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L'Ocse all'Italia: accelerare e investire più risorse su scuola digitale

L'Ocse, pur apprezzando la volontà dell'amministrazione di incrementare l'uso delle tecnologie e di internet nelle scuole italiane, sprona il Belpaese a fare di più

07/03/2013
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Il Sole 24 Ore

Claudio Tucci

L'Italia deve accelerare e investire più risorse per diffondere le tecnologie digitali a scuola. Altrimenti, di questo passo, «sarebbero necessari altri 15 anni» per raggiungere, ad esempio, la Gran Bretagna «dove l'80% della classi può contare su strumenti didattici informatici e digitali».

Lo scrive l'Ocse nel rapporto «Review of the Italian Strategy for Digital Schools», presentato oggi al ministero dell'Istruzione, dal ministro Francesco Profumo e dal capo dipartimento, Giovanni Biondi.

Servono più fondi
L'Ocse, pur apprezzando la volontà dell'amministrazione di incrementare l'uso delle tecnologie e di internet nelle scuole italiane, sprona il Belpaese a fare di più. Sotto osservazione (su richiesta dello stesso ministro Profumo) è stato il «Piano nazionale scuola digitale», nato nel 2007/2008 e implementato di anno in anno con un budget limitato, circa 30 milioni di euro l'anno (vale dire quasi 5 euro per studente).

I suggerimenti dell'Ocse
Come rimediare? Intanto - suggerisce l'Ocse - si ricorra a finanziamenti integrativi, da parte di Regioni, Fondazioni e scuole e poi si apra ad altre tecnologie meno costose e scelte dalle scuole (kit composto da computer di classe, visualizzatore e proiettore). Sarebbe di aiuto, inoltre, lo sviluppo di una piattaforma virtuale di scambio delle risorse digitali per insegnanti, la possibilità per le scuole di organizzare la formazione dei docenti in modo flessibile, l'istituzione di premi per gli insegnanti e fiere dedicate all'innovazione nonchè la definizione di obiettivi e criteri di valutazione dei risultati. Sul fronte dei cambiamenti si raccomanda di concentrare le risorse su Scuola 2.0 e interrompere l'iniziativa Classe 2.0, pensando anche al varo di reti scolastiche 2.0. Impulso andrebbe, inoltre, dato all'editoria digitale scolastica.

La situazione attuale
Secondo gli ultimi dati, aggiornati al 31 agosto 20122, su una rilevazione dell'85% delle scuole di ogni ordine e grado, ha aggiunto Giovanni Biondi, i computer presenti nelle scuole sono: 169.130 nella primaria (1 pc ogni 15 studenti); 150.385 nella secondaria di primo grado (1 pc per ogni 11 studenti); 334.079 nelle superiori (1 pc per ogni 8 studenti). I dispositivi portatili (pc/tablet) in uso individuale agli studenti sono 13.650. Le Lim attualmente installate sono 69.813, per una copertura del 21,6% delle aule scolastiche. Le aule connesse in rete sono circa il 54%, mentre l'82% circa delle scuole possiede una connessione internet. Inoltre, sono attive 416 Cl@ssi 2.0 e 14 Scuole 2.0. E dal prossimo anno scolastico saranno installate nelle scuole altre 4.200 Lim (lavagne interattive multimediali), attivate altre 2.600 Classi 2.0, 16 Scuole 2.0 e istituiti Centri scolastici digitali in 6 regioni.

Complessivamente, dunque, lo sviluppo del Piano Nazionale Scuola Digitale consentirà di avere nelle scuole 74.013 Lim, passando dal 21,6% al 23% delle aule coperte da questo nuovo strumento didattico. Allo stesso modo il totale delle Cl@ssi 2.0 salirà a 3mila e quello delle Scuole 2.0 a 30.

A margine della presentazione dello studio dell'Ocse il ministro Profumo ha chiesto al nuovo governo e al nuovo parlamento di investire nella scuola, e non bloccare il nuovo concorso a cattedra - relativo al triennio 2015-2017 - che, nelle intenzioni del Miur, dovrebbe essere bandito in primavera. Il ministro ha detto poi «No» all'ipotesi di un nuovo blocco degli scatti d'anzianità del personale per il 2013: «La scuola ha già dato», mentre sul regolamento sulla valutazione che venerdì arriverà in Cdm ha evidenziato come sia un provvedimento «da chiudere».


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