L'appello dei genitori a Conte: "Non chiuda le scuole, ci ripensi sulla Dad alle superiori"
Partita la raccolta di firme: "L'Italia guardi all'Europa". I presidi: "La sospensione delle lezioni in presenza non sarà senza conseguenze"
Ilaria Venturi
I genitori ci provano, in extremis, con una lettera-appello: "Conte ci ripensi: non chiuda le scuole, torni indietro sulla didattica a distanza". I presidi avvertono: "La sospensione delle lezioni in presenza non sarà senza conseguenze - attacca Antonello Giannelli, voce dell'Anp - Dobbiamo essere consapevoli del prezzo sociale che pagheremo noi tutti e di quello individuale che pagheranno invece gli studenti: sarà elevato e, purtroppo, ce ne renderemo conto nei prossimi anni".
Il mondo della scuola si mobilita mentre il premier riferisce alla Camera in vista del nuovo Dpcm e parla di didattica a distanza al 100% alle superiori. Il gruppo di Priorità alla scuola, nato con la "Lettera a una professoressa" rivolta alla ministra Lucia Azzolina quando fu decisa la chiusura delle scuole a marzo scorso e via via allargato a insegnanti, studenti e sindacati, alza di nuovo la voce. Con un tentativo dell'ultimo minuto. Il Comitato ha scritto al presidente del Consiglio, di nuovo alla ministra all'Istruzione e ai presidenti di Regione: "Ci troviamo nell’imminenza di provvedimenti che minacciano di far tornare la scuola al febbraio-marzo 2020 (laddove questo non è già accaduto, come in Campania e in Puglia e per gli studenti e le studentesse delle scuole superiori)".
"Consapevoli della necessità di misure per contenere l’epidemia e ridurre i contagi, sosteniamo che sia essenziale, per il presente e il futuro del Paese, adottare provvedimenti in grado di tutelare il diritto alla salute insieme al diritto all’istruzione - continua la lettera - È questa la scelta fatta dalla grande maggioranza dei nostri partner europei, tra cui Francia, Germania, Olanda, Irlanda, Gran Bretagna, le cui misure di lockdown prevedono che servizi educativi per l’infanzia e scuole restino aperte".
Di qui l'invito alle istituzioni a "seguire questi esempi, e richiamiamo al senso di responsabilità verso una materia così importante come la scuola, che non può essere liquidata come «settore improduttivo», e verso i minorenni. Sin dalla prima ondata dell’epidemia, è stato dato per scontato che i diritti dei minori siano quelli revocabili senza discussione né conseguenze. Ci opponiamo fermamente a questa logica".
Il Comitato ricorda che nelle scuole sono stati applicati i protocolli sanitari più stringenti e più verificabili, "che le scuole aperte sono garanti contro la dispersione del tracciamento e contro la dispersione e l’abbandono scolastico". Semmai va potenziata la medicina scolastica e si deve insistere di più sui trasporti, l'anello debole.
La lettera è on line per la raccolta di firme. La contrarietà alla didattica a distanza è espressa in modo netto e argomentata: "Ha dimostrato di mancare di quella componente essenziale che è la relazione con l’altro e tra pari, senza la quale il processo di costruzione della personalità dei bambini e degli adolescenti non si compie".
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Una linea critica condivisa dai presidi. Antonello Giannelli è chiaro: "Ora dirigenti e docenti sono chiamati a un ulteriore sforzo riorganizzativo ma, malgrado il loro grande impegno, si rischia un allargamento del divario formativo difficilmente recuperabile". E se Dad deve essere al 100% alle superiori, aggiunge, allora "chiediamo con forza che questo periodo, che mi auguro sia breve, venga utilizzato per riorganizzare trasporti e sanità e quindi per permettere, se la situazione dei contagi lo consentirà, una ripresa delle lezioni in presenza anche per le scuole superiori".
L'appello di Priorità alla scuola si rifà a quanto avviene negli altri Paesi europei: "Nelle ultime settimane la scuola è stata usata come comoda scorciatoia, capro espiatorio di carenze che riguardano altri settori: dalla sanità stessa ai trasporti pubblici. Sanità e trasporti pubblici devono essere al servizio di alunni, alunne, studenti e studentesse, non viceversa" la premessa.Poi l'affondo finale: "Chiediamo pertanto che le scelte di Governo e Regioni siano all’altezza di quelle dei principali partner europei: restiamo in Europa, non solo in termini monetari e finanziari, ma in materia di diritti e di rapporti tra Stato e cittadini e cittadine. Chiediamo che siano tutelati i diritti di fasce della popolazione che hanno già pagato caro la crisi in corso, e a cui al momento garantiamo solo il ruolo di debitori perpetui. Le scuole siano mantenute aperte, in presenza, in continuità, in sicurezza. La chiusura delle scuole sarebbe un fallimento di cui dovrete rendere conto di fronte a tutta l'Europa, a tutto il paese e soprattutto alle giovani generazioni".