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La famiglia in cattedra

L'istruzione subordinata all'educazione. E l'ideologia familista che si sostituisce allo Stato. Lo dimostra la recente polemica sul libro di Melania Mazzucco

12/05/2014
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da LEFT

di Giuseppe Benedetti

La denuncia contro le insegnanti che hanno proposto ai loro allievi la lettura del romanzo di Melania Mazzucco Sei come sei, storia di una famiglia composta da una figlia e due padri, è la conseguenza di uno scontro tra diverse idee di scuola. Il progetto di scuola pubblica, davvero libera pluralista e laica, è sotto attacco da parte di chi, pensando di interpretare correttamente il principio di sussidiarietà, vuole che la famiglia abbia un peso sempre maggiore a scuola, con sconfinamenti nella didattica. Si vuol far passare la libertà d'insegnamento per uno strumento di propaganda ideologica, attraverso cui passerebbe un sapere non neutrale. Di conseguenza si mira a balcanizzare il sistema scolastico, disegnando per lo Stato il ruolo di semplice distributore delle risorse pubbliche. Non a caso la denuncia, per divulgazione di materiale osceno e corruzione di minori, è partita da due associazioni cattoliche, "Giuristi per la Vita" e "Pro Vita Onlus", ovvero da gruppi di interesse che avrebbero tutto da guadagnare se la scuola pubblica finisse sotto la tutela dell'ideologia familista. Intanto questi gruppi possono già approfittare dello smantellamento del welfare. Basti pensare che senza i contributi "volontari" delle famiglie oggi le scuole sarebbero impossibilitate a diversificare l'offerta formativa, cioè non potrebbero proporre neanche un assaggio di autonomia. Del resto l'ampliamento del potere decisionale delle famiglie era previsto anche dalla riforma degli organi collegiali presentata dal centrodestra (e per un certo periodo fatta propria dal Partito democratico), anche se i dati sulla partecipazione dei genitori nei consigli di classe e di istituto smentiscono chi richiede una rappresentanza più pesante delle famiglie negli organi decisionali scolastici. Si tratta di forzature che hanno lo scopo di sottrarre l'istruzione alla sfera pubblica per consegnarla al controllo privato di lobbies interessate a imporre il proprio indiscutibile punto di vista. Questo rivela pure quanto sia mistificatorio l'obiettivo della libertà di scelta che dicono di perseguire quanti vogliono scippare l'istruzione allo Stato. Ritornello ripetuto senza contraddittorio, nonostante sia difficile sostenere che un sistema di istruzione confessionale possa lasciare spazio a visioni diverse da quella considerata ortodossa. L'assenza di voci alternative ha fatto sì che anche nel Pd si diffondesse l'autoconvinzione che la scuola debba far parte di una "comunità educante", svuotandone ancora di più il senso, subordinando l'istruzione all'educazione, sulla quale la famiglia vanta un diritto di precedenza. Questa ideologia familista accompagna da tempo il depotenziamento della scuola pubblica in Paesi "liberali" come Stati Uniti e Gran Bretagna. Con conseguenze disastrose su cui la sinistra italiana dovrebbe riflettere: dalla divisione dell'istruzione in scuole per ricchi e scuole per poveri ai fondamentalismi finanziati con denaro pubblico, dai saperi ridotti ai minimi termini a una coscienza collettiva in picchiata


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