L'intervento della Moratti alla 7^ commissione del Senato - 17.9
Senato della Repubblica - VII Commissione Roma, 17 settembre 2002 La sperimentazione che sta per essere avviata con decreto ministeriale riguarda la scuola dell'infanzia e il primo anno della ...
Senato della Repubblica - VII Commissione
Roma, 17 settembre 2002
La sperimentazione che sta per essere avviata con decreto ministeriale riguarda la scuola dell'infanzia e il primo anno della scuola elementare e si sviluppa su due fronti di intervento: l'uno didattico pedagogico ed organizzativo, l'altro concernente anche l'anticipo delle iscrizioni al primo anno della scuola dell'infanzia e del ciclo primario.
Le motivazioni che sorreggono 1'iniziativa riguardano l'esigenza - sentita anche dalle scuole, dagli insegnanti e dai genitori - di accompagnare con la massima trasparenza e con attenzione ai risultati (fattibilità) il delicato processo di riforma tuttora all'esame del Parlamento. In particolare si vuole verificare, con l'apporto di un significativo circuito di scuole, la validità dei contenuti della riforma nella parte concernente i due primi segmenti formativi.
La finalità della sperimentazione è proprio quella di garantire nelle condizioni migliori che i nodi critici segnalati dal Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione (C.N.P.I.), sotto il profilo pedagogico, didattico ed organizzativo, possano essere superati attraverso 1'impegno attivo e la partecipazione alla sperimentazione.
In sostanza, nel rispetto di un metodo di lavoro che ha scelto la strada di un ampio dibattito da parte di tutte le componenti scolastiche interessate, quale linea di riferimento per una graduale azione riformatrice, l'iniziativa sperimentale tende proprio a verificare e a far esprimere dalle scuole quali siano i fabbisogni in termini di strutture, personale, finanziamenti e formazione di cui la scuola stessa ha bisogno per realizzare la riorganizzazione complessiva del sistema scolastico.
Si deve aggiungere, a tal proposito, che lo stesso dibattito parlamentare sul disegno di legge delega rappresenta un importante quadro di riferimento culturale e una utile occasione per un'informazione-formazione sulle linee ispiratrici del disegno riformatore.
Il metodo della condivisione e del coinvolgimento sia sul piano politico parlamentare che su quello dei soggetti protagonisti della riforma ha lo scopo di evitare il rischio di un processo di cambiamento calato dall'alto, che ignori le importanti esperienze già vissute e compiutamente maturate dalle scuole e dagli insegnanti con il contributo essenziale anche dei genitori, delle loro associazioni e degli enti locali interessati.
Si tratta in sostanza di cogliere l'occasione di una partecipazione attiva e di un reale protagonismo delle scuole e del territorio nel processò di riforma; occasione questa condivisa dal CNPI, il quale giustamente individua nell'art.11 del DPR n.275/99 il principale strumento normativo di valorizzazione delle potenzialità dell'autonomia scolastica.
Fatta questa premessa sembra utile soffermarsi sulle proposte emerse sia nel parere del C.N.P.I. che in quello della commissione scuola dell'A.N.C.I.
I temi da affrontare sono riconducibili sinteticamente agli aspetti concernenti:
- i tempi per l'attuazione della sperimentazione;
- l'eventuale riapertura delle iscrizioni;
- le risorse professionali e le disponibilità finanziarie;
- alcuni aspetti pedagogici, metodologici e didattici della riforma;
- i momenti e gli strumenti di valutazione della sperimentazione (monitoraggio e verifica);
- le azioni di formazione e aggiornamento del personale scolastico e, in particolare, degli insegnanti.
La preoccupazione in ordine alla ristrettezza dei tempi rappresenta un giusto richiamo. Tuttavia, l'obiettivo strategico al quale si faceva in precedenza riferimento, di inserire il processo di riforma in un effettivo circuito di sperimentazione che ne verifichi via via i vari aspetti, ha determinato 1'esigenza di non rinviare 1'avvio l'iniziativa.
