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L'Arena-Poche le ore per la pratica professionale

Poche le ore per la pratica professionale Bardolino. L'Istituto di istruzione superiore Carnacina per i servizi alberghieri e della ristorazione teme di essere declassato. Così ...

23/01/2005
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L'Arena

Poche le ore per la pratica professionale
Bardolino. L'Istituto di istruzione superiore Carnacina per i servizi alberghieri e della ristorazione teme di essere declassato. Così sciopera contro gli schemi di decreto della Riforma Moratti diffusi a raffica in questi giorni su Internet e ora anche dal sito del Ministero della pubblica istruzione. Solo 11 ragazzi, che nella sede centrale di Bardolino sono in 500, sono andati a scuola. Alle 8.45 in molti erano già davanti a Villa Carrara, la sede storica, per protestare. Poi il gruppo si è sfaldato per le vie del paese, ma i duri sono rimasti a picchettare fino alle 10 e poi, con il rappresentante degli studenti Alessandro Falconi e la presidente uscente del Consiglio di Istituto Annamaria Ponti, si sono recati in Comune dove sono stati accolti dal sindaco Pietro Meschi e dall'assessore alla cultura Plinio Boni. Non era mai successo prima, a Bardolino, che studenti in sciopero venissero accolti in municipio. "Invece gli 11 alunni della quinta di Peschiera hanno ritenuto di non aderire, gli iscritti alla sede di Valeggio non sono arrivati per motivi di trasporto e quelli di Garda, istituto tecnico commerciale, stanno manifestando a Verona", dice Falconi. A scuola su 82 insegnanti, una ventina ha scioperato, dei 20 docenti tecnico-pratici si sono astenuti dalle lezioni in 15, hanno invece incrociato le braccia tutti gli 8 assistenti tecnico-pratici (personale Ata).
I contestatori però, alle 10.30 erano in Comune con Annamaria Ponti, che proprio dal Comitato nazionale dei genitori di Roma aveva ricevuto l'invito a sollecitare la manifestazione. Così, davanti al sindaco Pietro Meschi e all'assessore alla cultura Plinio Boni, Alessandro Falconi, 19 anni, della V A, ha letto il documento ufficiale di protesta, datato 20 gennaio. Annuncia, appunto, lo sciopero di ieri. Sono sette i punti di cui il sindaco ha preso atto e che porterà all'attenzione della prossima giunta comunale.
I ragazzi temono che la riforma li "priverebbe di un possibile accesso all'università, che li porterebbe a compiere pratica esclusivamente in un'azienda senza una base solida e, di conseguenza, ad un impatto sgradevole e duro con il mondo del lavoro". La riforma inoltre obbligherebbe "a scegliere la propria strada a 14 anni, segnando definitivamente una profonda differenza tra gli alunni dei licei e quelli degli istituti professionali". Inoltre "provoca una mancanza di disposizioni in materie d'istruzione e formazione professionale e non dà considerazione al docente tecnico-pratico".
"Secondo le tante bozze lette, e che di giorno in giorno si susseguono cambiando, la nostra scuola sarebbe formata da un triennio a cui seguirebbe un quarto anno, poi potremmo fare un quinto anno nei licei per accedere all'esame di Stato e poter andare all'università. Questo oggi non accade perché noi terminiamo il nostro percorso qui e, in quinta, dopo l'esame di Stato, possiamo continuare gli studi e diventare anche medici o avvocati", ha precisato Falconi. Poi aggiunge: "Non è giusto immetterci al quarto anno in un liceo per farci prendere la maturità. Saremmo solo penalizzati. Inoltre saremmo immessi a far pratica nelle aziende, ne faremmo molto meno a scuola e finiremmo per essere sfruttati senza ricevere insegnamenti. Senza contare che questo istituto non sarebbe più riconosciuto a livello europeo come ora".
Il sindaco Meschi garantisce: "Rinforzeremo le vostre richieste che sono importanti per voi, ma che interessano anche il Comune perché la scuola alberghiera deve restare una media superiore a tutti gli effetti. Abbiamo ottenuto il successo di arrivare ai cinque anni di corso e l'equiparazione al liceo, non ha senso ora tornare indietro. La giunta farà una delibera per dare un sostegno più ampio a questa visione della scuola".
"Come genitore intravedo un ingiusto progetto di usare i ragazzi come forza lavoro", dice Ponti. E Boni: "L'istituto Carnacina è il fiore all'occhiello di Bardolino. Faremo un documento ufficiale per difenderlo anche in Regione e di fronte al Ministero".
Barbara Bertasi
Lo schema di decreto sulla Riforma del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione con riferimento ai livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale (secondociclo@istruzione.it), del 17 gennaio è ora disponibile sul sito www.istruzione.it del Ministero. Di istruzione professionale si parla al capo III, articoli 15-28. Il tema ieri è stato affrontato anche a Treviso da Valentina Aprea, del Ministero istruzione università e ricerca (Miur). All'incontro c'erano pure Maria Teresa Silingardi, preside del Carnacina e due docenti tecnico pratici.
Ecco, in sintesi, alcuni punti contestati a Bardolino. Articolo 15: I titoli e le qualifiche conseguiti al termine dei percorsi del sistema di istruzione e formazione professionale consentono di sostenere l'esame di Stato, utile per accedere all'università, previa frequenza di apposito corso annuale realizzato d'intesa con i licei. Articolo 17: Nell'esercizio delle loro competenze legislative in materia di istruzione e formazione professionale, sono le Regioni che organizzano i corsi assicurando un orario di almeno 990 ore annue di cui il 25 % destinate all'apprendimento in contesti di lavoro.
A scuola queste ore sarebbero troppo poche. Non piace poi l'articolazione dei percorsi formativi: al termine di quelli triennali si conseguirebbe una qualifica professionale, al termine dei quadriennali solo un diploma professionale. Art. 22: A proposito di requisiti necessari alle istituzioni formative: adeguatezza dei locali, disponibilità di laboratori, strumentazione, attrezzature.
Un incentivo a scuole super-tecnologiche? "No, si punta solo a renderle prettamente professionali", dice il sindaco Pietro Meschi.


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