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La Provincia di Sondrio: Questa scuola poco propensa a mettersi in gioco

il senso comune, generalmente non accompagnato da un'adeguata e corretta informazione, non coglie l'essenza delle cose e stravolge la natura dei problemi

21/09/2007
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Il ministro Fioroni intende ripristinare gli esami di riparazione. L'iniziativa riscuote uno straordinario e generalizzato consenso. Si tratta di un episodio che esemplifica con nitidezza una situazione oggi ricorrente: il senso comune, generalmente non accompagnato da un'adeguata e corretta informazione, non coglie l'essenza delle cose e stravolge la natura dei problemi. Il provvedimento ministeriale di cui stiamo trattando vorrebbe evitare che, nelle prossime indagini internazionali, il nostro sistema scolastico sia nuovamente classificato a livello dei paesi del terzo mondo. Il ritorno al passato, il richiamo alla severità implicano l'idea che la responsabilità degli esiti negativi sia interamente degli studenti. I risultati scolastici, però, rappresentano l'esito di un processo di comunicazione: da un lato ci sono i giovani, dall'altro l'istituzione scolastica. Lo studio dei processi educativi che si sviluppano nelle scuole fa emergere una diversa ipotesi interpretativa: i giovani non rispondono alle sollecitazioni della scuola perché non le ritengono significative. Un'esemplificazione è necessaria. L'osservazione sarà circoscritta a quanto avviene nelle aule scolastiche nelle ore di matematica. Un autorevole giudizio sulla qualità dei materiali acquistati dalle famiglie degli studenti è stato recentemente espresso da Vinicio Villani, già presidente dell'Unione Matematica Italiana. Egli afferma che i libri di testo di matematica ricalcano i soliti itinerari di 30-40 anni fa, cui è stato aggiunto qualcosa d'Informatica. Ma il tutto rimane slegato, senza un filo conduttore. Anche le parti che maggiormente si presterebbero a un progetto nuovo - penso a Statistica e Probabilità, ai loro rapporti con il mondo reale, alle possibilità che offrono di sfatare il mito dell'oggettività della Matematica - sono sviluppate in modo ripetitivo, continuando ad aggiungere esercizi a esercizi. Sempre gli stessi. Enrico Maranzana Quello che lei dice sull'insegnamento della matematica lo argomentò già nel 1962 un insigne matematico e pedagogista ungherese, Zoltan Paul Dienes, nel libro «Costruiamo la matematica», in cui imputava a una didattica "trasmissiva" e "frontale" la responsabilità di aver creato un esercito (il 73% della popolazione) di emarginati rispetto al mondo dei numeri e delle formule. I 45 anni trascorsi senza innovazioni significative nell'insegnamento di questa materia, a parte iniziative di singoli docenti che anche a Como hanno sperimentato un approccio ludico e laboratoriale, la dice lunga sulla scarsa propensione del sistema scuola a mettersi in gioco. Lo stesso vale per gli esami a settembre che, non dimentichiamolo, portano con sé qualcosa di ben più retrivo della lezione frontale: le ripetizioni individuali, ed esentasse, che hanno arricchito molti professori, ma non sempre hanno colmato proporzionalmente le lacune degli allievi paganti. Pietro Berra p.berra@laprovincia.it


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