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La grande fuga da Medicina crollano gli iscritti ai test “Uno su 5 ha rinunciato”

Gli studenti: un errore anticiparli ad aprile

14/03/2014
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Salvo Intravaia

ROMA
— Fuga dal camice bianco? O famiglie ingannate dall’anticipo dei test ad aprile? I primi numeri forniti dal ministero sui candidati
ai test di ammissione alle facoltà a numero chiuso – Medicina, Odontoiatria, Veterinaria e Architettura – che partono l’8 aprile certificano un crollo piuttosto netto: quasi 24mila domande in meno
rispetto al 2013/2014, un quinto delle 114mila istanze dello scorso anno. Gli studenti puntano il dito contro l’ex inquilino di viale Trastevere, che ha avallato l’idea del collega Francesco Profumo di anticipare
il test ad aprile. «I primi effetti concreti della scelta del ex ministro Carrozza di anticipare i test sono sotto gli occhi di tutti — dice Gianluca Scuccimarra, dell’Unione degli universitari — Un calo del
20 per cento deriva dall’aver imposto agli studenti una scelta tra il percorso universitario nei corsi a numero chiuso e la conclusione dell’ultimo e fondamentale anno di scuola». È la prima volta, infatti,
che il test di ammissione si svolge ad aprile anziché a settembre. L’anno scorso, i test vennero dapprima programmati per luglio, con oltre 72mila candidati al quizzone di Medicina e Odontoiatria. Poi arrivò il ministro Carrozza che rinviò tutto a settembre riaprendo le iscrizioni. E il numero di candidati schizzò a 84mila: ben 15mila in più dei 69mila aspiranti di quest’anno. Ma gli studenti accusano il ministero anche di avere confuso le carte. «La diminuzione del 20 per cento dei posti, rientrata ad un giorno dalla chiusura delle iscrizioni, ha indotto tanti a non entrare in una lotteria con un numero di biglietti vincenti esiguo», continua Scuccimarra. Quest’anno, il ministero ha pubblicato un primo contingente di posti reintegrato in extremis. E l’Udu chiede al ministro Giannini di «sospendere i test di aprile».
Ma è ipotizzabile una fuga dalla facoltà di Medicina? Per il rettore dell’università Tor Vergata di Roma, Giuseppe Novelli, «la facoltà di medicina sta perdendo appeal perché i posti per le specializzazioni sono passati da 5mila a 3mila all’anno». «Uno studente laureato — continua Novelli — è scoraggiato dalla prospettiva di attendere anni prima di iniziare la specializzazione». Un calo di vocazioni che ha colpito in maniera ancora più visibile Veterinaria – meno 25 per cento – e quella di Architettura: meno 32 per cento sul 2013 e meno 42 rispetto al 2012. «Le possibilità lavorative per gli architetti si sono ridotte e le famiglie faticano a mantener ei figli agli studi», spiega Renato Masiani, preside alla Sapienza. Per Leopoldo Freyrie, presidente dell’ordine degli architetti, è la crisi a colpire duro. «Negli ultimi tre anni il comparto dell’edilizia ha perso il 50 per cento del fatturato e 650mila operatori hanno perso il lavoro. Inoltre, oggi, il reddito medio degli architetti è sotto i 20mila euro all’anno».


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