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La Provincia di Como-1 Imprenditori e artigiani chiedono un potenziamento della formazione professionale Gli industriali: così lavoreranno solo gli immigrati

le reazioni / 1 Imprenditori e artigiani chiedono un potenziamento della formazione professionale Gli industriali: così lavoreranno solo gli immigrati Giorgio Carcano "Attenti a diventare tut...

26/01/2005
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La Provincia di Como

le reazioni / 1 Imprenditori e artigiani chiedono un potenziamento della formazione professionale Gli industriali: così lavoreranno solo gli immigrati

Giorgio Carcano

"Attenti a diventare tutti avvocati, rischierete di arrivare a 35 anni facendo i portaborse dei colleghi". Il mondo imprenditoriale comasco commenta con rammarico le cifre fornite in questi giorni dalle scuole medie della città. Numeri che parlano chiaro: secondo le prime stime il 60% degli alunni sceglierà un liceo, a discapito delle scuole tecniche o professionali. Una delle colpe di questa tendenza viene addebitata ai dettami della riforma ministeriale: "È colpa dell'equivoco del "liceo tecnologico" proposto dalla Moratti - ha spiegato il presidente dell'Unione industriali Giorgio Carcano - a quel punto molti genitori preferiscono mandare i propri figli direttamente al liceo, se tanto poi, dopo il cosiddetto "liceo tecnologico", devono comunque andare all'università. Come mondo dell'industria questo non ci piace, vogliamo più spazio per la formazione professionale di qualità". Il pericolo che molti imprenditori siano costretti a guardare all'estero è dietro l'angolo: "Rischiamo di avere frotte di studenti laureati in materie umanistiche e poi assumere immigrati per i lavori più comuni" ha aggiunto Carcano. Una situazione alla quale gli imprenditori pensano da tempo, e che in molti sperano di risolvere al più presto, proponendo delle soluzioni: "Noi come industriali stiamo cercando di capire come dare valore all'area professionale - ha continuato il presidente - Vogliamo che l'istruzione sia a più stretto contatto con il mondo del lavoro, spingendo verso la creazione e l'ampliamento di progetti di scuola-lavoro. Vogliamo un percorso di formazione che inizi a 14 anni e faccia uscire gli studenti a 18 con tutte le conoscenze professionali richieste". L'importanza di una maggiore cultura generale viene sottolineata da più parti, ma questo, dicono gli imprenditori, non deve far perdere di vista una delle funzioni principali della scuola: preparare al mondo del lavoro. Il presidente degli Artigiani, Cornelio Cetti, lancia un messaggio a genitori e studenti: "Non crediate che la laurea vi dia un lavoro certo, bisogna pensarci bene. La cultura è una cosa fondamentale, ma non bisogna tralasciare le scuole professionali che preparano con grande specializzazione. Tante lauree in materie umanistiche non sono facilmente spendibili nel mondo del lavoro, in certi settori il mercato ormai è saturo". Cetti non nega che la tendenza generale spinga i genitori ad iscrivere i propri figli in scuole che possano aprire a carriere di più alto livello, ma avverte: "Imparare un mestiere oggi è importante, sul territorio ci possono essere prospettive anche migliori di quelle che hanno gli universitari. Di lavoro ce n'è, dopotutto facciamo parte della ricca Lombardia". Per il presidente degli artigiani i dati che arrivano dal mondo della scuola non sono una novità, dalla sua esperienza professionale ha già potuto confrontarsi con questo fenomeno: "Ho avuto difficoltà a sostituire due dei miei operai. Una mamma mi ha mandato suo figlio in prova: non è durato più di due settimane. Un giorno mi chiama e mi dice: "non ve lo mando più, torna a casa tutti i giorni stanco e sporco". Il nuovo modo di pensare della maggioranza è questo. Attraverso l'azione della Camera di Commercio spingeremo per il sostegno delle scuole professionali, anche per corsi serali". Claudio Bustaffa


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