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L'Espresso - A scuola contro voglia

Rapporto Ocse A scuola controvoglia Gli studenti più bravi? I finlandesi, insieme a giapponesi e coreani. Ultimi gli italiani, con tedeschi e greci. Lo rivela il Rapporto Ocse 2002. Che sottolinea:...

30/05/2002
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L'Espresso

Rapporto Ocse
A scuola controvoglia
Gli studenti più bravi? I finlandesi, insieme a giapponesi e coreani. Ultimi gli italiani, con tedeschi e greci. Lo rivela il Rapporto Ocse 2002. Che sottolinea: le prestazioni migliorano con l'autonomia

di Andrea Benvenuti
I più bravi sono i finlandesi, insieme a inglesi, giapponesi e coreani. I primi sono imbattibili nello studio delle lingue e della letteratura, i giapponesi e coreani sanno tutto di matematica e scienze. Gli ultimi della classe, invece, con tedeschi, greci, portoghesi e lussemburghesi, sono gli italiani. È quanto risulta da un'indagine dell'Ocse su un campione di 265 mila studenti quindicenni delle scuole secondarie di trentadue paesi. In media, il 10 per cento degli alunni dei paesi più sviluppati ha una capacità di lettura che si colloca al livello più elevato della scala; comprende testi complessi; sa valutare informazioni ed è in grado di basarsi su conoscenze specialistiche. In Australia, Canada, Finlandia, Nuova Zelanda e Regno Unito la percentuale oscilla addirittura tra il 15 e il 19 per cento. Ma c'è anche il classico rovescio della medaglia, perché il 12 per cento dei ragazzi dei paesi ricchi raggiunge appena il livello più basso: cioè sa eseguire compiti di lettura elementari, localizzare una singola informazione e individuare solo l'argomento principale di un testo.

Finlandia, Giappone e Corea non sono soltanto i paesi con il più alto livello di competenza, ma anche quelli che intervengono maggiormente per ridurre il divario tra gli studenti più bravi e quelli più 'somari'. La Germania, al contrario, è uno dei paesi con il divario maggiore tra i ragazzi, e si colloca al di sotto della media dei paesi Ocse. In 20 paesi su 28, oltre un quarto degli studenti dichiara che la scuola è un posto dove si va controvoglia. In Belgio, Canada, Francia, Ungheria, Italia e Stati Uniti, questa percentuale oscilla tra il 35 e il 42 per cento.

Per quanto riguarda le materie di studio, poi, circa la metà dei quindicenni considera la matematica importante in generale, ma sono pochi a ritenerla fondamentale per il loro futuro. L'indagine rileva inoltre che gli studenti provenienti da ambienti sociali privilegiati tendono a conseguire risultati migliori. Dato, questo, vero per la Repubblica Ceca, la Germania, l'Ungheria e il Lussemburgo. Ma non per Canada, Finlandia, Islanda, Giappone, Corea e Svezia.

Tra i fattori che influenzano i risultati, continuano ancora gli studiosi dell'Ocse, vi è una maggiore autonomia delle scuole. L'uso delle risorse degli istituti da parte degli studenti, la disponibilità di insegnanti qualificati nella materia che insegnano, l'autonomia decisionale del corpo docente influenzano in modo positivo i livelli di apprendimento. "Le prestazioni degli studenti tendono a migliorare '#8211; afferma il rapporto '#8211; se gli insegnanti si sentono autonomi, hanno aspettative elevate e buoni rapporti con gli studenti". E proprio sul concetto di autonomia scolastica è intervenuto il ministro dell'Istruzione Letizia Moratti: "Anche l'Italia, con un buon sistema di autonomia scolastica, può raggiungere i massimi livelli di rendimento. Ma per fare questo, occorre passare da una cultura di controllo delle risorse a una cultura di controllo dei risultati".

Un cambiamento irrinunciabile per la scuola italiana, secondo Moratti, a cui l'Italia 'si deve adeguare al più presto'. E proprio per questo, Riforma e rinnovo del contratto dei docenti permettendo, a settembre partiranno i test di valutazione, sulla base del modello inglese, che forniranno dati sulle competenze matematiche, linguistiche e scientifiche degli studenti. Il primo esperimento è già stato fatto in 2800 scuole, ma i risultati saranno resi noti a fine giugno.


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