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La rabbia dei prof: tutto da rifare

Oggi l’ultima spiaggia al Senato. Il presidente di commissione: se ritirano gli emendamenti si va avanti Il premier: “All’inizio di luglio una grande consultazione”. La legge ripartirà a settembre, ma sarà modificata

17/06/2015
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la Repubblica

CORRADO ZUNINO

ROMA . Cita Lula, il presidente del Consiglio Matteo Renzi: «Farò una grande, sola e ultima giornata di ascolto, ma poi deciderò, come mi ha detto l’ex presidente del Brasile». A “Porta a porta” il premier nasconde l’immagine della sconfitta, ma il rinvio della sua Buona scuola, una creatura personale, annunciata il primo giorno di insediamento del governo — il 22 febbraio 2014 — somiglia a una resa. Da due settimane pensava al ritiro delle 101.701 assunzioni, l’ha maturato negli ultimi due giorni. In commissione
Istruzione al Senato non c’erano i numeri per far passare i provvedimenti più sensibili: 14 teste per l’opposizione e 12 per la maggioranza. Perché i due Pd di scuola comunista — Walter Tocci e Corradino Mineo — non si erano fatti ammorbidire dai tentativi di mediazione di Francesca Puglisi, e anche il senatore a vita Carlo Rubbia, pur assente in questi giorni, era fortemente critico. «Sull’articolo dieci, quello sulle assunzioni, saremmo potuti cadere a ogni passaggio», spiegano gli uomini di Andrea Marcucci, presidente di commissione consapevole che la prima giornata, lunedì, con dieci emendamenti passati contava poco: «Approvazioni relative», aveva chiosato Mineo, «io chiedo lo stralcio delle assunzioni e di ridiscutere tutto». Ieri si sono aggiunte le convulsioni politiche di Ncd, che hanno fatto saltare le votazioni di tutta la giornata.
Matteo Renzi, che non ha mai smesso di consultare la famiglia (moglie precaria delle Gae, suoceri ex insegnanti, tre figli a scuola), non aveva messo in conto la portata della protesta del paese, gli scioperi della fame a staffetta, non credeva che i docenti sarebbero arrivati a bloccare così tanti scrutini nel paese e che addirittura quelli della prima fascia, i 101 mila assunti delle Gae, avrebbero sollevato anche loro critiche. A Genova l’aveva detto: «Ho fatto un capolavoro, tutti contro». E ora da Vespa spiega: «Con tremila emendamenti non si fa in tempo ad assumere per settembre, le legittime scelte dell’opposizione hanno come conseguenza il rinvio». Alla Camera, in verità, i suoi avevano accelerato, ma in Senato tutto è diventato difficile, sia in commissione che alla prova dell’aula. Alcuni membri del Pd gli avevano chiesto di sostituire Tocci e Mineo all’Istruzione, ma il premieri li ha fermati: «La scuola non è l’Italicum, dobbiamo ritrovare il consenso nel paese».
Quelli delle Gae sprofondano nella delusione, e lo fanno sapere al premier via Twitter: «Questa volta dovevi arrivare in fondo, ferma il Pd d’opposizione e il sindacato, non noi». Il premier rimanda a inizio luglio: una nuova conferenza sulla scuola con tutti, Cgil, Cisl, Uil, le famiglie, gli studenti, «quelli che sono arrabbiati perché hanno fatto i corsi di specializzazione, alla fine però decido. Francesca Puglisi dice: «Il passo giusto per trovare definitivamente l’equilibrio necessario, non è un dietrofront. Chiederò alla commissione in Senato di ritirare drasticamente gli emendamenti».
Il segretario della Cgil Susanna Camusso liquida: «Una pura operazione di vendetta: siccome non gli abbiamo dato ragione dice che non si assume». Questa mattina il presidente Marcucci (Pd) aprirà la seduta dettagliando le novità e i democratici di governo chiederanno a Tocci e Mineo di ritirare gli emendamenti contro: «Se lo fanno, c’è ancora tempo per le assunzioni, votiamo a tempo di record». Missione complicata, visto che il senatore Miguel Gotor già dice: «Bene alla pausa di riflessione, l’assunzione dei precari può essere fatta per decreto ». Trascorsi tre giorni, si considererà la stagione andata e si punterà a organizzare il grande incontro per inizio luglio. La legge sarà riscritta e reincardinata in Senato a settembre, adesso bisogna fare spazio a Rai e Titolo V. «Restano fermi tre punti della riforma: autonomia delle scuole, premio del merito e valutazione dei docenti».

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