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L'Arena-Tempo prolungato: paure e dubbi per l'imminente addìo

- LA RIFORMA ALLE MEDIE Tempo prolungato: paure e dubbi per l'imminente addìo Ancora un anno. Poi il tempo prolungato scomparirà definitivamente dalle scuole medie veronesi. A partire...

30/04/2005
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L'Arena

- LA RIFORMA ALLE MEDIE
Tempo prolungato: paure e dubbi per l'imminente addìo
Ancora un anno. Poi il tempo prolungato scomparirà definitivamente dalle scuole medie veronesi. A partire dal prossimo settembre, infatti, scatta il secondo anniversario dall'entrata in vigore della riforma Moratti della scuola secondaria di primo grado. Un provvedimento che interessa, su 22.324 studenti veronesi attesi in aula per il prossimo anno scolastico 2005-2006, più di 5 mila iscritti.
La riforma, partita ufficialmente per le classi prime quest'anno, andrà a regime entro il 2006 capovolgendo il concetto di tempo scuola a cui eravamo ormai abituati da anni. Da un sistema di calcolo fisso e rigido degli insegnamenti ad uno più flessibile ed orientato all'utenza. Eppure, nonostante il buon proposito di accontentare le famiglie, è ragione di malcontento. Non solo tra i sindacati e il personale. In parte anche tra gli stessi genitori, che intravedono, nel nuovo tempo orario, una minore qualità degli interventi didattici rivolti ai loro figli.
Cosa prevede in sostanza la riforma della scuola media? Tre diversi livelli di frequenza alle attività didattiche. Il primo, quello obbligatorio, con una soglia minima di 27 ore di lezione. A questo è possibile aggiungere una quota oraria di insegnamenti opzionali per un totale di ulteriori 6 ore. A completare l'offerta alle famiglie è il tempo dedicato alla mensa, fino ad un massimo di 7 ore.
Calcolatrice alla mano, si potrebbe affermare che la somma così ottenuta non cambia, pur invertendo l'ordine degli addendi. E, infatti, chi sceglie di dare al proprio figlio tutte e tre le opportunità, garantisce in totale le quaranta ore di scuola settimanali al pari di quelle previste fino ad oggi dal tempo prolungato. Con la distinzione, ed è qui la ragione della protesta, che il nuovo impianto orario è costituito non sempre da interventi di carattere didattico. E' il caso del tempo post-mensa.
"Lo Snals ha chiesto di innalzare a 30 il monte ore obbligatorio per settimana", ribadisce Alberto Forti, segretario provinciale del Sindacato autonomo dei lavoratori della scuola, "Scenderebbero così solo a tre le ore opzionali. Chiediamo il ripristino delle tre ore settimanali di lingua inglese e di quelle per l'insegnamento di tecnologia. L'informatica, in sostanza, seguendo lo slogan delle cosiddette tre "I" della compagna elettorale del governo".
"Il ministero sembra comunque ritrattare sulle 27 ore", riprende Forti. "Nell'articolo 25 dello schema di riforma della scuola superiore, varato lo scorso 11 aprile, nel garantire il raccordo di attività tra la scuola secondaria di secondo grado e le medie, sembra reintrodurre nuovamente le 33 ore annuali di lingua inglese, ripristinando in tal modo le tre ore settimanali di lingua. E particolare interesse è rivolto anche all'informatica".
Ipotesi che ancora preoccupano il personale. La quota di attività opzionali, infatti, mette a rischio il futuro di alcuni insegnamenti e contribuisce, proprio perché facoltativa, ad un generale ridimensionamento nel numero dei docenti stessi.
Roberto Peretti


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