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La Nuova Ferrara-"Ritiro immediato della riforma"

di Alessandra Mura "Ritiro immediato della riforma" Il Rettore Bianchi: il ddl Moratti è un atto contro gli Atenei UNIVERSITÀ IN RIVOLTA ...

29/09/2005
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Nuova Ferrara

di Alessandra Mura
"Ritiro immediato della riforma"
Il Rettore Bianchi: il ddl Moratti è un atto contro gli Atenei
UNIVERSITÀ IN RIVOLTA


Un'Università precaria, povera e orfana della ricerca. Relegata al solo ruolo didattico. Che, slegato dalla fondamentale componente della ricerca, non può non risultare mediocre. In altre parole: un attacco mortale alla qualità degli Atenei pubblici. Questi gli effetti del ddl Moratti sulla riforma dell'ordinamento giuridico dei docenti universitari. Un testo che, con il "blitz" della fiducia attuato ieri dal governo potrebbe essere approvato già oggi ed entrare in vigore in meno di un mese. Ieri tutti gli Atenei d'Italia erano in fibrillazione. A Ferrara, assemblea straordinaria.
Studenti, professori, ricercatori strutturati e precari, fino al Senato Accademico e al Rettore. L'Università ferrarese si è mostrata compatta nel chiedere il ritiro immediato della proposta. Patrizio Bianchi ha voluto esprimere di persona il suo pieno sostegno alla protesta accademica, leggendo a nome di tutto il Senato una dichiarazione che è stata poi immediatamente "girata" al ministro Moratti: "A nome di tutta l'Università - ha detto il Rettore - giudico gravissima la decisione del Senato della Repubblica di mettere subito ai voti il ddl, e improvvida la scelta del governo di porre la fiducia su un atto contro le Università e dannoso per il rilancio della ricerca". In questo modo i vertici dell'Ateneo hanno confermato la loro solidarietà, replicando a una lettera-appello inviata proprio l'altro giorno dai Coordinamenti dei ricercatori strutturati e dei ricercatori precari e dell'associazione studentesca Rua.
Tre i nodi fondamentali della riforma Moratti, destinata a scardinare le fondamenta degli Atenei pubblici. È un provvedimento "senza oneri per la finanza statale". Tradotto: senza risorse economiche. Secondo: precarizza la carriera accademica, potenziando gli incarichi a tempo determinato. Oggi, ha spiegato Silvia Sabbioni (coordinamento ricercatori precari), il corpo docente e dei ricercatori dell'Università estense è composto al 40% da precari. E in tutta Italia sono già arrivati a quota 50mila, "complice" il blocco delle assunzioni previsto delle precedenti leggi Finanziarie. La stessa Sabbioni è un caso emblematico: laureata nel 1989 in farmacia, a quarant'anni è ancora senza posto fisso, con uno stipendio medio che si aggira sui 1.000 euro. Il ddl in corso di approvazione è il colpo di grazia. Perché, terzo "grimaldello", la proposta di fatto mette a esaurimento il ruolo di ricercatore strutturato, ovvero assunto a tempo indeterminato. Un ruolo che, per i ricercatori precari, rappresentava il gradino per l'ingresso all'Università. Con la riforma i precari potranno soltando puntare direttamente al ruolo di docente associato. Mettendosi però in fila dietro i ricercatori strutturati a loro volta in attesa dell'avanzamento di carriera. E per chi è di fatto tagliato fuori dall'Università, la possibilità di "riciclarsi" nelle industrie, in Italia, è ridotta al lumicino, a differenza di altri Paesi (primo fra tutti gli Usa, presi a modello dal ministro Moratti). Con la scomparsa del ricercatore, hanno ribadito per i coordinamenti ferraresi Davide Ferrari, Emilio Saccani e Silvia Borrelli, è la stessa ricerca a essere cancellata dagli Atenei pubblici per essere riservata agli Istituti di ricerca privati.
Per questo la richiesta degli Atenei, tra cui quello ferrarese, è il ritiro immediato del ddl. "Purtroppo dobbiamo già pensare alle contromisure del "dopo" riforma - ha detto Saccani - perché con grande probabilità il ddl diventerà legge e sarà in vigore in meno di un mese". Al tempo stesso, ha ribadito Sabbioni "dobbiamo respingere la logica della rassegnazione: il riordino Moratti non va accettato come ineludibile". Proprio i precari faranno sentire la loro voce a Ferrara in occasione di un importante comvegno nazionale in programma a fine ottobre. E gli studenti di oggi, preoccupati di diventare i precari di domani, si uniscono al coro di proteste per un ddl "che minaccia lo stesso diritto allo studio".


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