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L'Arena: Il ministro Fioroni alza la voce: «Basta criminalizzare la scuola sui media»

Bullismo, moltissime chiamate

31/03/2007
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L'Arena

Cinquemila chiamate in sei settimane e 1.100 contatti al giorno al sito

Roma. La scuola italiana è schierata contro il bullismo, ma si aspetta anche di non finire in una «gogna mediatica» per i comportamenti, «assolutamente da condannare», ma di pochissimi. Una scuola ricca di «buone pratiche» e che non vuole essere demonizzata proprio da quei mezzi di comunicazione che, invece, come la tv contribuiscono con i loro contenuti di violenza, a «creare» il bullo. È il messaggio che Giuseppe Fioroni, ministro della Pubblica Istruzione, ha dato ieri in occasione della presentazione dei primi dati del numero verde antibullismo, che ha preso il via il 5 febbraio e che in 6 settimane ha avuto 4.437 telefonate, oltre ai 1.100 contatti al giorno del sito www.smontailbullo.it.
Non c’è, secondo Fioroni, un’emergenza bullismo, piuttosto la necessità di affrontare senza reticenze il fenomeno («la scuola non fa più lo struzzo») soprattutto insieme alle famiglie: «Quello che serve è un patto reciproco di sostegno tra scuola e genitori per affrontare e risolvere il problema». La «tirata d’orecchie» ai media da parte di Fioroni ha anche un aspetto propositivo: «È ora di finirla con la politica dei ’bollini’ e andare verso un auditel di qualità per i nostri ragazzi perchè loro stanno poche tempo a scuola e molte ore davanti al video».
Alle 10 postazioni del numero verde sono arrivate nelle prime 6 settimane 4.437 telefonate, circa 120 al giorno. Al numero collaborano esperti in psicologia giuridica. In gran parte a chiamare sono le famiglie (37,5%), seguite dagli insegnanti (31,4%) e dagli studenti vittime (23,2%). Si è registrato un aumento di consulenze chieste dagli insegnanti.
Il 69% delle chiamate denuncia episodi di bullismo: il 42,1% segnala prepotenze, il 14,8% casi isolati, il 12,3 vere e proprio violenze. Numerose le richieste di informazione (31%). Il numero maggiore viene dalle scuole medie (35%), poi dalle primarie (25%), dai licei (19%), dagli istituti tecnici e professionali (15%), ma anche dalla scuola dell’infanzia (5%).
Le vittime sono ragazzi, in gran parte fino ai 15 anni ma anche molto giovani, percepiti come vulnerabili per caratteristiche di tipo psicologico (timidezza, pochi amici, un buon rendimento scolastico), psicofisico (handicap fisico, ritardo mentale), psicopatologico (problemi di autismo o altro), etnico (sono stranieri) e sociali.
Quali le azioni contro il bullismo? Azioni di sistema, connesse agli interventi per prevenire il disagio giovanile: elevamento obbligo a 16 anni; riforma esame di Stato; potenziamento di musica, scienze e educazione motoria; premi all’eccellenza; scuole aperte di pomeriggio; conoscenza della Costituzione; più spazio alla partecipazione studentesca; educazione alla salute; accoglienza degli alunni stranieri. Intanto, si segnalano altri episodi di violenza a scuola filmati con i videofonini e messi su Internet. Uno di questi, ritrae un’insegnante ferita al volto da un astuccio pieno di penne.


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