Inoltre, le azioni già poste in essere e quelle che si stanno sviluppando a seguito delle proposte concrete e dei contributi del C.N.P.I. e dell'A.N.C.I., consentono di poter affermare che non vi saranno conseguenze sull'ordinato svolgimento dell'anno scolastico e che la scelta delle scuole si sta effettuando con scrupolo e rigore, non condizionati dalla brevità dei termini. La scelta stessa è stata facilitata dal grande numero di richieste da parte dei circoli didattici, che hanno consentito una selezione attenta soprattutto alla qualità e alle condizioni oggettive delle scuole capaci di garantire un processo sperimentale efficace.
Infatti, a seguito della richiesta di parere al Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, i documenti relativi alla sperimentazione (Bozza di provvedimento - DM, Indicazioni nazionali e Raccomandazioni) sono stati portati a conoscenza dei Direttori regionali affinché potessero attivare le iniziative preliminari alla individuazione delle scuole. Tali iniziative si sono concretate nella richiesta di adesione alla sperimentazione di circa un migliaio di istituti.
Tale richiesta è avvenuta inizialmente da parte dei dirigenti scolastici - fatto questo che non rappresentava di per sé l'adesione della scuola al progetto - ed è stata poi formalizzata e confermata, in gran parte dei casi, attraverso la delibera degli organi competenti: il collegio docenti e il consigliò di circolo o di istituto.
Poiché le adesioni sono state in numero superiore a quelle previste nella bozza di decreto per 1'attivazione della sperimentazione, è stato necessario individuare le condizioni di fattibilità della sperimentazione stessa (disponibilità di strutture logistiche, di personale e finanziarie, ecc.).
I criteri per l'individuazione, specie per quanto riguarda le scuole dell'infanzia, rispondono sostanzialmente a quelli concordati con l'A.N.C.I., con cui è stato aperto un tavolo permanente di consultazione. Tali criteri sono stati formalizzati nel documento approvato dalla commissione scuola dell'A.N.C.I. stesso in data 10 settembre 2002.
In concreto, a partire dal 12 settembre sono stati programmati incontri con i Direttori Generali regionali unitamente agli ispettori tecnici della scuola dell'infanzia e della scuola elementare, per illustrare nel dettaglio i contenuti del progetto sperimentale, fornendo tutte le indicazioni utili per la definitiva scelta delle scuole presso cui attivare la sperimentazione stessa e per la redazione del piano regionale delle istituzioni scolastiche individuate.
La verifica delle condizioni e l'esame attento da parte del corpo ispettivo territoriale, il sostegno degli I.R.R.E., dei responsabili dei C.S.A. (Centri dei servizi amministrativi) e della Direzione generale regionale consentono l'avvio effettivo della sperimentazione in tempo utile per rispettare la validità dell'anno scolastico.
Peraltro, sono già state programmate conferenze di servizio con i dirigenti scolastici interessati, sia a livello centrale che regionale, in modo da offrire il massimo della consulenza possibile sui contenuti, le procedure e gli obiettivi della sperimentazione. Tali conferenze opereranno in stretto rapporto con una struttura centrale specificatamente preposta alle azioni di interrelazione con il territorio.
Una delle principali condizioni necessarie per l'attivazione della sperimentazione, ferma restando la libera adesione dei genitori, é soprattutto quella di non comportare la riapertura dei termini di iscrizione dei bambini che compiono l'età richiesta, rispettivamente tre e sei anni, entro il 28 febbraio 2003.
A tal fine, la scelta è ricaduta su scuole dell'infanzia ed elementari aventi sede nel medesimo circolo didattico o istituto comprensivo e, per quanto concerne la scuola dell'infanzia, nello stesso territorio in cui opera un asilo nido.
Rimane il fatto che l'anticipo delle iscrizioni nella scuola dell'infanzia è consentito solo nell'ipotesi che non vi siano, in lista d'attesa, bambini che compiano i tre anni entro il 31.12.2002.
Per quanto riguarda la scuola elementare, nell'ipotesi in cui la richiesta di frequenza anticipata non sia, per particolari condizioni ambientali, correlata all'esistenza di una scuola dell'infanzia nello stesso circolo, la scelta dei bambini sarà ovviamente rimessa all'autonoma valutazione delle scuole ed alle compatibilità presenti nel territorio, da verificare in collaborazione con gli enti locali interessati.
