La Padania-Un albo nero per gli insegnanti anti-presepe
Un albo nero per gli insegnanti anti-presepe Zaia al ministro Moratti: "Così i genitori sapranno dove iscrivere i loro bimbi" PIER LUIGI PELLEGRIN ...
Un albo nero per gli insegnanti anti-presepe
Zaia al ministro Moratti: "Così i genitori sapranno dove iscrivere i loro bimbi"
PIER LUIGI PELLEGRIN
- L'unico modo per salvarsi dall'epidemia di insegnati "anti-Presepe", che sta scoppiando un po' ovunque, è quella di scegliere la strada della trasparenza. In questo senso, dunque, il presidente della Provincia di Treviso, Luca Zaia, chiederà al ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti, di istituire l'albo degli "obiettori". In questo modo, ha spiegato il leghista, i genitori sapranno preventivamente dove iscrivere i loro figli senza incorrere in spiacevoli sorprese, come accaduto non solo quest'anno con i Presepi, ma anche qualche tempo fa con i Crocefissi, che i soliti zelanti alfieri della società multietnica volevano eliminare dagli edifici scolastici dell'intera penisola. Solo a Treviso, per fermarli, lo scorso anno Zaia distribuì 2.200 di questi emblemi sacri della cristianità. Le iniziative contro i simboli religiosi, però, non sono più sporadici tentativi di qualche laicista esaltato, ma stanno diventando delle operazioni capaci di mettere in crisi il già precario equilibrio della scuola italiana. In molti casi, infatti, i diktat anticristiani di questi insegnanti sono purtroppo già riusciti a dividere famiglie e genitori. A Treviso, per esempio, si è già costituito un comitato di genitori per difendere proprio le maestre che avevano bandito Gesù dalla scuola. Una reazione del genere deve far riflettere su quanto sia enorme il potere della figura dell'insegnante nella scuola pubblica italiana e, pertanto, di quanto possano rivelarsi gravi i danni da lui provocati. È persino imbarazzante, infatti, notare come dietro l'azione dei genitori in difesa delle maestre si celi in tutta evidenza il terrore di vedere i propri figli colpiti nel voto in pagella e nel giudizio di fine anno. Padri e madri indifesi di fronte a simili situazioni, genitori preoccupati per il futuro dei loro bambini. Genitori che avrebbero, pertanto, tutto il diritto di essere preventivamente avvertiti su quali siano gli indirizzi pedagogici degli educatori, nelle cui mani mettono il futuro dei propri figli.
Presidente Zaia, come agirà nei confronti della Moratti?
"È molto semplice: scriverò una lettera aperta al ministro nella quale le chiederò espressamente di istituire un albo per gli insegnanti "obiettori" che non vogliono il Presepe, o altri simboli cristiani nelle nostre scuole".
E poi, come suggerirebbe di comportarsi nei confronti di costoro?
"Magari potrebbero metterli tutti nella medesima scuola, così non provocheranno ulteriori divisioni e disagi ai nostri ragazzi".
Perché questi "cattivi maestri" sono così pericolosi?
"Perché con il loro comportamento questi insegnanti pretendono, in nome dell'estrema tolleranza, di cambiare regole già scritte e condivise. Si tratta quindi di iniziative destabilizzanti per gli allievi e per l'intero sistema scolastico. Per non parlare del fatto che così facendo si sta addirittura procurando un vero e proprio razzismo al contrario".
Secondo lei per quale motivo questi insegnanti si comportano in tal modo?
"Il problema è che queste persone vogliono laicizzare la scuola a 360 gradi: lo scorso anno hanno cominciato con i Crocefissi, adesso sono passati al Presepe, la prossima volta chissà cosa si inventeranno pur di andar a colpire le nostre tradizioni".
Quindi non è solo una questione di credo religioso?
"Sicuramente entrano in gioco i valori cristiani che noi tutti condividiamo, ma secondo me in casi come questi si vuole andare anche oltre, colpendo tradizioni secolari, radicate nel nostro costume e nell'immaginario collettivo di ogni comunità. Penso, per esempio, che nel Presepe a Napoli qualcuno mette la statua di Totò, così come a Treviso troverà posto la statuina di un fabbro o di un falegname. Intendo dire, insomma, che questi sono valori strettamente legati alla nostra identità. Se qualcuno riesce ad abbattere questi valori, allora rischiamo seriamente di far entrare la globalizzazione come un fiume in piena anche nelle nostre scuole. Se qualcuno vuole che una scuola di Treviso sia uguale a una scuola di Baghdad o di Boston, abbia il coraggio di dirlo apertamente".
Però chi toglie i simboli religiosi dice di farlo anche in nome di una scuola laica
"Chi tira in ballo la laicità della scuola doveva farlo prima di essere assunto. È troppo comodo percepire uno stipendio da quella stessa istituzione che si intende distruggere. In ogni caso non si può decidere la laicità della scuola con una decisione unilaterale, come quella presa da questi insegnanti, che a quanto risulta non si sono presi la briga di discuterne prima con i genitori. In questo modo, comunque, anziché fare un passo in avanti hanno solamente diviso le famiglie, davvero un bel risultato".
Non crede che da sinistra arriveranno le solite accuse di razzismo?
"Tanto per essere chiari vorrei ricordare che questa protesta non ha il genetliaco della Lega Nord, ma è partita direttamente dalle lettere di protesta indirizzate dai genitori ai giornali locali. Genitori preoccupati per l'educazione dei loro figli e per l'evidente discriminazione subita. Direi che non c'è altro da aggiungere".
Lei, tra l'altro, ha anche notato come la figura di Gesù non sia in antitesi con la religione mussulmana
"Già, sembra davvero una situazione inverosimile: nel loro eccesso di zelo queste persone hanno anche compiuto un errore grossolano, dimenticandosi che per i mussulmani Gesù è il penultimo profeta e che, quindi, chi professa tale religione non ha alcun motivo di sentirsi imbarazzato o a disagio se nel Presepe trova determinate scene della Natività".