L'Unità-Scuola, anche il governo ferma la Moratti
Scuola, anche il governo ferma la Moratti di Maria Annunziata Zegarelli Era tutto pronto: stampa avvisata, obiettivi puntati, microfoni accesi. La ministra Letizia Moratti e il presidente del C...
Scuola, anche il governo ferma la Moratti
di Maria Annunziata Zegarelli
Era tutto pronto: stampa avvisata, obiettivi puntati, microfoni accesi. La ministra Letizia Moratti e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi avrebbero illustrato il disegno di legge di riforma della scuola. Il premier in persona sarebbe sceso al fianco della lady di ferro, per mostrare l'unità del governo e il suo appoggio pieno ad uno dei travagli più lunghi e dolorosi del suo secondo governo. Invece no. L'"unita compagine di governo" si è scollata: ha iniziato a litigare anche sulla scuola. Non sono bastati né il grafico con i lucidi, né la bacchetta con la quale il premier illustrava i punti di forza della rivoluzione post-berlingueriana. Ma B. e la Moratti vogliono la scuola azienda ed ecco allora profilarsi un'altra soluzione: il governo chiederà una delega al Parlamento per poter legiferare sull'istruzione senza dover dare conto più a nessuno.
Iscrizione anticipata alle scuole materne e alle scuole elementari, rapporti con le Regioni chiamate a gestire, con competenza esclusiva, formazione e istruzione professionale e copertura finanziaria del disegno di legge( su questo punto il ministro Tremonti ha invitato la collega a ulteriori approfondimenti) hanno provocato un fronte di opposizione interna alla stessa maggioranza che ha fatto slittare la lancetta dell'orologio ben oltre le previsioni. Cinquantacinque minuti per illustrare il progetto, oltre due ore di discussione non risolutiva che alla fine hanno costretto la Ministra Moratti a fare un passo indietro. Malgrado avesse tentato una forzatura inserendo all'ultimo momento la discussione della sua riforma in sede di Consiglio dei ministri. Tutto rimandato alla prossima seduta. Dopo aver incontrato le Regioni. Dopo aver corretto più di un tiro.
E così se n'è andata in fumo la conferenza stampa congiunta del premier e di lady Moratti. Dopo molti "adesso scendono" "fra poco scenderanno", sempre più "ma scenderanno?", alla fine ad affrontare taccuini microfoni e telecamere sono arrivati, pochi minuti prima delle otto di sera, Roberto Pesenti, e Paolo Glisenti, rispettivamente portavoce e consigliere del ministro. Con un cartellina stampa in mano. Poi distribuita ai presenti, con poche frasi buttate là al posto della famosa e mai arrivata conferenza stampa. Accompagnati dal qualche mormorio di fondo, hanno spiegato che ieri è stato presentato, non il disegno di legge, ma il "progetto di Riforma" della scuola. "La discussione prosegue in Consiglio dei ministri", se ne parlerà ancora durante la prossima seduta. Hanno snocciolano numeri: 250 persone ascoltate dopo gli stati generali (altra pagina nera della stessa storia che stiamo raccontando), 150 ore di lavoro soltanto in questa settimana. Insomma, il governo azienda lavora sodo, produce. "Ma fate poche domande e brevi perché dobbiamo tornare su". E sono arrivate le domande. Tutte sullo stesso punto: perché il disegno di legge non è stato approvato e chi si è opposto.
E se poco prima l'eroico Pesenti ha cercato di sdrammatizzare raccontando che di aver visto "il presidente del Consiglio in persona chiedere il cartellone per mostrare i lucidi del progetto insieme al ministro Moratti", poi cambia registro. È stato costretto a concludere dicendo che non sa cosa sia accaduto dentro, durante la discussione, "perché non mi hanno fatto entrare". E spiega ancora che ci sarà da lavorare, che è un cantiere aperto. Così tanto aperto che chi può entra e vuole metterci del suo.
I comunicati governativi, quelli per rassicurare che tutto è andato bene, anzi che meglio non poteva andare, arriveranno dopo un po'. Tocca a Rocco Buttiglione dire che tutto si "concluderà in una o due settimane". Dice: "Capite anche voi che non potevano decidere una riforma storica come questa su due piedi. Moratti ha illustrato il testo ottenendo unanimi riconoscimenti. Tuttavia ci sono delle cose da approfondire". Loro, i cattolici, vorrebbero comunque una riforma più attenta "alla formazione morale e spirituale del giovane", si dovrebbe sottolineare il ruolo della coscienza storica e l'appartenenza alla comunità europea". Non sono state toccate questioni fondamentali, dice Buttiglione. La Lega poi ha dovuto riconoscere "che uno dei pregi di questa riforma è la chiave federalista". Ma dato che il federalismo ancora non è legge, la riforma dovrà accordarsi a questa.
Giri di parole, per cercare di non portare fuori la spaccatura che c'è dentro, anche sulla scuola. E così arriva il secondo comunciato governativo: le famose fonti ministeriale raccontano della soddisfazione della Moratti "per l'apprezzamento dell'intero complesso della riforma da parte del premier e del vicepremier Fini". E nessuno, nessuno, oggi si aspettava l'approvazione del disegno di legge. E nessuno durante il Consiglio avrebbe ventilato l'ipotesi di una delega al Parlamento per la Riforma. Se ne sarebbe parlato soltanto a margine. Nessuno ha spiegato come mai era stata annunciata la conferenza congiunta di Berlusconi e Moratti.