L'illegalità si combatte a scuola
Il ministro Giannini: nuovi fondi per la formazione degli insegnanti. Contratto, si cambia
Alessandra Ricciardi
Ripartire dalla scuola per combattere l'illegalità. E il ministero dell'istruzione, che si accinge anche quest'anno a commemorare la strage di Capaci con la #navedellalegalità, ha intenzione di farlo rafforzando, tra l'altro, il rapporto tra le istituzioni scolastiche e il mondo delle associazioni, la società civile.
Ieri a Brindisi per il secondo anniversario dell'attentato alla scuola Morvillo Falcone, il ministro dell'istruzione, università e ricerca, Stefania Giannini, racconta l'impegno del suo dicastero. E annuncia alcune novità, a partire dai fondi per la formazione degli insegnanti.
«Il Sud è un grande bacino di intelligenze e potenzialità. E soprattutto i suoi giovani», dice la Giannini, «negli ultimi anni si sono opposti, con grande impegno sociale, alle mafie tutte e alla malavita organizzata. Anche l'associazionismo gioca un ruolo importante in questo senso. L'emergenza certamente c'è, ma l'opposizione è più forte e schietta che in passato».
Domanda. Ministro, quale ruolo ha svolto e può svolgere la scuola?
Risposta. La scuola ha un ruolo decisivo. Può sembrare una formula retorica, ma non lo è. Faccio qualche esempio: ci sono plessi in quartieri difficili di città del Sud che subiscono continui attacchi da chi vorrebbe intimidire la scuola per l'attività che fa su questo fronte. Abbiamo dirigenti scolastici e insegnanti che lottano ogni giorno per portare in classe i ragazzi e toglierli dalla strada e dalla malavita. Sono storie che fanno notizia raramente, come le buone prassi della scuola in generale, ma dimostrano il ruolo centrale delle istituzioni scolastiche in questa lotta quotidiana.
D. Ci racconta qual è il contributo del suo ministero?
R. Ogni anno il ministero lancia un concorso legato all'anniversario delle stragi di Capaci e via d'Amelio che coinvolge migliaia di ragazzi e insegnanti invitati a riflettere su questi temi. Quest'anno è dedicato all'uso responsabile del denaro pubblico. Anche la manifestazione organizzata a Palermo per il 23 maggio, insieme alla nave della legalità, è un segnale importante. Il Miur sta attuando un rafforzamento del Piano Nazionale per l'Educazione alla Legalità con tutte le altre istituzioni e associazioni attive in questo ambito. Nel Piano sono state coinvolte le principali fondazioni che si occupano di educazione alla legalità e lotta alla mafia, con le quali il Miur elabora un programma operativo annuale che coinvolge milioni di studenti in attività sperimentali che vengono realizzate sui territori di appartenenza. Il Piano prevede fra le altre cose la promozione di iniziative in accordo con l'Associazione Nazionale Magistrati e anche con la Corte dei Conti per quanto riguarda l'educazione finanziaria. Poi ci sono le attività delle singole scuole che, anche per conto proprio, lavorano su questo fronte.
D. Si chiede agli insegnanti di essere educatori e sentinelle della legalità in territori nei quali l'educazione civica non è di gran moda. E in cui spesso gli insegnanti sono soli.
R. Abbiamo già diversi protocolli di intesa e collaborazioni con le associazioni che mettono in rete scuole e operatori che affrontano queste tematiche da un punto di vista direi pratico. L'educazione civica, è vero, non è di gran moda. Ma forse non lo è nel senso tradizionale del termine. Le scuole hanno molti strumenti oltre alle materie specifiche per poter lavorare su questi fronti. Strumenti più flessibili come, appunto, le collaborazioni con la società civile e le associazioni che spesso sono anche più accattivanti per i ragazzi delle lezioni frontali che comunque restano necessarie.
D. Non servirebbe una formazione ad hoc per chi ha rapporti con ragazzi a volte molto difficili e che hanno come simboli eroi negativi?
R. La formazione dei docenti è un tema fondamentale purtroppo tralasciato negli anni. Bisogna tornare ad investire di più su questo fronte in un'ottica di lungo periodo. Nel frattempo anticipo che stiamo chiudendo i provvedimenti che ci consentiranno di distribuire i finanziamenti della legge 128 varata lo scorso novembre destinati ad attività di formazione che riguardano fra l'altro il potenziamento delle competenze nelle aree ad alto rischio socio-educativo.
D. Educare alla legalità sarebbe più facile se non ci fosse la disoccupazione che c'è al Sud. Molte ricerche imputano alla scuola la responsabilità di essere troppo scollata rispetto al mondo del lavoro. L'orientamento poi spesso è solo sulla carta.
R. Abbiamo aperto un cantiere sulle nuove competenze che devono entrare in classe che sta lavorando anche su questo e cioè su come la scuola possa preparare giovani capaci di affrontare con soddisfazione e con il giusto bagaglio il nuovo mondo del lavoro.
D. Lei ha annunciato la volontà di andare presto al rinnovo del contratto della scuola.
R. Va fatto un discorso più complessivo sulla revisione del contratto. Più in generale, si dovrà pensare a riconoscimenti economici che tengano conto del merito e del lavoro svolto, oltre che dell'anzianità.