La sperimentazione comunque non incide sulla determinazione degli organici del circolo didattico o dell'istituto comprensivo coinvolto.
Una delle condizioni della sperimentazione è quella di non avere classi o sezioni "sature", cioè al completo.
L'incremento del numero di iscrizioni per l'anticipo sarà riassorbito attraverso una distribuzione dei bambini sui posti disponibili in ciascuna sezione o classe, fermo restando il tetto massimo di alunni per ciascuna sezione o classe.
Per la scuola dell'infanzia il numero dei bambini che anticipano l'iscrizione determinerà per ciascuna sezione la riduzione proporzionale del numero massimo di iscrizioni consentite.
Le esigenze connesse alla presenza di bambini al di sotto dei tre anni potranno essere soddisfatte attraverso una stretta interrelazione con il personale degli asili nido.
Per la scuola elementare la diversa organizzazione didattica, che prevede la figura dell'insegnante tutor cui viene affidato un numero di ore di insegnamento frontale oscillante tra le 18 e le 21, non altera il principio della pari dignità dei docenti attualmente impegnati nei moduli (tre docenti per due classi), atteso che al terzo docente verrebbe affidata la responsabilità di prestazioni professionali correlate alla gestione dell'insegnamento frontale e dei cosiddetti laboratori. Inoltre, l'elaborazione dei criteri di scelta dell'insegnante tutor sarà rimessa all'autonomia degli organi collegiali delle istituzioni scolastiche.
A tale riguardo, è appena il caso di far presente che la delibera degli organi collegiali di adesione al progetto sperimentale già necessariamente prende a riferimento la possibilità non solo di attivare la figura dell'insegnante tutor - che rappresenta uno degli elementi caratterizzanti la sperimentazione sotto il versante della metodologia e della didattica - ma anche di accertare la presenza di docenti che possano impartire l'insegnamento della lingua inglese e della prima alfabetizzazione informatica. La sperimentazione sotto questi profili non comprime il principio dell'autonomia scolastica, ma, anzi, responsabilizza le scuole nella elaborazione del progetto finalizzato al raggiungimento di obiettivi specifici di apprendimento nel rispetto del sistema nazionale di istruzione.
Rimane pieno e maggiormente responsabilizzato l'intervento didattico che si avvale di strumenti di flessibilità organizzativa, di metodologie diversificate, volti a favorire il successo formativo di ogni singolo alunno facendo leva sulle potenzialità di ciascuno.
Uno degli strumenti attraverso i quali è possibile rilevare ed annotare i percorsi seguiti e i progressi dei risultati raggiunti è rappresentato dal Portfolio delle competenze.
Tale Portfolio, per la cui compilazione esistono numerose indicazioni consolidate a livello internazionale, non costituisce un'incombenza esclusiva da parte dell'insegnante tutor, quanto, invece, il risultato di una condivisione da parte di tutti coloro che sono coinvolti nel processo educativo: docenti, alunni e famiglie.
Per quel che riguarda le risorse finanziarie necessarie per eventuali esigenze aggiuntive, sono stati previsti specifici stanziamenti a sostegno del processo di sperimentazione, sia nei provvedimenti attuativi della Legge n.440/1997, che nella Direttiva sulla formazione, tenendo conto che la portata della sperimentazione è contenuta e, pertanto, non comporta costi rilevanti.
In ogni caso, ad eventuali richieste di maggiore finanziamento si farà fronte con il fondo allocato presso le Direzioni regionali - nella misura del 10% dei finanziamenti territoriali - che è disponibile proprio per le azioni relative alle innovazioni e al potenziamento dell'offerta formativa.
L'attività di monitoraggio e di verifica sarà sostenuta dagli Osservatori Nazionale e Regionali che si avvarranno, oltre che dei soggetti individuati nel provvedimento, soprattutto di docenti della scuola militante e di docenti universitari esperti del settore, astenendosi dal definire criteri per l'attuazione.
