L'inglese secondo Moratti-Un disastro, "of course"
Venezia, assemblea plenaria del "British Council", il prof. McRae attacca la riforma: "Scritta da chi non sa nulla di scuola". E in platea è una valanga di applausi VENEZIA Composta e sottile co...
Venezia, assemblea plenaria del "British Council", il prof. McRae attacca la riforma: "Scritta da chi non sa nulla di scuola". E in platea è una valanga di applausi
VENEZIA Composta e sottile come in tipico stile dell'humour made in Britain è arrivata una stilettata per la scuola d'avanguardia ricomposta a puntino dalla Moratti in sole tre note (inglese, informatica e impresa).
La prima "i" dell'esemplare spot della controriforma è arrivata mesta mesta alla tre giorni della conferenza organizzata dall'istituto "British Council". Dove ad aprire i lavori si è presentato John McRae, il "professore ambulante" di lingua e letteratura inglese in numerose università straniere, che è stato travolto dopo soli 5minuti di oratoria da uno scrosciante e interminabile applauso della platea. Sono le 15 e sul palco della sala grande del Palazzo del Cinema il professore passeggia con un mazzo di fogli in mano. È il testo della legge 53. La guarda, la sfoglia poi gettato un occhio tra le poltrone, esordisce: "Lamia ambizione di oggi era quella di trovare qualcosa di positivo da poter dire sulla riforma della scuola italiana. Ma mi dispiace, non ci sono riuscito quindi è meglio non parlarne". Oltre duemila mani hanno generato un frastuono, qualcuno "ha detto qualcosa che la maggior parte dei presenti da tempo sentiva, ma che nessuno prima d'ora si era mai sognato di dire. Apertamente. In pubblico. In un occasione così importante come un convegno". McRae è tranquillo "non perderò certo il mio posto di lavoro se dirò qualcosa che alle orecchie del governo suonerà sgradito". È polemico e sferzante. Per un ora. Critica pesantemente le velleità ministeriali senza mai nominare palesemente il nome di colei che ne è il promoter. "Ho iniziato la mia carriera accademica in questo paese, nel 1974. Ho insegnato in molti atenei. Da allora sulle poltrone dirigenziali di viale Trastevere si sono alternati più nomi che la memoria ha cancellato. Anche questo momento troverà la fine. Ho speranze nel futuro poiché non sono capace a rassegnarmi che le cose non possano andare in modo diverso ". Il professore pensa al mondo, globale. Parla di apertura oltre confine. Pensa ai ragazzi, i prossimi uomini del domani, come a dei cittadini "universali ". E mentre gli altri paesi avanzano "aumentando nel curriculum le ore di insegnamento destinate alla lingua inglese, il Belpaese vive la contraddizione tra la parola e il fatto. Privilegia la lingua comunitaria riducendone le ore. Un palese risultato che mostra come chi abbia redatto questo testo è una persona che non sa nulla di scuola, di che cosa significhi educazione ed è ignara dell'importanza che investe questa lingua, oggi più che mai indispensabile per aprire le proprie porte all'esterno. Il Premier disse che non saranno serviti i pasti ai bambini che non parlino inglese a mensa. Ora insegniamo mangiando. Questa riforma l'unico risultato che produrrà sarà in primis una profonda demotivazione dei docenti seguita da una dequalificazione dell'insegnamento che si ripercuote inevitabilmente sulla preparazione dei ragazzi". Da buon scozzese McRae prima di concludere il suo "polemizzare" si è librato in associazioni tra "potenti". Le ha raccontate come fossero fiabe. "Una volta in Inghilterra quasi vent'anni fa un ministro di nome Thatcher si rifiutava di promuovere negli studenti la capacità di pensare, di riflettere e di evolvere come persona. In Italia qualcuno ha rimesso in auge la stessa politica regressiva. Entrambe penso abbiano confuso il significato di educare. Non hanno mai pensato ad insegnare ai propri ragazzi come diventare cittadini del mondo, bensì a come diventare schiavi dello stato. Probabilmente le due signore avevano lo stesso parrucchiere