La NAzione-Le opposizioni: "E' una bugia, così si cancella l'obbligo scolastico"
LA RIFORMAIl consiglio dei ministri approva due decreti attuativi che riguardano le superiori "Tutti a scuola fino a 18 anni" Le opposizioni: "E' una bugia, così si cancella l'obbligo sco...
LA RIFORMAIl consiglio dei ministri approva due decreti attuativi che riguardano le superiori
"Tutti a scuola fino a 18 anni"
Le opposizioni: "E' una bugia, così si cancella l'obbligo scolastico"
ROMA Diritto-dovere, obbligo. E' attorno a questi due termini che si sviluppa la polemica tra il ministro dell'Istruzione Letizia Moratti (nella foto), sindacati e opposizione. Due termini per una riforma della scuola in via di completamento: ieri il consiglio dei ministri ha approvato due decreti attuativi che si aggiungono a quelli già varati, sul primo ciclo di istruzione e sulla riorganizzazione dell'Invalsi, l'istituto per la valutazione del sistema scolastico.
I nuovi provvedimenti sono al centro dello scontro politico soprattutto per quanto riguarda il diritto-dovere all'istruzione e alla formazione, che sale ad almeno 12 anni; comunque fino al conseguimento di una qualifica entro il diciottesimo anno di età. L'introduzione di questo allungamento, ha spiegato il ministro, sarà graduale: dal prossimo anno scolastico gli studenti dovranno aumentare l'obbligo di un anno. Nel 2005-2006 si passerà al completamento fino al traguardo del diciottesimo compleanno sui banchi. Il secondo decreto, invece, stabilisce le norme per l'alternanza tra scuola e lavoro. Sarà consentito agli studenti (tra i 15 e i 18 anni) dei licei o delle scuole di istruzione professionale, di scegliere percorsi formativi che dovranno essere elaborati sulla base di accordi e convenzioni con le imprese, gli enti pubblici e privati, le camere di commercio, le associazioni di volontariato.
La decisione del consiglio dei ministri ha scontentato una larga fetta dell'opposizione e alcuni sindacati. In particolare per quel al posto Il ministro Moratti ha assicurato che la sostanza resta la stessa: "I ragazzi ha detto saranno obbligati ad andare a scuola, o nel percorso dell'istruzione o in quello dell'istruzione e formazione". Di più. Secondo la responsabile dell'Istruzione, il governo si accinge a modificare le norme che regolano la violazione dell'obbligo scolastico in senso più restrittivo. I genitori che non controllano la frequenza dei figli, rischieranno pene più severe. Eppure, nonostante i chiarimenti, per Enrico Panini della Cgil si "cancella una grande conquista democratica come l'obbligo scolastico" mentre Francesco Scrima, Csil, parla di provvedimento "carente, insufficiente e contraddittorio".
Dure anche le critiche del centrosinistra. Ranieri e Acciarini dei Ds: "I figli dei ricchi frequenteranno i licei e quelli dei poveri verranno dirottati sulla formazione professionale". Cortiana, dei Verdi, parla di "bufala da spot elettorale", mentre la De Simone di Rifondazione si dice convinta di una "trappola micidiale che porterà alla rovina il diritto allo studio" elaborata dal ministro.
Sui pericoli concreti per il diritto allo studio insiste anche Sgobio, (Pdci).
Di parere opposto gli esponenti della maggioranza, secondo i quali è il parere di Palmieri di Forza Italia "prima i comunisti mangiavano i bambini, ora mangiano la verità". Per Asciutti e Malan, anche loro azzurri, ci troviamo di fronte "a un macroscopico tentativo di mistificazione operato dalla sinistra che fa degli attacchi al governo l'unico contenuto della campagna elettorale".
Per Bocchino, di An, "la formazione obbligatoria fino a 18 anni è una conquista sociale di grande rilevanza".
Infine il sottosegretario Siliquini insiste sull'importanza del "riconoscimento del valore formativo del lavoro".
Tra le tante dichiarazioni, due in particolare sostengono la Moratti. Confindustria e Unioncamere accolgono con favore il provvedimento sull'alternanza scuola-lavoro che viene letto come un'apertura "della scuola verso l'impresa e il territorio". Per Sangalli (Unioncamere) imboccando questo percorso "Andiamo verso un'istruzione più moderna, al passo con l'Europa".
s. m.