La Nuova Ferrara: L’istruzione è rimasta al verde
L’allarme degli istituti, che ora sollecitano il ministero
SILVIA SIANO
Ormai le scuole ferraresi stanno raschiando il barile: i bilanci sono ridotti all’osso e i conti non tornano più. E non solo perché anno dopo anno le risorse finanziare erogate agli istituti superiori sono andate via via riducendosi.
Il problema deriva dal fatto che il ministero del Tesoro - evidenziano i dirigenti delle scuole - non si è ancora deciso a pagare gli arretrati del biennio 2005-2006 per il pagamento degli stipendi ai supplenti. Soldi che le singole scuole hanno anticipato di tasca propria, sottraendole temporaneamente ai compensi per le ore extracurricolari, e che ancora non sono stati rimborsati.
Queste rocambolesche quadrature di bilancio ora non sembrano più possibili. Lo gridano a gran voce i dirigenti scolastici degli istituti superiori - e non solo - di Ferrara e provincia, che nei giorni scorsi hanno dato corpo alla protesta, inviando singolarmente al ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni una lettera nella quale si dettaglia l’entità degli arretrati. Un documento con il quale si evidenziano le spese che sono state sostenute nel biennio trascorso da ciascun istituto per le supplenze temporanee.
Per alcune scuole, «il buco» è davvero ingente: si va dai 14mila euro dell’istituto «Vincenzo Monti» agli oltre quarantamila euro dell’istituto tecnico statale per geometri «Aleotti», agli oltre centomila euro dell’istituto «Carducci» e, per uscire dai confini strettamente comunali di Ferrara, del circolo didattico di Portomaggiore.
Il problema poi non si esaurisce con il pagamento degli arretrati, ed anzi persiste e si aggrava perché le scuole da settembre 2006 hanno iniziato ad anticipare gli emolumenti per i supplenti, continuando ad attingere da quelli che sono i loro bilanci, già in partenza non particolarmente floridi. Alcuni istituti come l’«Aleotti» hanno già ricevuto dal ministero la prima tranche per pagare gli stipendi del 2007, ma le risorse non sono sufficienti perché non coprono né gli arretrati, né il costo previsto per quest’anno per il pagamento dei supplenti.
«La prima tranche - spiegano dalla segreteria - dà un po’ di fiato alla cassa, ma non risolve il problema, e non consente nemmeno un minimo di programmazione». Oltre al danno, per le scuole, c’è anche la beffa: il ministero, nell’erogare i finanziamenti, non adotterebbe criteri omogenei: alcune scuole ricevono più di altre, pur avendo magari gli stessi requisiti.
«Che la scuola abbia pochi soldi - spiega Vincenzo Viglione, dirigente dell’Ufficio Scolastico provinciale - è purtroppo un fatto risaputo e che la situazione sia estesa a tutti gli istituti scolastici di Ferrara e provincia altrettanto. Purtroppo, a livello provinciale, così come a livello regionale non possiamo fare nulla nel senso che la questione delle risorse dipende dal ministero e non possiamo intervenire se non consigliando i dirigenti scolastici su come muoversi. Ciò poi che desta in loro qualche dubbio interpretativo, riguarda i criteri con i quali il ministero eroga le risorse, infatti sembra che non vengano applicati gli stessi parametri, e così una scuola si trova ad avere un finanziamento più elevato rispetto ad un’altra anche se ha le stesse caratteristiche».
Alle lettere che sono già state inviate dai dirigenti scolastici, il ministero non ha ancora fornito risposte, tanto che i singoli istituti continuano, seppur amaramente, a contare sulle proprie forze.
«Siamo davvero in difficoltà - afferma Francesco Anemoni, dirigente scolastico dell’Iti - e fino ad ora ci è andata bene, perché con il fondo cassa siamo sempre riusciti a pagare gli stipendi ai supplenti». E se gli arretrati dovessero tardare ancora parecchio? «Dovremo dire ai supplenti - spiega Alfonso Serafini dirigente scolastico dell’Istituto Carducci - di venire a lavorare gratis, come mi risulta stia già facendo qualche collega, fino a quando il Ministero non avrà sbloccato la situazione ed iniziato a pagare gli arretrati».
Chissà quanti insegnanti, per amor di studente, saranno poi disposti a farlo.