciclare correttamente i rifiuti, come tutelare il territorio e il mare, fino a comprendere i temi della biodiversità e dell'alimentazione sostenibile. Una scommessa non da poco, ma ci vorrà del tempo affinché questa rivoluzione si trasformi in una realtà strutturata. L'Educazione ambientale, infatti, non partirà come materia scolastica a se stante. Piuttosto i temi ambientali entreranno in aula, per un'ora a settimana, durante l'insegnamento di altre materie come la Geografia o la Scienza, con i professori, dunque, incaricati a spiegare che fine farà l'umido mentre cercano di far capire come l'ossigeno si trasforma in anidride carbonica.
IL PROTOCOLLO
C’è poi il rilancio della Storia dell'arte, falcidiata negli istituti professionali e in buona parte dei licei ai tempi della riforma Gelmini. «Studiare Giotto è come studiare Dante e gli italiani hanno bisogno di riavvicinarsi al patrimonio artistico-culturale del Paese». Il ministro della Cultura, Dario Franceschini, è tornato a ripeterlo solo pochi giorni fa, dopo che il suo dicastero ha firmato, a giugno scorso, un protocollo d'intesa con il Miur per il ripristino della Storia dell'arte in tutte le scuole d'Italia. La materia gode dell'attenzione del governo, tanto che un capitolo della riforma sulla Scuola prevede proprio il suo ripristino in almeno 5mila istituti nazionali.
Era il 2008, quando l'ex ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini, aveva decretato la cancellazione della Storia dell'arte dal ginnasio del liceo Classico e dal biennio del Linguistico. Perfino dagli indirizzi Turismo e Grafica degli Istituti tecnici e dai professionali.
LA RICCHEZZA
E pensare che quella materia, insegnata per anni, faceva degli italiani un popolo dotto, che sapeva - per dirla con il critico d'arte francese, André Chastel - come guardare un quadro perché, meglio di altri, lo aveva imparato proprio a scuola. In Italia questa capacità - nonostante il Paese annoveri 3.400 musei, 2.100 parchi e aree archeologiche, il più alto numero a livello mondiale di siti Unesco, ben 50 -, si è perduta. La Francia ha imposto l'obbligo dello studio dell'Arte in tutte le scuole già nel 2007, rispettando la Convenzione di Faro del Consiglio d'Europa, approvata in Portogallo nel 2005.
La direttiva è stata ratificata dall'Italia, solo nel 2013, con 8 anni di ritardo. Ora si cerca di tornare a regime, cercando di far quadrare i conti. I docenti che dovrebbero essere chiamati per l'insegnamento della materia sono 8.100 e la spesa prevista dal Miur per la copertura delle cattedre, si aggirerebbe intorno a 25 milioni di euro da garantire ogni anno a partire dal 2016.
Camilla Mozzetti