L'Arena-Con la riforma a rischio 700 cattedre destinate agli insegnanti precari
La Uil protesta per salvaguardare i posti di lavoro Con la riforma a rischio 700 cattedre destinate agli insegnanti precari Oltre settecento posti nella scuola statale di ...
La Uil protesta per salvaguardare i posti di lavoro
Con la riforma a rischio 700 cattedre destinate agli insegnanti precari
Oltre settecento posti nella scuola statale di città e provincia. È questo il numero di cattedre che il Centro servizi amministrativi del Comune di Verona (l'ex Provveditorato agli studi) si appresta a conferire, sottoforma di altrettanti incarichi annuali di supplenza, ai precari veronesi. Un autentico aumento di opportunità di lavoro che, nella realtà, non è ancora definitivo. Sommando, infatti, il numero dei "part-time"- i cosiddetti spezzoni orari- e tutti i candidati al sostegno per il recupero e l'inserimento degli alunni portatori di handicap nella scuola, in totale, la nostra città fornirà altri 400 posti da distribuire nelle diverse sedi scolastiche del territorio provinciale.
Nel dettaglio sono 386 le cattedre disponibili, per l'anno scolastico 2002-2003, nei differenti ambiti disciplinari della scuola media e superiore. A queste si aggiungono 190 posti di insegnamento comune nella scuola elementare e 47, sempre alle elementari, per l'insegnamento della lingua straniera.
Infine sono 85 le cattedre a orario completo per le maestre di scuola materna.
Le prime nomine inizieranno lunedì 26 agosto, con l'assunzione in servizio di 18 posti per educatori e proseguiranno, in una autentica staffetta contro il tempo, fino al termine del mese. Un impegno che il Csa ha preso per garantire, secondo precise indicazioni ministeriali, l'avvio regolare delle lezioni per il nuovo anno scolastico.
Ma se sul fronte occupazionale esistono numerose occasioni di lavoro, almeno nel segmento del precariato, su quello delle riforme piove dura la denuncia dei sindacati.
L'ultima, in ordine di tempo, porta la firma della Uil Scuola di Verona che fa sapere di voler mettere mano a un calendario di iniziative di protesta a difesa del personale e delle famiglie.
Questa volta nel mirino della Uil Scuola finisce la decisione del ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, Letizia Moratti, di avviare, tramite apposito decreto legge, la riforma dei cicli scolastici già a partire da settembre.
Una scelta che, se approvata, coinvolgerebbe già dal prossimo mese, nel Veronese, due circoli didattici delle elementari. Ancora da decidere quali di queste scuole saranno le autentiche "cavie" deputate a sperimentare gli effetti della nuova riforma. Così come da stabilire è il numero di classi prime che adotteranno il nuovo metodo di insegnamento, basato sull'adozione del "maestro prioritario", la nuova figura docente destinata a cancellare con un autentico colpo di spugna la scuola dei moduli e gli almeno tre insegnanti per classe finora in servizio.
"Non si conosce il preciso contenuto delle oltre 200 pagine elaborate da super esperti della cosiddetta riforma in mesi di lavoro ed è scontato che questa ricadrà con tutto il suo peso e la sua responsabilità sull'educazione dei nostri figli e sul lavoro delle maestre" ha commentato, senza allusioni, il segretario provinciale Fernando Filippi.
"Proprio i docenti", ha ripreso Filippi, "si troveranno ad avviare una riforma senza conoscerne lo sviluppo e i contenuti e senza ricevere, per questo, anche una gratifica economica a fronte di un lavoro di organizzazione che dovranno affrontare e subire per la prima volta".
E mentre si condanna apertamente l'improvvisazione dell'attuale ministro, la Uil ricorda che la scuola di base nazionale si è finora aggiudicata tra i primi posti in fatto di soddisfazione dell'utenza e di qualità sia in Europa che nel mondo.
"Cresce anche la rabbia dei dipendenti statali verso i sussidi che le scuole private stanno ottenendo con regolarità dal ministro Moratti", ha anche aggiunto il segretario della Uil Scuola Fernando Filippi.
Intanto la riforma farà crescere la disoccupazione nel già precario e instabile mondo dei lavoratori della scuola.
"Sarà un duro colpo agli organici. Basta semplicemente operare alcuni banali calcoli" ha concluso Filippi "il maestro prioritario assorbirà 21 delle 27 ore di insegnamento settimanali della scuola elementare. Due spetteranno, secondo i progetti della Moratti, alla religione cattolica. Quindi ne rimarranno soltanto 5 da spartire nelle altre discipline con l'effetto che un unico docente coprirà così più classi e molte figure saranno soprannumerarie e costrette a scomparire".
Un futuro incerto, così come incerto è anche quando il nuovo contratto di lavoro dei dipendenti, scaduto nel gennaio scorso, verrà rinnovato.
Roberto Peretti