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La carica dei 147mila aspiranti prof. E il governo prepara una rivoluzione sul reclutamento

Al via i test preselettivi dei Tirocini Formativi attivi, porta di ingresso all'insegnamento. Tante le richieste ma i posti a disposizione sono solo 22748. I candidati sono in maggioranza donne e abbastanza giovani: età media 33,6 anni. Dal 2015 partiranno i concorsi, con cadenza biennale. Ma saranno tutelati i precari storici: a loro la metà dei posti disponibili per i primi 6/8 anni

28/06/2014
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la Repubblica

Salvo Intravaia

 ITALIA, è corsa per diventare insegnanti. Ma il governo Renzi prepara una mezza rivoluzione sul reclutamento. I dati comunicati questa mattina dal ministero dell'Istruzione confermano la grande fame di posti di lavoro nelle scuole italiane. I quasi 147mila aspiranti al Tirocinio formativo attivo  -  il Tfa  -  la dicono lunga sulla situazione lavorativa nel nostro Paese. A farcela, infatti, sarà poco meno di un aspirante su sette. Perché il Miur, a fronte della grande richiesta di ingressi, ha messo a disposizione "soltanto" 22.478 posti. Da alcuni anni a questa parte, per evitare di creare nuovo precariato, si programmano i fabbisogni della scuola del futuro. Due anni fa, furono ancora di più  -  176mila  -  gli iscritti al primo ciclo del Tfa, ma poi si presentarono in 115mila.

L'importanza del tirocinio sta nel fatto che, tra qualche anno, il Tfa sarà l'unica porta d'ingresso all'insegnamento. A confermarlo è il sottosegretario all'Istruzione, Roberto Reggi. "In futuro  -  spiega Reggi  -  non dovrà più essere possibile che in cattedra arrivi un docente non abilitato. La professione di docente è troppo importante per consentire a docenti non abilitati di salire in cattedra". Il Tfa è stato previsto dalla riforma della Formazione iniziale  -  il corso di studi da seguire per poi diventare docente della scuola pubblica  -  varata nel 2010 dall'allora ministro Mariastella Gelmini. Che ha immaginato un corso quinquennale di studi per insegnare nella scuola ma che per la media e il superiore contempla anche un anno di tirocinio che si conclude con un esame finale.

E in attesa che dall'università escano i primi laureati del nuovo percorso, il ministero ha organizzato due cicli di Tfa, uno nel 2012 e l'altro proprio quest'anno. "Lo scopo  -  continua Reggi  -  è quello di mettersi alla prova. Non è infatti detto che tutti coloro che hanno voglia di insegnare siano adatti a farlo. Non è detto, in altre parole, che uno che sa certe cose poi sappia trasmetterle". Una mezza rivoluzione per la scuola italiana. Intanto gli iscritti al test preselettivo del Tfa 2014 sono soprattutto donne  -  il 70 per cento  -  e abbastanza giovani: età media 33,6 anni. Metà sono inoltre meridionali. Per accedere al tirocinio, "che si svolgerà nel mese di luglio", occorre cimentarsi con "un test identico su tutto il territorio nazionale per ciascuna classe di abilitazione", spiegano da viale Trastevere.

"I candidati  -  continuano  -  dovranno rispondere a 60 quesiti in 120 minuti. Chi supera la prova dovrà poi sostenere uno scritto e un orale. I corsi, tenuti dalle università, partiranno a novembre". E alla fine del Tfa occorrerà superare altre prove scritte e orali per conquistare l'agognata abilitazione all'insegnamento. Ma questo primo passaggio  -  il superamento del Tfa  -  sarà soltanto il primo gradino per salire in cattedra. Il primo cantiere sulla scuola voluto dal premier Renzi sta lavorando sulle nuove modalità di reclutamento. Sui dettagli vige il più stretto riserbo. Ma qualche voce comincia a circolare. A partire dal 2015, come ha annunciato lo stesso ministro Giannini, partiranno i concorsi che avranno cadenza biennale. 

"Abbiamo un'occasione unica per un ricambio generazionale che non possiamo perdere: tra il 2017 e il 2022 il 40 per cento degli attuali insegnanti andrà in pensione e questa è l'occasione per sostituirli con docenti più attrezzati e rispondenti alle esigenze della scuola del futuro", conclude il sottosegretario Reggi. Ma occorrerà fare i conti con 168mila precari storici inseriti nelle graduatorie ad esaurimento. Per questa ragione, il nuovo reclutamento contemplerà un periodo di transizione della durata di 6/8 anni in cui metà dei posti disponibili andranno ai precari storici e l'altra metà ai vincitori di concorso.

In questa fase, il concorso si svolgerà secondo modalità molto vicine a quelle della selezione bandita nel 2012 dall'ex ministro Francesco Profumo: test di selezione per scremare gli aspiranti prof, una o più prove scritte e una prova orale con la simulazione di una lezione. E, oltre alle competenze informatiche e quelle relative a una lingua straniera, potrebbero anche essere richieste ulteriori competenze. Quando il sistema del nuovo reclutamento sarà entrato a regime e non ci saranno più precari storici da sistemare si passerà alla fase due: con tutta probabilità la selezione dei nuovi docenti per reti di scuole. Reggi è molto cauto e non si spinge oltre. Ma dice due cose importanti: "Bisogna smettere di creare nuovo precariato" e "in futuro tutte le modalità che andranno incontro alle aspettative di autonomia delle scuole saranno da privilegiare". L'intento è chiaro, occorrerà capire se, tra veti incrociati e cambi di governo, la politica saprà realizzarlo. 


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