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L'Arena-ISTRUZIONE. Critica la Cgil: le nuove immissioni in ruolo sono poche e non risolvono i problemi

ISTRUZIONE. Critica la Cgil: le nuove immissioni in ruolo sono poche e non risolvono i problemi Scuola, assunzione per 40mila A 35mila insegnanti si aggiungono 5.000 tecnici, impiegati e bidel...

05/08/2005
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L'Arena

ISTRUZIONE. Critica la Cgil: le nuove immissioni in ruolo sono poche e non risolvono i problemi
Scuola, assunzione per 40mila
A 35mila insegnanti si aggiungono 5.000 tecnici, impiegati e bidelli
Roma. Il ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca ha annunciato di aver concluso regolarmente le operazioni di immissione in ruolo di 35 mila insegnanti e di 5.000 unità di personale ata (amministrativo, tecnico e ausiliario) deliberate dal consiglio dei ministri il 24 giugno.
Il maggior numero di assunzioni riguarda la scuola primaria (9.758) e a livello regionale, considerando tutti gli ordini di scuola, la Lombardia (5.745).
"Ancora una volta", ha commentato Letizia Moratti, ministro della Pubblica istruzione Letizia Moratti, la macchina organizzativa del ministero ha dato prova di grande efficienza, concludendo alla data stabilita del 31 luglio le immissioni in ruolo in tutte le regioni. Le 40 mila assunzioni a tempo indeterminato appena concluse si aggiungono alle 90 mila effettuate a partire dall'agosto 2001, poco dopo l'insediamento del governo".
Il 4 giugno l'Anips, Associazione nazionale insegnanti precari storici aveva lanciato l'allarme: migliaia di insegnanti precari rischiavano di essere espulsi dall'insegnamento perché scavalcati dai neolaureati specialistici "con il livello più alto della formazione universitaria".
Il 24 giugno il consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto legge che prevede l'immissione in ruolo di 40 mila precari tra personale docente e personale tecnico e amministrativo per il 2005-2006. Il provvedimento autorizzava il ministero dell'Istruzione ad assumere 35 mila insegnati e 5.000 unità di personale amministrativo, tecnico e ausiliario con contratto a tempo indeterminato. Per i sindacati le assunzioni erano poche e tardive. Inoltre, si aspettavano un piano triennale e non di un anno.
A tal proposito, il ministero rispose che questa era una prima attuazione anticipata del piano di assunzioni a tempo indeterminato per il triennio 2005-2008, i cui tempi di definizione non consentivano di concludere il procedimento in tempo utile per il prossimo anno scolastico e aggiunse che nel giro di 10 giorni, di concerto con il ministero dell'Economia, avrebbe messo a punto un decreto interministeriale per le assunzioni relative ai due anni successivi.
Le immissioni in ruolo non risolverebbero i problemi della scuola italiana. A sostenerlo è uno dei sindacati più forti del settore, la Flc-Cgil, con un comunicato in cui si sostiene che l'assunzione "non inverte in modo significativo la crescente precarizzazione del lavoro nella scuola con pesanti ricadute sul personale e sulle condizioni di efficienza della scuola". C'è discordanza anche sulle cifre emesse dal ministero, secondo cui questa ulteriore tornata di assunzioni avrebbe permesso di dimezzare il precariato della scuola: "Le assunzioni", si legge nel documento emesso del sindacato guidato da Enrico Panini, "coprono appena il 25 per cento dei posti liberi nella scuola; si ignora poi completamente il precariato di accademie e Conservatori; enti di Ricerca e Università; rimangono penalizzati pesantemente precari e vincitori di concorso docenti e per i non docenti siamo di fronte a una provocazione visto il divario fra disponibilità e immissioni in ruolo".


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