La Nazione/Il Giorno: Ore 8. Lezione di tricolore
L’ex ministro Tremonti propone l’alzabandiera a scuola. Fra applausi e dissensi
di MATTEO SPICUGLIA
— ROMA —
FA DISCUTERE la proposta del vicepresidente di Forza Italia, Giulio Tremonti, di reintrodurre l’alzabandiera nelle scuole italiane. Un’idea lanciata giovedì al Meeting di Rimini che viene accolta con commenti di segno opposto, anche all’interno del centrodestra. Da Gianni Alemanno di An, arriva un via libera totale. «Sono completamente d’accordo — spiega —, è un modo per concretizzare la cittadinanza e l’appartenenza nazionale e, soprattutto, per abituare i giovani all’amore per la patria». In questo senso, «tutti gli strumenti, anche simbolici, che aumentano il senso di cittadinanza sono fondamentali».
D’ACCORDO anche il collega di partito Giuseppe Valditara, responsabile del settore scuola, convinto tuttavia che l’alzabandiera da solo non basti. Piuttosto, «occorre ridare centralità alla nostra storia e alla storia della nostra civiltà nei programmi scolastici», dal momento che «l’idea di patria va coltivata».
LA PENSA diversamente la Lega che non ha apprezzato per nulla l’esaltazione del tricolore. Per il senatore Roberto Calderoli «gli alzabandiera non possono essere imposti per legge, ma devono nascere spontanei quando per il cittadino, quella bandiera simboleggia uno Stato portatore di valori». L’esatto contrario del caso italiano, a detta del vicepresidente del Senato, secondo il quale, «lo Stato è padrone», perché «tratta il cittadino da suddito e si ricorda di lui solo per spremerlo a suon di tasse». E giusto per chiarire il concetto, Calderoli annuncia che «domenica alla manifestazione leghista di Ca' San Marco, isseremo la bandiera della Padania».
ANCORA più esplicito Mario Borghezio che definisce l’alzabandiera padano «un’espressione identitaria vera», perché è spontanea e chi vi partecipa, lo fa sentendosi «orgogliosamente patriota». L’alzabandiera con il tricolore, invece, «ripropone un tipo di patriottismo istituzionale che avrebbe un unico effetto: quello di far disamorare ulteriormente i giovani di una patria oggi sentita quantomeno estranea».
La proposta di Giulio Tremonti riceve critiche anche da sinistra, come quella di Enrico Panini, segretario nazionale della Cgil-Flc. «Questa boutade — afferma il sindacalista — non tiene conto del fatto che a scuola non si insegna la forma, ma la sostanza delle cose. Sono i valori che devono essere trasmessi ai giovani, non le formalità». E poi, «siamo davanti a delle scuole e non a delle caserme».