La NAzione-Firenze-Tagli in agguato, polemica calda Il Comune in cerca di rimedi

IL DOPO RIFORMA Spunta qualche possibilità in periferia
Tagli in agguato, polemica calda Il Comune in cerca di rimedi
Tutta colpa della riforma. "Gli allarmanti dati diffusi dai sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil della provincia di Firenze sulle condizioni del prossimo anno scolastico purtroppo sono veri, se non addirittura in ribasso" commenta l'assessore comunale Lastri.
"Come amministrazione comunale stiamo cercando di correre ai ripari, ma da soli possiamo solo attutire il colpo inferto dalla riforma". I sindacati hanno evidenziato come a Firenze ci siano già 488 bambini in lista di attesa per entrare alla scuola materna a cui vanno ad aggiungersi più di 300 aspiranti piccoli studenti che possono far domanda grazie alla norma che prevede la possibilità di anticipare di qualche mese l'accesso alla materna per chi entro il 31 dicembre del 2004 compirà tre anni.
"Una normativa che è del tutto inapplicabile - spiega la Lastri. - Già non ci sono i posti per i bambini di tre anni compiuti, figuriamoci per quelli più piccoli". La colpa, dice l'assessore, è nella carenza di personale che o viene tagliato o resta invariato senza riuscire a coprire tutte le ore richieste dalle famiglie e dalle scuole per le attività formative.
Impossibile anche mantenere il tempo pieno, nonostante le numerose domande pervenute: senza un aumento di risorse e di personale da parte dello Stato, dice l'assessore, non può essere tenuto in vita.
"Abbiamo chiesto alla direzione regionale scolastica - spiega la Lastri - che attivasse quattro sezioni in più in alcune delle 43 scuole statali fiorentine dove ce n'è più bisogno. Ne verrà aperta solo una, nella scuola Benedetto da Rovezzano.
Ho già risollecitato la direzione per l'attivazione di almeno un'altra sezione alle Piagge, dove le liste di attesa son più lunghe, ma attendo ancora una risposta". Dal canto suo il Comune ha aperto alcune nuove sezioni in due delle 32 scuole di propria competenza, la Villani di Gavinana e la Ambrosoli di Mantignano.
"Con la legge di riforma numero 53 - conclude la Lastri - ne va di mezzo la quotidianità dei bambini e delle famiglie, ma soprattutto il rischio è un impoverimento culturale perché con queste risorse non è possibile portare a buon fine la programmazione formativa".
Manuela Plastina