L'avvertimento dei prof al governo: non ripetete l'errore della Fornero
L'anno lavorativo nella scuola finisce ad agosto
Franco Bastianini
Nel merito delle modifiche, come in precedenza sintetizzate, che stanno per essere introdotte nella normativa previdenziale, il giudizio dei docenti e del personale Ata interpellati su un campione di tre città , Milano, Roma, Napoli, risulta essere, in linea di massima, positivo ma a condizione che nell'applicazione dei nuovi istituti non si continui ad ignorare che ai fini pensionistici l'anno lavorativo dei dipendenti della scuola non è l'anno solare ma quello scolastico che inizia il 1° settembre e termina il 31 agosto dell'anno successivo.
Sarebbe infatti diabolico, hanno sostenuto gli interpellati, se dovesse ripetersi l'errore commesso dalla riforma Fornero che, per avere ignorato la atipicità dell'anno scolastico ha consentito un diverso trattamento pensionistico tra il personale che aveva maturato la famigerata “quota 96” entro il 31 dicembre 2011 e quello che lo avrebbe maturato entro il 31 agosto 2012 e quindi entro l'anno scolastico 2011/2012.
Giudizio comunque positivo sia per quanto riguarda la possibilità di cumulare gratuitamente tutti i contributi previdenziali non coincidenti maturati in gestioni pensionistiche diverse, ivi comprese le gestioni separate, presenti soprattutto tra il personale docente della scuola secondaria di II grado,, che per quanto riguarda la possibilità offerta ai lavoratori precoci di accedere alla pensione anticipata con 41 anni di contributi, indipendentemente dall'età anagrafica e senza penalizzazioni.
Molte invece le perplessità sull'istituto dell'Ape. Giudizio assolutamente negativo sull'uscita anticipata che comporta la contrazione di un pesante prestito. Positivo, ma con qualche riserva sul numero degli anni di contribuzione da poter fare valere, è invece il giudizio sull'uscita anticipata a costo zero.
Nonostante risulti evidente che il personale della scuola interpellato valuti, seppure con qualche riserva(anno solare anziché anno scolastico; anticipazione in uscita eccessivamente onerosa; lavoro usurante e/o gravoso solo quello prestato dal personale della scuola dell'infanzia) positive le proposte di modifiche da apportare alla normativa previdenziale vigente, potrebbe non essere molti, soprattutto tra i docenti, quelli che a qualsiasi titolo chiederanno di anticipare l'uscita dal servizio.
Interessati sono 48.000 docenti e 12.000 Ata che nel corso del 2017 potranno fare valere almeno 63 anni di età. A utilizzare l'uscita anticipata a costo zero potrebbe essere il 20/25 per cento, l'80 per cento del quale sarebbe costituito dal personale in servizio nella scuola dell'infanzia e nella scuola primaria.