La Gelmini lascia e fa felice Lupi
La successione a viale Trastevere. In pole il rettore della Cattolica, Lorenzo Ornaghi. Sì a 15 mila posti per i neo prof delle superiori, erano 5 mila
di Alessandra Ricciardi
Dopo una tre giorni di trattative molto serrate, ieri sera il decreto è stato finalmente portato alla firma del ministro. Con un colpo di scena rispetto a quanto era dato per fatto solo una settimana fa, il ministro uscente dell'istruzione, università e ricerca, Mariastella Gelmini, starebbe per autorizzare, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, ben 15 mila Tfa di secondo grado, ovvero i tirocini formativi attivi attraverso i quali potranno abilitarsi nuovi docenti per le scuole superiori.
Circa 10 mila in più rispetto al fabbisogno che lo stesso ministero ha stimato e 4 mila in meno rispetto alle richieste giunte dalle università. Se le indiscrezioni saranno confermate, per la Gelmini si tratta di un cambio di rotta deciso. Nelle scorse settimane la sua posizione di chiusura sui numeri dei nuovi Tfa le era valsa le dure critiche di quanti, capeggiati da Maurizio Lupi, vicepresidente della camera e uomo assai vicino a Cl, ritengono che numeri troppo bassi di nuovi docenti finiscano per privare la scuola italiana delle competenze di cui ha bisogno a favore dei vecchi precari che navigano (sono circa 200 mila) nelle graduatorie permanenti in attesa di un posto fisso.
La tesi del ministero è stata, fino a tre giorni fa appunto, di difesa del regolamento sul Tfa che richiama la necessità di autorizzare nuovi percorsi in base al fabbisogno stimabile di nuovi docenti. Obiettivo: evitare il formarsi di nuovo precariato. Se sarà confermata l'autorizzazione per 15 mila posti, si tratterebbe del triplo del fabbisogno. Una concessione alle richieste di Lupi che molti attribuiscono alla fine anticipata del governo Berlusconi IV e al diverso dispiegarsi della stessa carriera politica della Gelmini. Già oggi comunque le carta si scopriranno. Sono una decina i decreti che sono stati firmati negli ultimi giorni a chiusura di percorsi già iniziati e che altrimenti, con il passaggio di consegne al nuovo governo, rischiavano di restare lettera morta. Tra questi anche la certificazione dei corsi di lingue per i docenti, datato 8 novembre. Il decreto definisce le corrispondenze tra i titoli di studio italiani e stranieri e i relativi livelli di competenza linguistica tra i 6 previsti dal quadro comune europeo di riferimento. Obiettivo: assicurare univocità e trasparenza nel rilascio delle certificazione grazie a un elenco degli enti certificatori pubblicato sul sito. Intanto a viale Trastevere si preparano per accogliere il nuovo ministro, che sarà indicato probabilmente domani dal premier incaricato, Mario Monti. In pole il rettore dell'Università Cattolica, Lorenzo Ornaghi. Nella mappatura del mondo politico e intellettuale, è considerato vicino al presidente della Cei, Angelo Bagnasco.