Un particolare attenzione è stata dedicata alla formazione e all'aggiornamento del personale docente e dirigente delle scuole coinvolte nel progetto. Il piano, che l'Amministrazione ha elaborato d'intesa con I'INDIRE e gli IRRE, si articola su due direttrici fondamentali: un piano di formazione per le 200 scuole impegnate nella sperimentazione e un piano di formazione aperto alla partecipazione di tutti gli insegnanti interessati.
Per le 200 scuole sarà attivato - presso l'INDIRE - un ambiente di formazione on line con tre contenuti specifici:
1. il quadro di sistema, che comprenderà i materiali relativi alla sperimentazione e un forum di discussione. Successivamente verranno attivati altri interventi tramite moduli didattici, la diffusione di "buone pratiche" e studi di caso. Tutto sarà inserito in un percorso formativo della durata dell'intero anno scolastico, secondo il modello già positivamente sperimentato. Inoltre, per ogni scuola sarà assicurata la presenza di un tutor;
2. l'insegnamento della lingua inglese. Sarà offerto un percorso formativo specifico per l'ampliamento delle competenze linguistiche, che prevederà anche, alla conclusione dello stesso percorso, una full immersion di due settimane in una Università estera. Le competenze metodologico didattiche saranno sviluppate tenendo conto soprattutto dell'obiettivo dell'insegnamento precoce delle lingue. Gli insegnanti potranno usare un ambiente di apprendimento rivolto ai bambini che quindi saranno iscritti dagli insegnanti e potranno usare i materiali e fare le attività a scuola oppure a casa.
3. L'aggiornamento sull'informatica sarà caratterizzato da un percorso di formazione di alcune competenze di applicazione didattica delle nuove tecnologie;
Contemporaneamente a questo grande impegno di formazione degli insegnanti, a tutte le scuole verrà offerta la possibilità di partecipare a un corso specifico sulla riforma. Ciascun collegio dei docenti potrà decidere di inserire nel proprio piano di formazione in servizio la partecipazione all'iniziativa. In base alle richieste saranno organizzati, dal prossimo gennaio, corsi di formazione secondo il modello sperimentato di e-learning, utilizzando i tutor che si sono formati sul campo con i neo assunti dello scorso anno scolastico, e che riceveranno, entro dicembre, una formazione specifica per svolgere al meglio questa funzione. Tale percorso di formazione consentirà inoltre, attraverso la rete dei tutor e la struttura che si sta organizzando a livello regionale, di avere importanti verifiche sulla innovazioni introdotte dalla sperimentazione.
Accanto a questo piano, con l'INDIRE sarà aperto un nuovo capitolo della formazione e dell'informazione, e riguarderà i genitori.
Nei processi di cambiamento - soprattutto per quanto riguarda il ciclo primario e la scuola dell'infanzia - l'adesione, la collaborazione e la consapevolezza dei genitori sono fondamentali per la riuscita della riforma e per l'efficacia del lavoro dei docenti. Per tale motivo, i genitori potranno trovare nelle risorse del sistema di informazione e di formazione delle scuole e dell'Amministrazione non solo risposte puntuali alle loro domande ma anche percorsi e occasioni di formazione che li mettano in grado di seguire e collaborare allo sviluppo delle capacità e alla crescita dei figli.
Per la documentazione di merito sulla formazione è evidente che un ruolo specifico sarà svolto dalle 200 scuole coinvolte nel processo sperimentale, che potranno costituire un polo di riferimento ai fini della costruzione di una rete di scuole.
Il dibattito parlamentare, l'esperienza dell'Amministrazione in fatto di sperimentazioni maturata fin dagli anni Settanta, le proposte e le osservazioni del C.N.P.I. e il contributo propositivo dell'A.N.C.I., hanno ispirato, perfezionato e reso attuale il decreto con cui si avvia questa vera e propria ricercaazione in 200 circoli del Paese.
Da essa ci aspettiamo informazioni e risposte alle mille domande che ogni processo di trasformazione fa nascere in un sistema così complesso e ricco di situazioni come quello scolastico.