La beffa della Buona scuola Appena assunti e già in esubero
Circa 2200 neoimmessi in ruolo su posti inesistenti
Sandra Cardi e Marco Nobilio
Docenti neoimmessi in ruolo e già in esubero. Sono circa 2.200, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, i docenti assunti a tempo indeterminato nelle fasi B e C del piano straordinario di assunzioni disposto con la legge 107/2015, la cosiddetta Buona scuola, che non troveranno posto nella fase dell'assegnazione agli ambiti. Il motivo è semplice, i loro posti sono stati utilizzati per riassorbire i docenti in esubero già in ruolo nel 2014/2015. A questi si aggiungono altri 1000 esuberi strutturali a vario titolo che residuano dalla mobilità. Ieri si è parlato di questo a viale Trastevere, in una riunione alla quale hanno partecipato i vertici dell'amministrazione centrale e i direttori regionali. Obiettivo: provare a modificare gli organici per evitare la soprannumerarietà. La gestione di questi esuberi, questione già sollevata al ministero dalla Cisl scuola la scorsa settimana, è infatti assai problematica visto che derivano dall'assorbimento dei docenti della ex Dop (dotazione organica provinciale) e da situazioni strutturali a vario titolo. E risultano difficilmente ricollocabili perché appartengono in gran parte a classi di concorso di nicchia, infungibili per loro natura, che sono presenti solo in alcuni istituti. Come per esempio la classe A017 (economia aziendale) e la A019 (discipline economiche e giuridiche).
Per comprendere come sia potuto succedere, che siano state disposte immissioni in ruolo in classi di concorso gravate da esuberi strutturali, occorre risalire alla questione del contenzioso seriale sull'abuso dei contratti a termine. Da più di 10 anni, infatti, un numero sempre crescente di docenti precari si rivolge ai giudici del lavoro intentando azioni risarcitorie, lamentando l'abuso di contratti di supplenza da parte dell'amministrazione. E nella fase di merito l'amministrazione risulta sistematicamente soccombente. Nella fase di legittimità, però, la situazione sembrava essersi capovolta. La Cassazione, infatti, aveva statuito che la reiterazione dei contratti a termine sarebbe da considerarsi legittima. Alcuni docenti precari, però, non si sono dati per vinti, e hanno adito il giudice del lavoro sollevando, in via incidentale, una questione di legittimità costituzionale sulla normativa che consente la reiterazione. E la questione è stata dichiarata non manifestamente infondata dal giudice del lavoro, che ha trasmesso gli atti alla Consulta.
Infine, il 12 luglio scorso, la Corte costituzionale, dopo una pronuncia chiarificatrice da parte della Corte di giustizia europea, ha dichiarato incostituzionale la norma che consente la reiterazione delle supplenze annuali perché non prevede sanzioni.
Nel frattempo il governo non è rimasto a guardare e, prevedendo una sentenza sfavorevole, ha promosso l'approvazione di una legge finalizzata a svuotare le graduatorie a esaurimento, tramite l'immissione in ruolo di oltre 60mila docenti, in aggiunta alle immissioni in ruolo ordinarie. Lo svuotamento, però, c'è stato solo in parte. Perché 18mila docenti sono rimasti nelle graduatorie. E le immissioni in ruolo aggiuntive non sono state disposte su cattedre vacanti in organico di diritto, ma su cattedre costituite su misura per i diretti interessati: le cosiddette cattedre di potenziamento.
Questa operazione ha avuto come effetto l'immissione in ruolo di docenti appartenenti a classi di concorso in esubero. Perché nelle classi di concorso in esubero le graduatorie erano più pingui. Di qui l'insorgenza di nuovi esuberi, proprio perché le cattedre di potenziamento costituite ex novo sono state in gran parte occupate, nella fase dei trasferimenti, dai docenti già in ruolo nell'anno 2014/2015 già in esubero da anni. Insomma, una specie di reazione a catena che renderà particolarmente difficile il riassorbimento dei nuovi esuberi. E vincolerà le scelte degli uffici scolastici in sede di autorizzazione delle cattedre di potenziamento.
D'altra parte, non sono rari i casi in cui, già da quest'anno, le scuole abbiano chiesto cattedre di una specifica classe di concorso e si siano viste assegnare uno o più docenti appartenenti a classe di concorso del tutto diverse. Questo fenomeno, peraltro, è destinato a continuare e ad aggravarsi nei prossimi anni. Perché le esigenze di bilancio non consentono all'amministrazione di ampliare ulteriormente l'organico.