La NAzione: Libri più cari e professori senza contratto, via a un nuovo anno pieno di problemi
Si torna in classe tra le «stangate»
di SILVIA MASTRANTONIO
— ROMA —
COMINCIANO Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto e Molise insieme con la provincia autonoma di Bolzano. Ma poi, a seguire, tutte le regioni italiane vedranno tornare sui banchi, dalle materne alle superiori, la bella cifra di 9 milioni di studenti. Nuovi libri (rincarati) vecchi insegnanti (ma forse anche nuovi visto l’avvicendamento cospicuo), nuove materie da studiare e soprattutto tante incognite.
Perché, è inutile negarlo, nonostante i correttivi, i giri di vite, gli aggiustamenti etc., la scuola vive una stagione difficile. Ci sono problemi che ci trasciniamo dietro di anno in anno senza che una soluzione appaia all’orizzonte. E se gli psicologi dicono che riapre, con la scuola, anche la stagione dei mal di testa infantili, non si possono sottovalutare i malori degli insegnanti (aspettano il contratto da due anni) e dei genitori alle prese con i prezzi gonfiati.
IL PRIMO nodo resta quello dei soldi. Per il contratto dei docenti, per la manutenzione degli istituti. L’istruzione assorbe 39 miliardi di euro ogni anno soltanto per gli stipendi dei dipendenti. Eppure non bastano. I sindacati ci dicono con allarme che nonostante aumenti il numero degli iscritti, gli insegnanti continuano a calare. Un aspetto che colpisce particolarmente i bambini diversamente abili per i quali gli insegnanti di sostegno si sono assottigliati. Lo stesso problema di fondi rende un’incognita il tempo pieno perché, in parecchi casi, non sarebbe garantita la compresenza.
ALTRE nubi arrivano, per le famiglie, dall’avvicendamento dei docenti: quest’anno saranno 200mila quelli destinati a nuove sedi. Soprattutto nella scuola secondaria, in un terzo dei casi i ragazzi si troveranno dinanzi una faccia nuova. Il tutto a causa di trasferimenti, pensioni, nomine provvisorie di personale non di ruolo. Ma la continuità didattica?
Senza cercare alibi troppo facili è però indubbio che questo sistema non aiuta i giovani. I quali, tanto per chiarire, appaiono sempre più «indebitati» rispetto a materie (matematica in testa) considerate ostiche. La percentuale, nelle secondarie, di ammessi alla classe successiva con debito è pari al 36%. Secondo il ministro della Pubblica Istruzione anche questo sistema ha fatto il suo tempo e sarebbe ora di ripristinare gli esami di riparazione. Sul fatto che le scuole debbano promuovere corsi di recupero per arginare l’ignoranza degli alunni, i sindacati vogliono vederci chiaro. Si contesta, infatti, il ricorso a professionisti esterni alla scuola mentre sono in molti a suggerire un «intramoenia» estesa ai professori di ruolo degli stessi istituti interessati. Il tutto, ovviamente, senza insistere troppo sulla questione edilizia scolastica che, nonostante i previsti 250 milioni di euro in tre anni, lascia molto a desiderare.
IL CAPITOLO denaro è pesante sia per gli insegnanti (contratto da firmare) sia per le famiglie. Il caro libri si è attestato, secondo le organizzazioni dei consumatori, in una forbice che va dal 5 al 12% di aumenti. La spesa prevista per ogni nucleo familiare è di circa 320 euro (+5% rispetto al 2006) e di 352 euro alle superiori con un maggiore esborso pari al 12%.
Lungo l’elenco dei problemi dal quale non si possono lasciare fuori i dati negativi sulla dispersione scolastica (pari al 20,6%) a livello nazionale e quelli sui fenomeni deteriori che hanno portato la scuola in prima pagina. Bullismo ma anche vicende di prevaricazioni da parte degli insegnanti. Il ministro Fioroni ha deciso di tirare le redini a fannulloni e assenteisti delegando un grande potere ai dirigenti d’istituto. Ma anche qui i sindacati restano perplessi: troppa autonomia ai presidi significa mancanze di garanzie per il singolo. Anche per gli studenti il ministro sta studiando nuove forme, più dure, di punizione. Vedremo.