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“La mia scuola? Meglio in classe e con gli amici”

Lockdown, ambiente, nuove tecnologie: così 50mila ragazzini delle elementari, coinvolti nel progetto “Ora di Futuro” di Generali, dicono la loro su come preferiscono studiare

05/12/2020
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la Repubblica

Corrado Zunino

Chiedono una scuola in presenza, e tecnologica. Sono bambini nati dopo il 2010, li ha ascoltati il laboratorio “Ora di futuro 2020”, voluto da Generali Italia, raccogliendo e analizzando duemila testi scritti durante il lockdown, l’allontanamento improvviso e difficile da comprendere dalla scuola, dalla classe, dai compagni. Sono alunni di terza, quarta e quinta elementare, il momento della consapevolezza scolastica. Alunni di famiglie fragili. Tremilacinquecento classi, cinquantamila bambini coinvolti solo quest’anno, ottantamila nel biennio. Hanno detto che amano già gli schermi, servono a giocare. Comprendono, però, che gli schermi – i tablet, i computer, lo smartphone di mamma - non sono la strada migliore per imparare. Non alla loro età, almeno. Non attraverso i compiti e i disegni chiesti dalle maestre sul registro di classe. Tutto così lontano e faticoso.

Colpisce che, tra gli elaborati raccolti quest’anno e analizzati da Tiresia- Politecnico di Milano, un terzo dei bambini individui il centro del suo racconto nella fuga, «un elemento che non si trovava la scorsa stagione », raccontano i volontari. Colpisce che i pre-adolescenti della Generazione Alpha – altri li chiamano Generazione Covid, a insistere sulle difficoltà educative, pedagogiche, relazionali a cui la pandemia li sta costringendo – mettano al centro dei loro temi la salute, in particolare la buona alimentazione che sorregge la salute. Metà degli elaborati, poi, fa un riferimento diretto al Covid, esperienza che è ben presente e ben compresa a quell’età: «La scienza può trovare il vaccino per tutte le malattie», si legge.

La tecnologia è un elemento, abbiamo visto, cogente della vita dei ragazzini della primaria. La Generazione Alpha è nata con la tecnologia, è in grado di percepirne potenzialità e limiti. A otto, nove, dieci anni conosce i mezzi della modernità, ma nei testi di quest’anno si avverte una nuova consapevolezza: la tecnologia, infatti, può avere effetti alienanti, ma ha permesso di restare insieme durante il lockdown. Non è una barriera che allontana, ecco.

La scuola del futuro, hanno certezza i bambini, è anzitutto in presenza, ed è più aperta alla società, in grado di integrarsi con il territorio la chiave ambientale è ricorrente nei testi - e di svolgere una funzione attiva diretta, spesso attraverso lo strumento della solidarietà. Il tema della relazione umana è centrale nei temi visionati: l’importanza della socializzazione e dello stare insieme. La scuola, dicono in cinquantamila, deve avere ampi spazi per fare ginnastica e sport, e deve avere i laboratori.

La didattica digitale, poi. La Dad, a distanza, che diventa Did, integrata. Il grande dibattito di questo 2020 pandemico. Il 90 per cento degli studenti dichiara di aver aumentato le proprie competenze e dall’analisi delle loro risposte emerge un miglioramento nella gestione delle emozioni, nel pensiero critico, nella capacità di prendere decisioni e, soprattutto, nel pensiero creativo. Infatti, il 93 per cento degli insegnanti dichiara a sua volta che userà le metodologie didattiche digitali apprese con la piattaforma anche fuori dal progetto fin qui portato avanti e ieri presentato a Palazzo Madama. La presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha sottolineato: «Ora di Futuro è un progetto di crescita, di vita, di speranza e di solidarietà che ha saputo tradursi in opportunità per i bambini e le loro famiglie».

I docenti, ascoltati da Ora di futuro, dicono che la didattica a distanza ha contribuito a migliorare i rapporti scuola-famiglia. E la piattaforma digitale utilizzata, poi, ha permesso ai ragazzi con disturbi dell’apprendimento di aumentare le loro capacità, migliorare i risultati scolastici, interagire meglio con i compagni. Quando si raccontano direttamente, i bambini, dicono (così fanno gli alunni della 4ª della scuola primaria “Pianca School” di Conegliano): «Quest’anno dovevamo fare tante uscite di istruzione, ma sono state cancellate tutte, a parte una. Il progetto “Ora di Futuro” ci ha permesso di compiere un viaggio tutti insieme, in maniera virtuale, per raggiungere un’isola meravigliosa, Mauaga. Per qualche settimana ci siamo sentiti di nuovo veramente vicini e adesso vogliamo tornare a scuola, rivedere i nostri amici e le maestre, giocare nei parchi e a pallone, girare in bici».


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