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La Nuova Sardegna-Moratti sei la nostra rovina

Moratti sei la nostra rovina" Scuola: sindacati, genitori e studenti contro la riforma CAGLIARI. L...

26/02/2004
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Nuova Sardegna

Moratti sei la nostra rovina"
Scuola: sindacati, genitori e studenti contro la riforma


CAGLIARI. L'ingresso nella scuola dell'infanzia a due anni e mezzo, la reintroduzione della figura del maestro unico, chiamato adesso tutor, impoverimento dell'offerta formativa. E come se non bastasse, diecimila posti di lavoro a rischio in tutta l'isola. Altro che riforma: quella del ministro dell'istruzione, Letizia Moratti, andrebbe piuttosto chiamata controriforma. Con una scuola che diventa sempre più azienda, a discapito di quel modello votato all'efficienza e democrazia che per anni tutto il mondo ci ha invidiato. Cgil, Cisl e Uil non ci stanno e insieme a insegnanti e personale scolastico ieri sera hanno chiamato a raccolta anche genitori e studenti, per un nuovo assalto a un progetto bocciato su tutta la linea.
Parte da qui la nuova offensiva contro un modello di scuola mercificata. Un modello che, per usare le parole del segretario regionale della Cgil Scuola Peppino Loddo, 'ha come fine quello di ristrutturare la scuola pubblica a vantaggio della privata'.
"Si prenda ad esempio la decisione di voler anticipare l'ingresso nella scuola dell'infanzia a due anni e mezzo - dice Loddo - bene: è un tentativo che ci riporta alla logica dei vecchi asili, un ritorno al passato che distrugge anni e anni di progresso nel campo della pedagogia".
Dalle scuole di infanzia, a quelle elementari, e sino alle superiori, la situazione non migliora. "Dopo anni di discussione, finalmente ci si è resi conto del fatto che il sapere era diventato una cosa sempre più complicata e che alla fine alle elementari era necessario non uno ma anche tre o quattro insegnanti - va avanti Loddo - e ora la Moratti che fa? riporta in vita la figura del maestro prevalente, convinta che possa essere un tuttologo e riponendo così una visione pedagogica che ormai non esiste più". A tutto questo si aggiunge la rivoluzione del tempo scuola: "Un pacchetto in cui le ore di lezione sono portate da una media di 40 a una di 27 - osserva sconsolato Nino Martino, altro esponente della Cgil Scuola - come dire: l'offerta formativa è ridotta all'osso e il resto, che diventa opzionale, che se lo scelga chi capisce l'importanza dell'istruzione".
Preoccupazione per il futuro della scuola è espressa anche dai genitori e dal comitato Scuola-città: "Non sono certo nostalgica, ma basta vedere come è stato ridimensionato il fenomeno dell'analfabetismo per capire l'importanza dell'istruzione pubblica - dice Luisa Sassu, madre di due bimbi all'inizio del loro percorso scolastico - per non parlare della democraticità del sistema: figli di contadini che hanno possibilità di andare avanti, di costruirsi una posizione grazie all'istruzione". E con la riforma Moratti è proprio questo il rischio più grosso: "La vera ricchezza della nostra scuola - ha sottolineato ancora Peppino Loddo - è quella di avere tutte insieme tante persone diverse e di dare a ognuno allo stesso modo, le stesse possibilità di prepararsi per la vita. Ora si rischia invece di sfornare cittadini di serie A e altri di serie B". Porte sparngate, alla Moratti, con Cgil, Cisl e Uil che dicono: vogliono evitare la catastrofe. E naturalmente, unendo le forze. Per questo la mobilitazione va avanti: stasera, alle 15.30 appuntamento sotto la sede scolastica regionale per un sit in di protesta che vuole essere anche contro il direttore della scuola sarda Armando Pietrella. Segnali di malcontento, intanto, arrivano anche dai Cobas che per il primo marzo hanno indetto uno sciopero generale della scuola.
Sabrina Zedda


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