«L’Italia? Ha buone tradizioni scientifiche La vita è matematica»
Il premio Wolf al professor Parisi, presidente dei Lincei: scontiamo il poco prestigio di cui godono gli insegnanti
Giovanni Caprara
L a Fondazione Wolf di Israele ha assegnato il «Wolf Prize» a Giorgio Parisi, fisico teorico dell’Università la Sapienza di Roma e presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei, la più antica accademia scientifica del mondo, per «le sue scoperte pionieristiche nella teoria quantistica dei campi, in meccanica statistica e nei sistemi complessi». Dopo il Nobel, il Wolf Prize è il riconoscimento più importante che uno scienziato possa ricevere. Tra gli eletti ci sono stati Stephen Hawking e numerosi scienziati poi conquistatori del Nobel per la fisica: da Penrose, a Lederman a Higgs, padre del bosone. Per Parisi, 72 anni, è solo l’ultimo di una serie di premi internazionali. Ed è un risultato importante anche per la scienza italiana.
Professore, su quale frontiera matematica si è mosso?
«La scoperta del bosone richiedeva la descrizione dei comportamenti dei quark all’interno dei protoni in corsa nell’acceleratore del Cern di Ginevra. Le fondamentali equazioni elaborate hanno consentito la preparazione degli esperimenti in modo corretto arrivando alla meta».
E i sistemi complessi che cosa sono?
«Tutto ciò che vediamo intorno a noi è un sistema complesso, compresi noi stessi. Nel cervello o nell’organismo i neuroni o gli organi si scambiano di continuo messaggi che influenzano il loro funzionamento. Ma sono sistemi complessi anche l’interazione fra le persone protagoniste dell’economia, un ecosistema con i vari organismi in continua azione o l’intero insieme della vita sulla Terra. Dagli inizi degli anni Ottanta ho iniziato a porre le basi di questa scienza inesistente studiando la natura utilizzando la matematica. C’era perplessità tra i colleghi, ma poi le mie formulazioni sono state applicate persino nello sviluppo delle reti neurali oggi importanti per l’intelligenza artificiale».
Lei continua un’illustre tradizione per la quale i nostri matematici sono famosi nel mondo. Lo riconosceva anche Albert Einstein.
«Abbiamo sempre manifestato buone capacità, a cominciare dal grande Vito Volterra, fondatore del Cnr, noto per i suoi contributi applicati alla biologia e uomo coerente con le sue idee, che firmò il manifesto degli scienziati antifascisti. Ma tanti altri nel tempo hanno brillato».
Oggi la storia continua?
Questione culturale
«C’è un problema legato alla cultura in genere. Persino il cinema è trascurato»
«Solo in teoria, purtroppo. La situazione della scienza in generale in Italia è tale che anche i matematici li ritroviamo all’estero. Alessio Figalli, vincitore della Medaglia Fields, il Nobel della matematica, è a Princeton. In Francia la maggior parte dei matematici più quotati sono italiani e anche in Gran Bretagna».
Il disinteresse per la ricerca nel nostro Paese non concede eccezioni, dunque...
«La situazione è più grave perché non riguarda solo la scienza ma la cultura in generale. Persino il cinema si trascura. Oggi tutti vediamo come sia diminuito il prestigio di un insegnante di liceo rispetto al passato e altrettanto quello dello scienziato. Nonostante questo i giovani continuano a impegnarsi sperando che le cose cambino. Ma le conseguenze sono gravi».
Ad esempio ?
«Fino a un mese fa eravamo il fanalino di coda internazionale nelle analisi delle varianti del virus pandemico. Non erano finanziate perché costose. Ora finalmente qualcosa si riesce a fare. Ma non si può immaginare di produrre vaccini se non abbiamo persone preparate. Occorre un ambiente culturale adeguato per affrontare le nuove sfide».
Pessimista sul futuro?
«No, al contrario, sono ottimista. Credo che dalla crisi che stiamo vivendo possiamo uscire trovando il coraggio per un cambiamento; un punto di partenza su cui ricostruire il Paese. Accettando proposte come il Piano Amaldi per la ricerca usufruendo delle risorse del Recovery Fund e aumentando i finanziamenti a disposizione. L’Accademia dei Lincei in occasione del G20 che si terrà quest’anno in Italia, sta organizzato due incontri con le Accademie delle altre nazioni per elaborare studi, che saranno consegnati ai politici, mirati a sostenere la scienza ed evitare le minacce di future pandemie. È un’occasione preziosa».