La Sapienza batte Oxford Torna prima in Studi classici
Il QS World University Ranking. Politecnico di Milano 5° in Arte e Design
Orsola Riva
L a Sapienza torna a essere la migliore università del mondo per gli Studi classici battendo anche Oxford che nel 2020 le aveva sfilato lo scettro. Il Politecnico di Milano si piazza al quinto posto in Arte e Design e al decimo in Architettura, mentre in Ingegneria e Computer Science, dove la competizione è fortissima, perde qualche posizione ma mantiene 5 diverse materie di studio nella top 50 mondiale. La Bocconi è settima in Business and Management, 14esima in Accounting and Finance e 18esima in Economics and Econometrics. Sono queste solo alcune delle eccellenze italiane certificate dal QS World University Ranking by Subject 2021, la classifica dei migliori programmi di studio universitari del mondo. A differenza delle altre classifiche sugli Atenei presi nel loro insieme, nelle quali i nostri non riescono ad arrivare mai fra i primi cento, in questa ottengono un’ottima visibilità. Un giusto risarcimento per un sistema accademico che, nonostante la cronica mancanza di finanziamenti (0,9 per cento del Pil, contro l’1,2 delle università tedesche, l’1,5 di quelle francesi, il 2 di quelle inglesi), continua a sfornare laureati di primissimo ordine, anche se poi è costretto a regalarli alla concorrenza (nell’ultima tornata di Erc grants, i finanziamenti europei per la ricerca, gli scienziati italiani si sono piazzati al primo posto: peccato che due su tre lavorino in laboratori stranieri).
Rispetto ad altre classifiche universitarie, il Qs ranking è quello che dà il maggior peso alla «reputazione» di un’università, cioè al giudizio di colleghi e aziende. È questo uno degli aspetti che gli vengono più spesso contestati, anche perché gli stessi autori del ranking fanno consulenza agli atenei per aiutarli a promuovere la propria immagine e quindi a scalare posizioni in classifica.
Nella valutazione pesano anche il numero di citazioni e l’impatto della ricerca, a meno che non si tratti di ambiti in cui il numero di lavori prodotti sia troppo esiguo per essere preso in considerazione: in quel caso si tiene conto solo dei pareri raccolti. È quanto accade per esempio con gli Studi classici in cui la Sapienza si conferma al top mondiale, come già nel 2018 e 2019, dopo la parentesi del 2020 in cui era stata sorpassata da Oxford. Mentre per Archeologia, in cui l’università di Roma si piazza al decimo posto, pesa anche la qualità e la quantità della ricerca.
La lunga e gloriosa tradizione di Studi classici delle nostre università fa brillare l’intero sistema italiano che, oltre al primato della Sapienza, si aggiudica anche un nono posto con la Normale di Pisa e altri sei piazzamenti nella top 50. Solo gli Stati Uniti fanno meglio con 12 università fra le prime 50.
Nel suo insieme il Politecnico di Milano è in assoluto il più premiato: sette programmi fra i primi 50. Ottimo risultato anche per il Politecnico di Torino e per Bologna: rispettivamente 6 e 4 piazzamenti.
Nella classifica mondiale Harvard e il Mit da soli si aggiudicano quasi la metà dei primi posti: ognuna è al top in 13 programmi diversi sui 51 presi in considerazione.