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La Libertà/PC: Scuola e organici, cade il velo sui tagli

Attesa oggi la comunicazione ai sindacati

31/07/2007
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Libertà

( red. cro.) Organici della scuola a rischio, per i sindacati piacentini è allarme. Entro oggi si saprà se il giro di vite finora soltanto temuto sarà realtà. Di ieri il nuovo calendario delle convocazioni fornito dall'Usp al sindacato, dopo il blocco delle operazioni intervenuto nei giorni scorsi: 27 agosto pomeriggio assistenti amministrativi, 28 mattina docenti materne (pomeriggio, collaboratori scolastici), 29 mattino specializzati sostegno medie e superiori, tutto il giorno docenti medie, 30 superiori. Ma è totale incertezza sui numeri complessivi degli organici. «Sugli eventuali tagli - ha riferito ieri Marina Molinari (Cisl) insieme a Raffaella Morsia (Cgil) - la direzione dell'Ufficio scolastico di Piacenza non ci ha per ora fornito altro che informazioni scarne e sommarie. Per domani mattina (oggi, ndr.) al ministero è stata nuovamente convocata la direzione scolastica regionale, nel pomeriggio è previsto l'incontro con il sindacato emiliano-romagnolo. Sapremo dunque qualcosa di più preciso. Ma già da ora - avverte la Molinari - diciamo il nostro no chiaro a qualsiasi ulteriore taglio, opposizione totale in particolare a ogni altro ritocco dei posti di sostegno». «Ogni giorno i numeri cambiano, si ha l'impressione che si viaggi senza una rotta, approcciando il problema in maniera casuale», aggiunge Morsia. Fortemente critica anche la Gilda. «Il 7 dicembre 2006 la Gilda degli insegnanti - afferma il referente, Fulvio Vassallo - aveva indetto e portato a termine uno sciopero contro la legge finanziaria 2007 perché aumentava il numero di alunni per classe, tagliava gli organici di tutto il personale, non dava garanzia alle promesse assunzioni a tempo indeterminato, interveniva sulla valutazione formativa degli studenti, riduceva le risorse per la scuola dello Stato. E' storia di ieri che la finanziaria 2007 prevedeva nell'allegata nota tecnica un taglio di 19mila docenti e che, in successivi incontri, tali tagli si erano ridotti prima a 14mila, poi ad un numero indefinito, pare 11mila, ma inferiore. Oggi, ad operazioni già avviate per l'anno scolastico 2007-2008, improvvisamente cade la scure sull'organico di sostegno per 22 tagli e si paventano forse ulteriori tagli sull'organico di fatto. Ciò che accade a Piacenza è una realtà diffusa in tutta Italia: si vocifera di 8mila tagli da apportare che, guarda caso, con gli "indefiniti" 11mila, fa proprio i 19mila della nota tecnica. La Gilda esprime forte disappunto sul metodo e sulle azioni, ma chiede che venga fatta presto chiarezza sugli organici e che, con la restituzione dei posti già concessi, si proceda alle operazioni di nomine a tempo determinato».

Preoccupazioni anche da Rifondazione Comunista per il «negativo evolversi della questione» degli organici del personale della scuola in Emilia-Romagna.

«Siamo in un territorio - sostiene Nando Mainardi (segretario Prc) - che vede quotidianamente crescere la popolazione scolastica, e quindi la necessità di risorse e servizi. Ora invece, dopo che la normativa sull'assegnazione di risorse professionali in sede di organico di fatto aveva espressamente indicato l'esigenza di corrispondere alle richieste di istruzione e formazione provenienti dalle famiglie e dal territorio e dopo che l'Ufficio scolastico regionale aveva garantito la possibilità di nuovi posti di personale docente per assolvere a queste richieste, pare sia scattato dal livello governativo e dell'amministrazione scolastica centrale un meccanismo di dietrofront, con tagli importanti, in totale diverse centinaia di posti, su tutte le province della regione, con particolare riferimento al sostegno didattico e ai corsi serali, cioè all'integrazione degli alunni diversamente abili e alla formazione degli studenti-lavoratori, ovvero ad utenze sociali deboli che vengono colpite anzichè tutelate.

Inoltre è tuttora rimasta inevasa la richiesta di nuovi posti nella scuola dell'infanzia - denuncia Mainardi - per aprire nuove sezioni e ridurre le liste d'attesa, e per garantire il tempo pieno nella scuola primaria. E' una situazione insostenibile e inaccettabile, che risponde puramente a logiche di portafoglio sotterrando i bisogni sociali della popolazione».

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