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La rabbia dei professori invade le piazze italiane Renzi: vi ascolteremo
"Ma senza questa riforma il Paese non cambia” I sindacati: eravamo mezzo milione, basta promesse
06/05/2015
la Repubblica
Corrado Zunino
ROMA .
Piazze piene e classi (quasi) vuote per lo sciopero di tutti i sindacati: i cinque confederali da una parte, l’area Cobas dall’altra. Un successo, contro la Buona scuola. «Siamo mezzo milione», hanno detto gli organizzatori enfatizzando a sera dati che hanno visto settantamila presenti a Roma, trentamila a Milano, ventimila a Bari. Duecentomila in piazza, seguendo le indicazioni del ministero dell’Interno, rappresentano comunque una delle più grandi manifestazioni “a tema” viste in Italia. La parola d’ordine della base era “ritiro del disegno di legge” sulla scuola: autoritario, anticostituzionale, sfruttatore. I toni nella mattinata di ieri sono sempre stati pesanti, le scenografie allegre: le “balle spaziali” lanciate sotto l’Arco della pace di Milano, le mani colorate dei prof nella capitale. Insegnanti dall’infanzia ai licei, precari di tutte le fasce, studenti e universitari, bidelli, qualche preside, genitori con bimbi per la mano. Bella ciao in versione conosciuta e in versione rifatta sulla “Buona scuola”: «Te ne devi vergognar». A Cagliari c’erano gli operai del Sulcis, a Palermo in cinquanta hanno occupato l’assessorato alla Pubblica istruzione. Nelle piazze i segretari generali Camusso e Barbagallo, mentre Annamaria Furlan (Cisl) ha detto: «Così si creano scuole di serie A e di serie B». C’era il leader della Fiom, Maurizio Landini, e a Roma è stato contestato Stefano Fassina, della minoranza Pd contraria al disegno. I sindacati parlano di un’adesione allo sciopero tra il 70 e l’80 per cento, oggi il dato ufficiale. «Noi ascoltiamo la protesta, è giusto affrontarla ed entrare nel merito, ma questo paese si deve togliere la polvere di dosso e la scuola è degli studenti e delle loro famiglie, non del sindacato. Nei prossimi giorni discuteremo delle assunzioni di determinate categorie piuttosto che di altre. Se facciamo la scuola dell’autonomia e non delle circolari cambiamo l’Italia sennò non andiamo da nessuna parte». Toni concilianti da parte del ministro Giannini, che ha chiesto «rispetto per lo sciopero e anche per il governo che propone un progetto innovativo». Il presidente della Camera, Laura Boldrini, su Facebook ha scritto: «Ho apprezzato l’atteggiamento di apertura mostrato negli ultimi giorni dal governo rispetto alle critiche ricevute, mi auguro che i docenti possano avere le risposte che meritano». Francesco Scrima, Cisl, ha detto: «Andiamo avanti insieme che vinciamo». Il sottosegretario Davide Faraone: «Non ci fermiamo, il ritiro se lo scordano. Tre miliardi destinati alla scuola pubblica e 160mila assunzioni in due anni: in nessun settore della pubblica amministrazione c’è una dotazione così grossa». Ma in Puglia ed Emilia il centrosinistra chiede a Renzi di fermarsi