La Provincia di Lecco-Prevista una grande partecipazione di insegnanti e personale amministrativo alla protesta anti Moratti
Prevista una grande partecipazione di insegnanti e personale amministrativo alla protesta anti Moratti con disagi per le lezioni Docenti e impiegati in sciopero: classi a rischio chiusura Elisa R...
Prevista una grande partecipazione di insegnanti e personale amministrativo alla protesta anti Moratti con disagi per le lezioni Docenti e impiegati in sciopero: classi a rischio chiusura
Elisa Ripamonti
Plessi scolastici chiusi e lezioni a rischio. È il quadro che si prospetta per domani, in occasione dello sciopero nazionale del pubblico impiego indetto dalle sigle sindacali riunite Cgil, Cisl e Uil. Intanto si è passati alla distribuzione di volantini per informare il personale e le famiglie sui motivi della protesta di piazza. "Parecchie scuole chiudono - racconta il segretario Cisl scuola Elisa Ripamonti - stanno già cominciando a comunicare le adesioni. Per ora abbiamo la certezza su Lecco 3, Olgiate Molgora, alcuni plessi della De Amicis, Pescate". Insomma, i sindacati sembrano non avere dubbi: secondo le loro fonti l'adesione sarà massiccia. Anche se come sottolinea Pino Pellegrino della Uil scuola che doamni sarà a Roma a capo di una delegazione, i sindacati hanno chiesto agli insegnanti di appellarsi alla legge 143 e di non comunicare ai capi d'istituto l'adesione o meno allo sciopero. "In questo modo i dirigenti dovrano decidere se tenere aperta la scuola senza però poter garantire l'orario scolastico oppure chiuderla - sottolinea - anche in questo caso saranno presenti solo gli insegnanti che non scioperano. Ovunque comunque riteniamo che l'andamento delle lezioni sarà molto difficoltoso". Lo sciopero del resto non riguarda solo i docenti, ma l'intero personale tecnico e amministrativo, cosiddetto Ata, che generalmente oltre a gestire la pulizia interna, si occupa di aprire e chiudere le strutture scolastiche. A Lecco non sono previsti appuntamenti di piazza, tranne un'assemblea alla Banca popolare di Sondrio organizzata dalla Cgil scuola rivolta a studenti e genitori e ai docenti che pur scioperando non intendono andare a Roma. Per il resto una delegazione Cgil, Cisl e Uil, di circa 50 persone, raggiungerà la capitale per manifestare il proprio dissenso contro la riforma Moratti e la politica governativa. I capi d'imputazione sono tanti: innanzi tutto il rinnovo del contratto, fermo ormai dallo scorso dicembre, la mancanza di finanziamenti per istituire il tutor e le nuove figure nella scuola d'infanzia per l'anticipo scolastico, i tagli ai fondi d'istituto e in gli ultimi sono stati definiti proprio un paio di giorni fa nell'ambito della discussione della finanziaria, la situazione cronica dei precari. Insomma, il grido di protesta in quello che è già stato battezzato il "No Moratti day" sarà unanime. Anche per dare senso e significato al quadro desolante emerso durante il ciclo di assemblee sindacali nelle scuole della provincia dal 7 novembre a due settimane fa. "Il disorientamento e l'insicurezza sono generali '#8211; continua la Ripamonti '#8211; Non c'è prospettiva futura, si vive alla giornata senza nessuna garanzie di efficienza. Le classi sono più vicine ai 30 alunni che non ai 20 ed è difficoltoso fare lezione. Non ci sono risorse aggiuntive per garantire progetti di inserimento e integrazione per gli handicappati e gli extracomunitari. I tagli ai fondi hanno menomato la programmazione, che non può assolutamente essere lungimirante. Tutto questo logora i piani di offerta formativa. Nella riforma Moratti si parla tanto di piani individualizzati, curricula flessibili e recuperi, ma senza risorse è impossibile attuare quel che c'è scritto su carta". Insomma la situazione per i sindacati è grave. Senza contare la questione più spinosa. "La scuola vive di precariato, senza personale stabile non è possibile organizzare il lavoro. In alcuni istituti ci sono più precari che personale di ruolo. Non è più possibile andare avanti". Chiara Sirna