La Nuova Ferrara-Università, un disegno subito contestato
Università, un disegno subito contestato Riforma all'esame del parlamento Docenti e opposizione protestano Incentivi economici per chi si impegna e concorsi nazionali MON...
Università, un disegno subito contestato
Riforma all'esame del parlamento Docenti e opposizione protestano
Incentivi economici per chi si impegna e concorsi nazionali
MONICA VIVIANI
ROMA. Professori a termine e ricercatori Co.co.co. Saranno loro i protagonisti della nuova Università italiana voluta dal governo Berlusconi. E' quanto prevede il disegno di legge di riordino dello stato giuridico dei docenti universitari varato ieri dal Consiglio dei Ministri. Tra le principali novità del provvedimento, all'esame del Parlamento, ci sono il reclutamento dei professori, ordinari e associati per conocrso nazionale.
E poi ancora: incentivi economici per i docenti che più si impegnano e programmi di ricerca ad hoc finanziati dalle imprese. Una riforma già contestata dal mondo accademico e varata nonostante l'appello dei rettori che giovedì avevano chiesto al ministro dell'Istruzione di sospendere l'iter della legge.
Incentivare l'impegno dei docenti, dare più flessibilità al sistema, assicurare trasparenza e omogeneità nella scelta dei professori: questo gli obiettivi del ddl che Letizia Moratti ha definito "in linea con gli assetti europei".
Reclutamento docenti. Si torna al concorso nazionale e viene introdotta l'idoneità scientifica valutata da commissioni nazionali. I vincitori dei concorsi avranno contratti a termine di tre anni, rinnovabili per altri tre, alla scadenza dei quali gli atenei dovranno nominarli in ruolo o rimandarli a casa. C'è comunque la possibilità di trasformare il contratto a termine in contratto a tempo indeterminato prima della scadenza.
Ricercatori. Non si faranno più concorsi per ricercartori. Al loro posto le Università potranno stipulare contratti di collaborazione coordinata e continuativa con i possessori di laurea specialistica o studiosi. Dureranno 5 anni e saranno rinnovabili una sola volta.
Stipendi legati al merito. La retribuzione dei docenti sarà formata da una parte fissa e una variabile. Non sarà penalizzato chi svolge attività esterne, ma aumenterà il carico di lavoro. La retribuzione fissa sarà legata a 350 ore annue, di cui almeno 120 di didattica. Quella variabile sarà legata al merito.
Apertura ai privati. Gli atenei potranno svolgere progetti di ricerca in convenzione con imprese o fondazioni.
Docenti stranieri. E' prevista la copertura di una percentuale non superiore al 6% dei posti mediante nomina in ruolo di studiosi stranieri, o italiani impegnati all'estero, di chiara fama. Le Università potranno anche stipulare contratti di tre anni con studiosi.
Tra i primi a contestare il disegno di legge: la Conferenza dei rettori che parla di "dequalificazione" dell'insegnamento con prospettive nulle per i giovani e annuncia battaglia. Secondo il presidente Piero Tosi inoltre il ddl "è privo di copertura finanziaria". Per i Ds il disegno di legge "mina l'autonomia universitaria e precipita l'università in uno stato di crisi strutturale". La Margherita chiede le dimissioni del ministro che "dopo il tentativo di sfasciare la scuola, passa a quello di sfasciare l'Università". Per il Pdci e per l'Associazione dottori di ricerca sarà inevitabile "la fuga dei cervelli". E anche per la Cgil è "un ulteriore colpo alla condizione già precaria degli atenei".