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La Nuova Sardegna-No alla Moratti e alla guerra

"No alla Moratti e alla guerra" Manifestazione regionale contro la riforma scolastica Studenti e docenti sono arrivati a Cagliari da tutta l'isola ROBERTO PARACCHINI ...

25/03/2003
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Nuova Sardegna

"No alla Moratti e alla guerra"
Manifestazione regionale contro la riforma scolastica
Studenti e docenti sono arrivati a Cagliari da tutta l'isola
ROBERTO PARACCHINI


CAGLIARI. "In difesa della scuola pubblica", recita lo slogan di apertura della manifestazione, sorretto da alcuni bambini che con una manina tengono lo striscione, con l'altra mangiano una pasta. A fianco a loro, vigili, le maestre tengono cartelli pieni di parole colorate dai loro alunni: "La pace è gioia e amore", "La pace è bella e dà felicità". Bimbi e maestre rappresentano il circolo didattico di Santa Cateriena di Cagliari. In circa 5mila, tra insegnanti, personale non docente e studenti, hanno percorso via Roma, sino a piazza del Carmine.
Manifestavano contro la riforma Moratti. La protesta promossa da Cgil, Cisl, Uil e Snals, si è svolta in contemporanea nazionale: per chiedere il rinnovo del contratto di lavoro "fermo da quindici mesi e perchè la riforma Moratti vuole far portare indietro la scuola di diecenni", ha affermato Peppino Loddo (segretario regionale della Cgil scuola) in apertura del breve comizio finale tenuto in piazza del Carmine, davanti alla sede del rappresentante del Governo centrale.
Parallelamente si è svolto anche un altro corteo (con circa cinquecento persone) promosso dai Cobas, sempre per dire "no" alla riforma Moratti: da piazza Repubblica all'inzio di via Roma. "Continuamo a farci del male", avrebbe detto Nanni Moretti rivolto all'incapacità di fare una sola manifestazione: ma la richiesta dei Cobas, di protestare assieme, ha trovato il "no" determinato della Cisl.
"Scuola pubblica addio!!! Riforma Moratti... Oddio!', apostrofava un altro striscione del corteo centrale. Indetta per le 9.30, la manifestazione dei confederali e dello Snals si è mossa poco dopo le 10.30 dopo l'arrivo dei cinque pullman provenienti da Sassari. In precedenza si erano uniti anche i rappresentanti del mondo della scuola Oristano e Nuoro. Il corteo ha, poi, proseguito lentamente coprendo tutta via Roma, dal palazzo della Regione sino a via Sassari. Molti studenti indossavano la bandiera della pace, altri tenevano ai lati un grande lenzuolo colorato simile alla bandiera (di almeno se metri per quattro), accompagnato con slogan sulla pace.
Il "no" alla riforma della scuola del ministro Letizia Moratti, e il "no" alla guerra si è intrecciato in un susseguirsi di slogan e canzoni. Tanti giovani avevano dipinto in faccia il simbolo della pace. All'incrocio di via Roma con largo Carlo Felice, alle note di "Image" di John Lennon, giovani e meno giovani si sono fermati a cantare l'inno alla pace dell'ex Beatles. "La presenza degli insegnanti è buona - ha commentato Gianni Marilotti, professore di filosofia - ma gli studenti hanno vivacizzato e ampliato la manifestazione".
Stando alle previsioni del ministero, solo in Sardegna si perderanno mille posti di lavoro. Senza la riduzione degli insegnanti di sostegno. "I '#8216;tagli' per l'isola rappresentano il 3,68 per cento, contro una media nazionale dell'1,14 per cento - ha sottolineato il segretario regionale Cisl, Scuola Pino Ciulu - negli ultimi cinque anni sono stati sopressi 5.500 posti di lavoro".
Non sono mancati, nemmeno gli slogan più politici: "No al governo dei padroni, via il governo Berlusconi". L'obiettivo principale, però, è la riforma della scuola: "Berlusconi, Tremonti, Moratti: nella scuola sono misfatti". Tra i manifestanti anche striscioini di singole scuole come "Il Calvino non si tocca" (un istituto di Cagliari che dovrà essere accorpato) e "No ai laboratori a pagamento, sì all'istruzione pubblica" dell'industriale Marconi di Cagliari.
Ma il dramma di questa riforma "non è solo il ritorno indietro e la riproposizione di scuole separate, per ricchi e poveri - spiega Graziano Tidore, insegnante di lettere a Bono - è che in questo modo si chiudono le scuole senza pensare che in alcuni paesi, queste sono l'unico presidio di legalità e di incontro".
La scuola vive, per definizione, nella pace: "Le guerre di sterminio danno luogo a una pace perpetua nel grande cimitero del genere umano", recita un cartello '#8216;indossato' da una studentessa che cita Immanuel Kant.


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