L'Arena-Manzini: "Se vinceremo le elezioni aboliremo il disegno di legge"

Scuola. Il sindacato riunisce gli esperti sulla scuola
La Cisl contro la Moratti "Riforma da bloccare"
Manzini: "Se vinceremo le elezioni aboliremo il disegno di legge"
Una riforma, quella della Moratti da fermare. Questo è in sintesi quanto è stato detto nel corso di un'incontro promosso dalla Cisl scuola di Verona in collaborazione con il Ceril (centro studi sulle relazioni industriali e di lavoro) che ha visto al tavolo dei relatori Maurizio Tiriticco, docente all'università degli studi di Roma, ex ispettore centrale del ministero dell'istruzione nella passata legislatura, e l'onorevole Giovanni Manzini, responsabile nazionale scuola della Margherita.
Ancora una volta la riforma Moratti torna a far discutere dopo che lo scorso 27 maggio il Consiglio dei Ministri ha deliberato in via preliminare lo schema di decreto legislativo sul secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione. Decreto che ha visto una gran parte delle Regioni contrarie alle quali si sono aggiunti altri pareri sfavorevoli. Tra questi quello del Consiglio Nazionale dell'Istruzione. Tuttavia il cambiamento procede e in via definitiva sarà approvato il 17 di ottobre. Sotto accusa il cambiamento degli istituti professionale che si vedono tramutati in licei tecnologici o di scienze e via dicendo.
Ma perché non piace? Se la nuova legge dice che "i percorsi del sistema di istruzione e della formazione professionale si realizzano in profili educativi, culturali e professionali ai quali conseguono titoli e qualifiche professionali di differente livello" dice Tiriticco, paragonando l'iter fino ad oggi seguito dalla riforma, alla breccia di Porta Pia. Il docente universitario mette inoltre in discussione tutto il sistema a partire da quella che dovrebbe essere la possibilità di frequentare le lezioni in "alternanza scuola e lavoro" ma che, a sentire gli esperti, riduce l'aspetto formativo "non più alla capacità di fare ma solo alla teoria".
A questo punto gli addetti ai lavori, ma in primis i genitori, si chiedono quali siano i diritti doveri di chi la scuola superiore la deve per forza frequentare fino al compimento dei diciotto anni. Tiriticco non ha dubbi quando spiega che: "Scattano dei doveri anche per lo Stato che ha imposto l'obbligo di frequenza fino alla maggiore età ma occorrono garanzie e condizioni perché tutto questo si possa attuare. Di conseguenza è impensabile parlare di campus quando la legge stessa dice che devono essere attuati senza oneri a carico del ministero delle finanze". E alle indicazioni nazionali che prevedono la progettazione di unità di apprendimento costituite da uno o più obiettivi formativi con attività, metodi, criteri di verifica che portino al cosiddetto portfolio comprendente un piano di studio personalizzato, l'esperto si domanda quali siano i percorsi da seguire visto che "non sono chiari, o almeno non sono indicati".
L'aspetto politico viene analizzato da Manzini che afferma: "Se vinceremo le elezioni tutte quelle riforme considerate ad personam verranno abrogate nei cento giorni che seguiranno il nuovo governo". Che nel mezzo ci sia anche la riforma Moratti è implicito anche se Manzini precisa: "Ridiscuteremo l'anticipo scolastico, il significato di tutor". Memore di quella che fu la riforma Berlinguer che "non aveva sufficientemente coinvolto le scuole", dichiara: "Sono dieci anni che la scuola viene bastonata. Occorre rivedere i riferimenti culturali per ogni indirizzo, le scelte pedagogiche e didattiche. E bisogna motivare studenti ed insegnati nel percorso didattico".
Anna Zegarelli