L'Arena-L'assemblea d'istituto non è più "didattica".

Brutta notizia per gli studenti, anche quelli veronesi, che da tre decenni ormai si erano abituati ad "autogestirsi" all'incirca una volta al mese uno spazio proprio, un appuntamento in cui vedere un film, invitare un ospite o semplicemente discutere. Da settembre, infatti, le assemblee studentesche non saranno più considerate attività didattiche e non rientreranno nei 200 giorni annualmente previsti per le lezioni. Lo ha sancito l'ufficio legislativo del Miur esprimendosi su di un caso nato in un istituto superiore di Palermo dove gli studenti avevano chiesto al dirigente scolastico di considerare le assemblee come attività didattiche e di computarle all'interno dei 200 giorni, come è prassi più o meno in tutte le scuole. Il dirigente sottoposta la questione al ministero ha avuto risposta dall'ufficio legislativo che "qualora la programmazione scolastica non abbia tenuto conto delle giornate dedicate alle assemblee studentesche e queste ultime incidano sui 200 giorni effettivi di lezione, occorre recuperare i giorni di lezione necessari per il raggiungimento di minimo 200 giorni".
Insomma, un giro di vite per ora rivolto solo alle scuole della Sicilia, anche se è inevitabile che il ministero dia le stesse istruzioni a tutti gli istituti del Paese. Anche perché la questione riguarda anche gli insegnanti che sono tenuti ad andare a scuola tanto nei giorni di assemblea, quanto in quelli da recuperare e coinvolge la stesura del Pof (Piano dell'offerta formativa) e del calendario scolastico ad inizio anno, quando gli istituti dovranno consultare gli studenti, accogliere le loro proposte di assemblea (per legge una al mese eccetto l'ultimo mese di lezioni) e definire un calendario delle attività che comprenda i 200 giorni, cui aggiungere quelli programmati per le assemblee."