La Nazione-Scuola, no alla riforma
Scuola, no alla riforma VAL DI CECINA '#8212; Coro di "no" all'anticipo delle iscrizioni dei bambini alle elementari e alle materne. Le giunte comunali di Rosignano, Cecina, Bibbona e Cas...
Scuola, no alla riforma
VAL DI CECINA '#8212; Coro di "no" all'anticipo delle iscrizioni dei bambini alle elementari e alle materne. Le giunte comunali di Rosignano, Cecina, Bibbona e Castagneto, concordando con la presa di posizione dell'Anci (l'associazione dei Comuni), hanno sottoscritto un documento di protesta per esprimere la loro assoluta contrarietà alla sperimentazione prevista dal ministro Moratti per l'anno scolastico 2002-2003 e che consiste nell'iscrizione alla scuola dell'infanzia e a quella elementare dei piccoli che compiono rispettivamente 3 e 6 anni di età entro il 30 aprile dell'anno scolastico di riferimento.
Un "no", quello degli amministratori dei quattro Comuni, che nasce da considerazioni di ordine psicopedagogico, organizzativo ed economico. Ma ecco il testo del documento: "Le giunte comunali di Rosignano Marittimo, Cecina, Castagneto, Bibbona denunciano il mancato coinvolgimento degli enti locali nella formulazione della proposta di sperimentazione, nonostante le modifiche al titolo V della Costituzione individuino i Comuni come elemento centrale della scelta politica relativa all'istruzione ed ai servizi educativi". Seconda questione: "Le nostre perplessità '#8212; spiegano '#8212; non nascono da pregiudizi politici, ma dalla volontà di continuare a mantenere alto, pedagogicamente preparato e valido il livello della scuola dell'infanzia. Riteniamo necessaria quanto prima la convocazione del tavolo delle regole che dovrà sciogliere le questioni del rapporto adulti-bambini, formazione del personale, arredamenti e materiale didattico specialistico, costi e tempi necessari ad una seria sperimentazione". "La crescita dei bambini '#8212; prosegue il documento '#8212; ha tempi che non sono comprimibili neppure dalla fretta delle famiglie o dalle loro esigenze lavorative: qualsiasi forzatura potrebbe essere dannosa per il loro benessere e crescita equilibrata". Nello specico "l'ingresso alla scuola materna di bimbi di due anni e 4 mesi, che si dovranno confrontare con bimbi più grandi di 16 mesi, ferme restando le attuali regole delle scuole dell'infanzia, può comportare lo stravolgimento del progetto pedagogico di nidi e materne, trasformandone la attuale valenza di servizi educativi in servizi assistenziali". Accanto ai problemi di carattere pedagogico ci sono poi quelli organizzativi: "E' necessaria una prioritaria ridefinizione del panorama normativo complessivo, per evitare possibili collisioni con le norme che affidano alle Regioni competenze sulla stessa fascia d'età. Gli enti locali gestori di scuola dell'infanzia hanno necessità di: incrementare gli organici e formare adeguatamente il personale per accogliere correttamente i bambini, adeguare i locali delle materne statali e comunali per rendere gli spazi non solo capienti ma funzionali e confortevoli per un numero maggiore di piccoli di età inferiore ai tre anni, e ancora adeguare il servizio mensa nelle scuole dell'infanzia ai parametri nutrizionali adatti all'età. I nuovi ingressi richiederanno inoltre un'integrazione delle opere di edilizia scolastica, della formazione degli insegnanti con competenze ora proprie delle educatrici dei nidi, della refezione, del trasporto scolastico riservato, del sostegno ai disabili, del prescuola, del materiale didattico eccetera, tutti compiti cui sono obbligati dalle norme, senza che i Comuni possano disporre di finanziamenti aggiuntivi ed anzi in presenza di una finanziaria che non prevede fondi sul settore e impone agli enti un tetto di spesa".