La Repubblica - Berlinguer accusa"Tuffo nel passato"
Berlinguer accusa "Tuffo nel passato" Il padre della riforma dei cicli: "Daremo battaglia" MARIO REGGIO ROMA - "La cosa mi sembra talmente inaudita che stento a crederla vera. Il blocco de...
Berlinguer accusa
"Tuffo nel passato"
Il padre della riforma dei cicli: "Daremo battaglia"
MARIO REGGIO
ROMA - "La cosa mi sembra talmente inaudita che stento a crederla vera. Il blocco della riforma dei cicli esploderà in mano alla maggioranza e se arriveranno a proporre un nuovo testo in aula sarà battaglia".
Luigi Berlinguer, il padre della riforma della scuola e dell'università, lancia la sua sfida.
È un ritorno agli anni '50?
"È l'aggiornamento al Duemila dell'avviamento professionale: perché anticipare durante le scuole medie la successiva scelta tra la formazione professionale ed i licei oggi sarebbe fuori dal mondo. Gli stessi austriaci e tedeschi che hanno il doppio canale anticipato, ma una formazione di ben altra consistenza culturale, sono ormai autocritici e le loro stesse imprese preferiscono i ragazzi del canale scolastico. La maggioranza dei paesi europei, come racconta l'indagine Euridice, inizia il doppio canale dopo i 1516 anni, come del resto è scritto nella nostra riforma".
Quali conseguenza potrà avere sui giovani?
"Trovo assai discriminatoria l'ipotesi di far pagare a quei bambini che non hanno trovato posto nella materna il doppio scotto di non frequentarla e di essere poi penalizzati anche nel percorso successivo. La materna va estesa di fatto a tutti, punto e basta. Secondo punto: con bambini così vivaci, informati, in gran misura così avvantaggiati dalla scuola per l'infanzia, far durare quella di base 8 anni è un assurdo storico e culturale. E' poi inaccettabile qualunque soluzione per le superiori o che le riduca di un anno, mutilandole, o che distingua i licei dai tecnici. L'idea di formare una classe dirigente precostituendo i percorsi scolastici e con tanto anticipo è iniqua e niente affatto funzionale. Blocca la mobilità sociale, impedisce continui travasi tra licei, tecnici e professionali, che sono alla base di una società viva e creativa come quella contemporanea".
La legge sulla riforma dei cicli è ancora in vigore, il ministro Moratti ha sospeso solo il regolamento.
"Certo. E gli effetti sono devastanti: i bambini di 6 o 7 anni hanno perduto la possibilità di studiare la musica e la lingua straniera, e al governo di centrodestra serviranno molti mesi per mettere nero su bianco una nuova versione della riforma, se non i tre anni che abbiamo impiegato noi. Quindi arriverà l'anno scolastico 20022003 e ci sarà bisogno di un'altra sospensione non si sa per quanto, e anche i bimbi che allora avranno 6 o 7 anni pagheranno lo scotto. Che bisogna c'era di fare tutto questo trambusto? Solo per il gusto di dire "faccio tutto io, sfascio tutto il passato"? Si poteva benissimo introdurre qualche cambiamento in itinere. Non tollereremo il blocco di tutta la riforma e il 24 novembre prossimo l'Ulivo presenterà le sue proposte sulla scuola e l'università".