L'Istat contro Gelmini e Brunetta: «Ci strangolano tagliando i fondi»

Brunetta+Gelmini=zero futuro». Era lo striscione calato ieri in via Balbo a Roma, davanti alla sede centrale dell'Istituto nazionale di statistica. Ospiti attesi di un convegno a porte chiuse dedicato alla «giornata mondiale della statistica» il ministro della pubblica amministrazione Renato Brunetta e quello dell'istruzione e della ricerca Mariastella Gelmini che ha preferito declinare l'invito per evitare il rischio di contestazioni. All'ultimo minuto anche Brunetta ha annullato la visita. Duecento ricercatori hanno occupato l'istituto per tutta la giornata protestando contro la decisione del governo di inserire nel «piano di stabilità» un taglio di 60 milioni di euro al bilancio dell'Istat.
«Credo che le proteste siano corrette se guardiamo al complesso della ricerca ma rispetto alla statistica c'è un allarmismo eccessivo - ha affermato il presidente dell'Istat Enrico Giovannini - Il dato non corrisponde alle informazioni in nostro possesso, il bilancio dell'Istat ha subito un taglio ma attraverso integrazioni nel corso del 2010 è stato compensato e non ha certo le dimensioni di cui si parla».
Per i ricercatori che hanno distribuito volantini fuori dall'aula magna, invece, l'allarme è giustificato e il taglio ricorda quello che in estate ha soppresso enti di ricerca come l'istituto sulla sicurezza sul lavoro (Ispels), quello per le analisi economiche (Isae), sul disagio sociale (Ias)e sull'idrodinamica navale e marittima (Insean).
«In un quadro di riduzione generalizzata del finanziamento per la ricerca - ha precisato Lorenzo Cassata, ricercatore Istat - i fondi destinati al prossimo censimento non serviranno a compensare il taglio delle risorse e dureranno solo tre anni». Il bilancio dell'Istat passerà invece da 150 a 90 milioni, mentre gli stipendi del personale restano a quota 85 milioni. «In questo modo - aggiunge Cassata - molti servizi andranno in appalto esterno com'è già successo l'anno scorso con la rete dei rilevatori che è stata esternalizzata all'Ipsos di Nando Pagnocelli».
Nel frattempo la maggioranza ha fatto quadrato attorno al ministro Gelmini. Un gruppo su Facebook «Uccidiamo la Gelmini» ha scelto un 'immagine in cui il ministro viene rappresentanta seduta su un divano, legata mani e piedi, e imbavagliata. Gli iscritti sono 410, scorrendo i messaggi in bacheca in molti esprimono dissenso per il cattivo gusto della trovata. «Ancora una volta - ha denunciato il ministro della Giustizia Angelino Alfano - il popolo dell'odio alza la voce brandendo, con volgarità, l'arma delle intimidazioni fino a inneggiare alla morte di rappresentanti di Governo». «continuare a cambiare in meglio il mondo della scuola» ha esortato il ministro delle pari opportunità Carfagna.
Solidarietà per la titolare del ministero di Viale Trastevere è stata espressa anche dall'opposizione «Nessuna forma di critica possa degenerare nel non ripetto verso le persone» afferma Antonio Rusconi del Pd. «Il dissenso e il conflitto rispetto alle scelte fatte sulla scuola, sull'universit... e la ricerca - sostiene la Flc-Cgil - devono esprimersi rigorosamente sul terreno democratico senza mai criminalizzare le persone».