La nuova Sardegna-Cara Moratti, questa riforma non ci piace"
Cara Moratti, questa riforma non ci piace" Secca bocciatura per la sperimentazione proposta dal ministro dell'Istruzione NUORO. Suona la prima campanella. E parte il nuovo anno scolastico. Caric...
Cara Moratti, questa riforma non ci piace"
Secca bocciatura per la sperimentazione proposta dal ministro dell'Istruzione
NUORO. Suona la prima campanella. E parte il nuovo anno scolastico. Carico ancora una volta di tensioni e polemiche. L'ultimo "no" è arrivato da Furreddu. Anche il 4° circolo didattico di Nuoro ha, infatti, bocciato la sperimentazione proposta dal ministro all'Istruzione Letizia Moratti. Lunedì scorso il collegio di viale Costituzione ha negato l'autorizzazione al nuovo disegno governativo. "Non per una questione di parametri - sottolineano gli insegnanti - ma perché questa sperimentazione non ci interessa affatto". Ma il mondo della scuola accusa più in generale il ministro di aver calato dall'alto una riforma senza che la base la condividesse. E tutti sembrano essere convinti che lo scopo ultimo della riforma è quello di tagliare.
Prima erano state le scuole elementari del Ferdinando Podda. Poi quelle di Monte Gurtei e di Calamida. Tre circoli, ai quali si è poi unito quello di Furreddu, per dire "no" alla Moratti. Ma il rifiuto è arrivato anche dai paesi della provincia. "Chiediamo semplicemente che ci ascoltino" è la voce comune. Il termometro del malcontento sale sempre più, specie quando si parla di scuola-azienda: "Non abbiamo bulloni da stringere o da vendere - dice una maestra - abbiamo bambini che vanno tutelati e la scuola non è per niente un'azienda".
Dubbi e perplessità che gli insegnanti delle scuole elementari avanzano con la convinzione di chi, nella riforma, non vede uno spiraglio di innovazione ma intenti ben diversi.
"Ho molte perplessità - dice Francesco Cossu, maestro alla scuola elementare di San Pietro - in merito a questa riforma. Da una parte, quella della proposta didattica, non vedo grandi novità. Lo studio dell'inglese e dell'informatica previsti dalla sperimentazione sono in linea con i programmi del 1985 e noi li svolgiamo già da tempo. Dal punto di vista organizzativo le novità sono invece molteplici. Spariscono i moduli ma per una motivazione che sinceramente non conosciamo e non riusciamo a capire".
Risale a metà degli anni Ottanta l'introduzione del modulo di tre insegnanti nelle classi della scuola elementare e oggi, con la sperimentazione, è previsto il ritorno alla figura dell'insegnante prevalente del team docente. Questa nuova figura assicura in ciascuna classe una presenza temporale fino a 21 ore e comunque non meno di 18 ore settimanali di insegnamento frontale e cura la continuità educativa e didattica e il rapporto con le famiglie. È, insomma, il coordinatore del team docente e il tutor degli alunni.
"In questo modo si creeranno dei conflitti tra docenti - continua Francesco Cossu - perchè quello prevalente diventerà l'insegnante di serie A e non ci sarà più un corpo docente parificato quale era quello del modulo".
E pare essere proprio questo uno degli aspetti della riforma maggiormente contrastati dagli insegnanti dei circoli didattici. "Non riusciamo a capire perchè, se nella scuola dell'infanzia esistono due maestri e nelle medie sono circa sei professori, nelle elementari debba esserci solo un insegnante. O forse tutti lo capiamo ma non abbiamo il coraggio di ammetterlo. Si vuole risparmiare tagliando il corpo dei docenti. Può essere questa la motivazione? È probabile".
A Furreddu un gruppo di maestre parla inevitabilmente di questa sperimentazione "calata dall'alto, così, all'improvviso, senza che le stesse famiglie fossero avvisate per tempo". Troppa fretta, insomma. Anche chi è d'accordo con il fatto che l'Italia deve tenere il passo europeo, ha visto nella proposta di Letizia Moratti un'eccessiva "intraprendenza". Gli inserimenti precoci sono, in sostanza, ritenuti dannosi, se attuati dall'oggi al domani. Ma la lamentela che accomuna tutti è una sola: "Noi operatori della scuola siamo gli ultimi ad essere ascoltati per quanto riguarda qualsiasi innovazione da introdurre nel mondo dell'istruzione".